Cronache di un dolore cronico
«Oggi lo conosco perfettamente. Eppure continua a sembrarmi quasi impossibile da descrivere. Posso solo cercare delle analogie. È come se qualcuno ti tenesse premuto uno spillo, senza però farlo penetrare nella carne. È come se un animaletto avesse morso quel punto del fianco destro e si fosse dimenticato di mollare la presa. Il dolore era lì sempre: a prescindere dall’ora della giornata, dalla posizione, dall’antidolorifico. Leggi un libro, e il dolore è lì. Mangi qualcosa, e il dolore è lì. Fissi il soffitto prima di addormentarti, e il dolore è sempre lì. Fu il periodo peggiore della mia vita. Uso il passato perché poi, effettivamente, qualcosa sarebbe cambiato»