Ci si è messa anche la siccità a rallentare i cantieri delle ferrovie siciliane
I macchinari che dovrebbero scavare le gallerie non possono funzionare senz’acqua: i problemi sono soprattutto sulla linea Palermo-Catania
Nelle ultime settimane i tecnici al lavoro nei cantieri per la costruzione della linea ad alta velocità tra Palermo e Catania, in Sicilia, hanno affrontato un problema imprevisto: la siccità. L’acqua è indispensabile per far funzionare molti macchinari come le talpe che scavano le gallerie, oltre che per impastare cemento, sabbia e ghiaia per formare il calcestruzzo. Prima di aprire i cantieri era stato stimato un utilizzo notevole di acqua, che però ora scarseggia a causa della crisi idrica, e portarla ai cantieri non è facile. La principale conseguenza di questa mancanza è il rischio di accumulare notevoli e costosi ritardi.
I lavori sulla linea ferroviaria tra Palermo e Catania sono importanti perché attesi da anni: l’obiettivo è ridurre il tempo necessario per spostarsi in treno tra le due città dalle attuali tre ore a due. Per farlo serve raddoppiare buona parte della linea, ora a binario unico, e realizzare nuove tratte e gallerie per rendere il tragitto più efficiente e breve.
Il progetto e i cantieri sono stati commissionati da RFI – la società del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce le infrastrutture ferroviarie – a Webuild, una delle più grandi aziende che costruiscono infrastrutture in Italia. L’investimento pubblico è significativo: è stato destinato un finanziamento di un miliardo e 400 milioni di euro del PNRR, il grande piano di riforme e investimenti da realizzare entro giugno del 2026 finanziato coi fondi europei, oltre a 3,4 miliardi di euro garantiti dalla BEI, la banca europea degli investimenti. In totale si stima che i lavori costeranno 8 miliardi di euro.
I primi cantieri sono stati aperti nel marzo del 2023. Secondo i sindacati i problemi dovuti alla mancanza d’acqua sono soprattutto in due tratte, quella che collega Fiumetorto a Lercara e quella tra Dittaino ed Enna. Nei rispettivi cantieri è in corso l’assemblaggio delle talpe escavatrici arrivate dalla Cina per realizzare due gallerie. Le talpe escavatrici chiamate anche TBM (Tunnel Boring Machine) sono enormi macchinari che permettono di scavare ed estrarre il materiale dalla montagna oltre a gettare quasi contemporaneamente il primo strato di calcestruzzo che regge la galleria.
L’azione della fresa delle talpe produce molto calore, che deve essere tenuto sotto controllo con l’acqua: ne servono sei litri al secondo per raffreddare i macchinari. Quando si iniziò a discutere del progetto, nel 2022, l’azienda pubblica Siciliacque si impegnò a garantire l’approvvigionamento idrico nei cantieri della zona orientale della Sicilia. Negli ultimi mesi però questo impegno è venuto meno a causa della siccità: la Regione ha razionato le forniture in quasi tutte le province per dare priorità all’approvvigionamento di case e aziende agricole, comunque in difficoltà.
Per risolvere un problema così grave serve una soluzione eccezionale, per questo la Regione ha concesso a RFI di costruire lunghe condotte per prelevare l’acqua trattata dai depuratori o custodita nei bacini artificiali per portarla ai cantieri.
A Dittaino è quasi solo una questione di tempi, perché il depuratore è abbastanza vicino al cantiere. I lavori dovranno essere veloci perché le operazioni di montaggio della talpa sono serrate, in quanto si vogliono limitare ritardi e ulteriori spese. È più complicato portare l’acqua tra Fiumetorto ed Enna. L’unico posto dove è possibile prelevarla è il bacino artificiale creato dalla diga Villarosa, già interessato da alcuni lavori di manutenzione finanziati dall’azienda energetica Edison. La Regione ha cambiato i piani: i lavori di manutenzione sono stati affidati a RFI e Webuild che costruiranno una condotta lunga 40 chilometri per portare l’acqua dal lago fino al cantiere per il tempo necessario a scavare la galleria. Un’altra proposta per il cantiere più vicino a Fiumetorto riguarda lo sfruttamento di acque reflue prelevate dopo il passaggio dal depuratore di Termini Imerese, sempre a spese di RFI e Webuild.
In qualsiasi caso serviranno ulteriori finanziamenti per scongiurare ritardi molto costosi. Secondo i sindacati la responsabilità di questa situazione è della Regione Siciliana che nella fase di preparazione del progetto e dei cantieri ha sottovalutato l’importanza di garantire l’approvvigionamento idrico. «Non bisognava aspettare la siccità», ha detto Giovanni Pistorio, segretario della Fillea Cgil, il sindacato degli edili.