Tutti i modi in cui Elon Musk ha aiutato Donald Trump
Ha investito decine di milioni di dollari nella sua campagna e l'ha promosso su X: Trump ha detto che potrebbe offrirgli un posto nella sua amministrazione
Dopo anni in cui aveva mantenuto una certa neutralità rispetto alla politica, negli ultimi mesi il miliardario Elon Musk ha avuto un ruolo sempre più attivo nella campagna elettorale di Donald Trump, che ha iniziato ad appoggiare dopo il primo attentato contro l’ex presidente avvenuto a luglio durante un comizio a Butler, in Pennsylvania.
Anche se è ancora presto per valutare quanto sia stato decisivo il contributo di Musk ad una possibile vittoria di Donald Trump, è innegabile che abbia fatto di tutto per raggiungere questo obiettivo: in poco tempo Musk è diventato uno dei suoi più importanti alleati politici, mobilitando il suo numeroso seguito su X, la piattaforma di sua proprietà precedentemente conosciuta come Twitter, e spendendo decine di milioni di dollari per finanziare la campagna elettorale di Trump e dei candidati Repubblicani al Congresso.
La prima azione pratica di sostegno è stata un’intervista di tre ore che Musk ha fatto a Trump ad agosto su X, in cui l’ex presidente ha potuto parlare senza interruzioni di immigrazione ed economia dicendo moltissime cose false. Nei mesi successivi Musk ha continuato a utilizzare X per promuovere Trump, sfruttando il suo algoritmo per favorire i post che ne parlavano bene, come scritto dal Wall Street Journal alla fine di ottobre, e concentrandosi in particolare sugli uomini giovani.
Pochi mesi fa Musk si è trasferito in Pennsylvania, lo stato in bilico il cui risultato era più incerto, portando con sé i suoi consulenti più esperti per mettere a punto una strategia di vittoria. Ha anche partecipato di persona ad alcune iniziative del Partito Repubblicano ed è tornato con Trump a fare un comizio a Butler dopo l’attentato di luglio. Martedì ha poi confermato che avrebbe passato la notte elettorale insieme a Trump e agli altri suoi alleati nella villa dell’ex presidente di Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida, mostrandosi su X molto sicuro di una possibile vittoria di Trump.
Il suo contributo non si è limitato però a questo, anzi. Musk ha soprattutto dato a Trump un sostegno economico: si stima che abbia investito nella campagna elettorale di Trump e in azioni volte a favorire Trump circa 120 milioni di dollari, la maggior parte attraverso l’istituzione di un Super PAC, chiamato America PAC, cioè un fondo che consente di fare ingenti donazioni ai candidati evitando alcune delle regole più rigide sulla rendicontazione delle donazioni politiche.
In questo contesto l’iniziativa più commentata è stata quella della creazione di una lotteria che assegnava un milione di dollari al giorno a una persona estratta a sorte fra quelle che si erano già registrate per votare in uno stato in bilico, e che firmavano una petizione dell’America PAC a sostegno della libertà di espressione e del diritto di possedere delle armi. Nonostante i tentativi del procuratore di Filadelfia, in Pennsylvania, di bloccare la lotteria, sulla cui legalità aveva espresso dei dubbi anche lo stesso dipartimento di Giustizia, questa è andata avanti fino al giorno delle elezioni.
Nelle ultime settimane ha inoltre messo in atto alcune costose strategie per recuperare qualche manciata di voti in Pennsylvania e in altri stati in bilico.
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Musk avrebbe puntato su una possibile vittoria di Trump per ottenere vantaggi economici dalla sua amministrazione, principalmente sotto forma di taglio delle tasse ed eliminazione di leggi e regolamenti federali nei settori in cui operano le sue aziende. Trump ha detto perfino che potrebbe dare a Musk un ruolo nella sua amministrazione, come “segretario al Taglio dei costi”.
È però anche molto probabile che Musk sostenga Trump non soltanto per convenienza, ma anche per sincera ed entusiasta aderenza al suo messaggio e alle sue proposte. Nei suoi post su X e nei suoi interventi pubblici Musk sembra davvero convinto di molte delle posizioni di Trump, che spesso si basano su presupposti falsi o fuorvianti: sostiene per esempio che gli Stati Uniti stiano subendo un’invasione di immigrati irregolari, e che la presenza dei migranti potrebbe corrompere lo spirito degli Stati Uniti. È convinto che la criminalità sia fuori controllo e che la “cultura woke” sia un pericolo per il paese.