Quando il Milan se la giocava col Real Madrid
Precedenti storici che faranno venire nostalgia ai tifosi milanisti, in vista di stasera
Martedì sera alle 21 nella quarta giornata di Champions League, la più prestigiosa competizione calcistica europea per club, Real Madrid e Milan si affronteranno 14 anni dopo la loro ultima partita ufficiale. Sono le due squadre che hanno vinto più volte la Champions League (o Coppa dei Campioni, come si chiamava fino al 1992): il Real 15, il Milan 7, e sommate hanno giocato quasi la metà delle finali, 29 su 68: 18 il Real e 11 il Milan. Stanno vivendo però fasi decisamente diverse della loro storia.
Il Real è una delle squadre migliori al mondo, se non proprio la migliore. Ha vinto 5 delle ultime 10 Champions League, l’ultimo campionato spagnolo e ha alcuni tra i più forti giocatori del momento come Vinícius Júnior, Kylian Mbappé, Jude Bellingham e Rodrygo. Il Milan invece ha vinto solamente un campionato italiano negli ultimi 13 anni, quello del 2022, e non vince la Champions League dal 2007. Nel 2023 raggiunse a sorpresa la semifinale della competizione, ma è rimasto un caso isolato.
La distanza tra le due squadre si è ampliata non solo in termini di risultati, ma ancora di più dal punto di vista economico: come ha ricostruito La Gazzetta dello Sport, nel 2003 il Milan fece più ricavi del Real Madrid, 195 milioni di euro a 193; vent’anni dopo il Real ha superato il miliardo di euro di ricavi (1,073 miliardi), il Milan è fermo a meno della metà (401 milioni). Finora in questa Champions League il Real ha vinto due partite e ne ha persa una; il Milan ha ottenuto una vittoria e due sconfitte e nessuno tra i commentatori e gli esperti lo reputa un candidato credibile per la vittoria. Le precedenti volte in cui si sono affrontate, invece, Real e Milan erano spesso entrambe tra le squadre più quotate della competizione, e se la giocavano alla pari.
Fu così anche nell’ultima partita ufficiale, nel novembre del 2010 a San Siro. Il Real era allenato da José Mourinho e ci giocavano, tra gli altri, Sergio Ramos, Marcelo, Xabi Alonso, Cristiano Ronaldo, Ángel Di María, Karim Benzema e Gonzalo Higuaín. Nel Milan, che alla fine della stagione avrebbe vinto lo Scudetto, era una grande squadra: giocavano Alessandro Nesta, Thiago Silva, Andrea Pirlo, Ronaldinho, Zlatan Ibrahimovic e Filippo Inzaghi, che entrò al sessantesimo minuto e, a 37 anni, segnò due gol, i suoi ultimi due in Champions. La partita finì 2-2.
Le due squadre si sono affrontate per 15 volte, tutte in Champions League o in Coppa dei Campioni, una delle quali in finale, nel 1957. Quella fu una partita molto spettacolare ed equilibrata: il Milan andò due volte in vantaggio, prima con l’attaccante uruguaiano Juan Alberto Schiaffino e poi, dopo il pareggio del Real di Alfredo Di Stéfano, con l’argentino Ernesto Grillo. Il Real Madrid però pareggiò di nuovo, al 79°, con Héctor Rial e infine ai supplementari Francisco Gento segnò il gol decisivo per la vittoria del Real Madrid. Era la seconda edizione della coppa, il Real vinse le prime cinque. Nel 1963 il Milan diventò la prima italiana a vincerla.
Ma la partita più significativa per il Milan fu la semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni 1988-1989, ancora oggi considerata una delle migliori partite mai giocate da una squadra italiana in Europa. Il Milan, allenato da Arrigo Sacchi, aveva vinto il campionato nella stagione precedente giocando un calcio rivoluzionario, basato sul pressing a tutto campo, sulla difesa a zona e sul controllo costante del pallone e degli spazi, tutti concetti di gioco oggi molto diffusi ma che all’epoca quasi nessuno conosceva, o comunque applicava con quella costanza e precisione. Nella stagione 1988-1989 aveva quindi l’obiettivo di tornare a vincere la Coppa dei Campioni, vent’anni dopo l’ultima volta.
Dopo aver eliminato il Vitosha Sofia, la Stella Rossa di Belgrado e il Werder Brema, in semifinale il Milan giocò contro il Real Madrid che stava dominando il campionato spagnolo e non perdeva da 37 partite ufficiali. Già all’andata, giocata a Madrid, il Milan si dimostrò nettamente superiore agli avversari nonostante l’1-1 finale. Al ritorno, il 19 aprile 1989, il Milan dominò per tutti i 90 minuti: segnarono Carlo Ancelotti, Frank Rijkaard, Ruud Gullit, Marco van Basten e Roberto Donadoni, finì 5-0 e il Milan si qualificò per la finale. Un mese dopo vinse la coppa battendo 4-0 la Steaua Bucarest.
Milan e Real Madrid si affrontarono anche in un’altra stagione che finì con la vittoria della coppa per il Milan, nel 2002-2003. Il Real Madrid era campione d’Europa in carica ed era nel periodo dei cosiddetti galácticos. Era una squadra fatta di “stelle”, da qui il nome, cioè giocatori celebri, forti e molto offensivi che il presidente Florentino Pérez aveva messo insieme per farli giocare più o meno tutti assieme, anche a costo di avere una squadra squilibrata e poco organizzata: Luís Figo, Zinedine Zidane, Ronaldo, Raúl (la stagione successiva si aggiunse anche David Beckham). Il Milan invece veniva da un paio di stagioni negative e per rilanciarsi circa un anno prima aveva nominato come allenatore Carlo Ancelotti, che oggi allena proprio il Real Madrid.
Il 26 novembre 2002 si giocò a San Siro Milan-Real Madrid per il secondo girone (in quegli anni la Champions era organizzata con due fasi a gironi e poi la fase a eliminazione diretta che partiva dai quarti di finale). Al 40° del primo tempo ci fu l’azione decisiva: un preciso passaggio in verticale del trequartista portoghese Manuel Rui Costa mise davanti al portiere avversario l’attaccante ucraino Andriy Shevchenko, che di destro segnò il gol dell’1-0 con cui il Milan batté il Real Madrid. Nella partita di ritorno, l’ultima del girone, il Real vinse 3-1 ma il Milan si qualificò lo stesso come prima in classifica. Alla fine il Real Madrid fu eliminato in semifinale dalla Juventus, mentre il Milan eliminò l’Inter in semifinale e vinse ai tiri di rigore la prima, e finora unica, finale di Champions League giocata tra due squadre italiane, contro la Juventus.
La vittoria forse più sorprendente per il Milan fu però nell’autunno di 15 anni fa, il 21 ottobre 2009. Dopo 7 anni, il Milan giocava la prima stagione senza Carlo Ancelotti come allenatore: al suo posto c’era il brasiliano Leonardo, ex calciatore del Milan che ha avuto un’ottima carriera soprattutto da dirigente. La squadra era in un periodo di transizione dopo il grande ciclo di Ancelotti e a Madrid ritrovava un suo ex calciatore molto apprezzato e amato dai tifosi, il brasiliano Ricardo Kaká, che l’estate precedente era stato ceduto al Real.
Al Santiago Bernabeu di Madrid si giocò una di quelle partite che media e commentatori tentano di spiegare con espressioni astratte e quasi soprannaturali come “DNA europeo” o “mistica”, cioè la capacità di una squadra di esprimersi al meglio nelle più importanti partite internazionali. Sono concetti che in questi ultimi anni sono stati spesso utilizzati per raccontare anche le eccezionali rimonte compiute in Champions League dal Real Madrid.
Nel 2009 il Milan vinse 3-2 grazie al gol di Andrea Pirlo e alla doppietta dell’attaccante brasiliano Alexandre Pato, che aveva vent’anni ed era ritenuto uno degli attaccanti più talentuosi e promettenti al mondo. Negli anni successivi invece la sua carriera fu compromessa e rimase inespressa per via di una lunga serie di infortuni.
Due minuti prima del 90° Pato segnò il gol decisivo con un tiro al volo di destro su passaggio di Clarence Seedorf. Quel 3-2 del 21 ottobre 2009 fu la prima vittoria ottenuta dal Milan al Bernabeu e anche l’ultima volta in cui il Milan ha battuto il Real in generale.