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  • Martedì 5 novembre 2024

Il lungo sciopero a Boeing è finito

Dopo sette settimane di mobilitazione i lavoratori hanno accettato un aumento del 38 per cento dello stipendio in 4 anni

Lo spoglio dei voti dei dipendenti di Boeing a Seattle, lunedì 4 novembre (AP Photo/ Lindsey Wasson)
Lo spoglio dei voti dei dipendenti di Boeing a Seattle, lunedì 4 novembre (AP Photo/ Lindsey Wasson)

I dipendenti di Boeing hanno votato in favore di un nuovo contratto collettivo che metterà fine allo sciopero organizzato nella nota azienda statunitense che produce aerei civili e militari, in corso da sette settimane. I dipendenti hanno ottenuto un aumento dello stipendio del 38 per cento: la sua applicazione sarà distribuita su quattro anni. L’International Association of Machinists and Aerospace Workers (IAM), il sindacato, ha detto che i circa 33mila lavoratori in sciopero potranno tornare al lavoro già da mercoledì, o al più tardi entro il 12 novembre.

Il nuovo contratto è stato approvato dal 59 per cento dei dipendenti che lunedì hanno votato nella sede di Seattle, nello stato di Washington, quella in cui si concentra la maggior parte della produzione di aerei commerciali. L’affluenza è stata dell’80 per cento. La proposta è la quarta avanzata dall’azienda e la terza a essere messa al voto da quando è iniziato lo sciopero lo scorso 13 settembre. In base al nuovo contratto,  lo stipendio medio di un operaio passerà quindi dagli attuali 75mila dollari annui a circa 119mila entro il 2028. Nell’accordo è incluso anche un bonus una tantum di circa 12mila dollari.

Non include invece il rinnovo di un piano pensionistico che i dipendenti chiedevano di ripristinare, dopo che era stato eliminato da Boeing 10 anni fa durante le trattative per mantenere la produzione di aerei di linea nell’area di Seattle, ma considerato dall’azienda economicamente insostenibile. Nonostante il nuovo contratto non rispetti diverse delle richieste dei lavoratori, già prima del voto i sindacati avevano detto di approvare la proposta, ritenendo di non poter ottenere maggiori concessioni da Boeing. Il CEO Kelly Orberg ha detto che «gli ultimi mesi sono stati difficili per tutti, ma siamo parte della stessa squadra».

Boeing era già in difficoltà economiche e lo sciopero, che aveva bloccato la produzione della maggior parte degli aerei dell’azienda tra cui anche il 737 Max, il più venduto, stava aggravando ulteriormente la sua situazione. Secondo la società di consulenza Anderson Economic Group, l’interruzione di queste ultime settimane è costata a Boeing circa 10 miliardi di dollari. Per questo a fine ottobre l’azienda aveva lanciato un’offerta pubblica sul mercato azionario, con la quale era riuscita a raccogliere circa 22 miliardi di euro ed evitare il declassamento dei titoli.

Parte della crisi di Boeing è dovuta anche al grave incidente dello scorso 5 gennaio, quando un aereo di sua produzione aveva perso un pezzo della cabina passeggeri mentre era in volo a quasi 5mila metri di altitudine. In seguito all’accaduto, le agenzie per la sicurezza aerea degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e del Regno Unito avevano aperto un’indagine e ordinato alle compagnie aeree di sospendere l’uso dei Boeing 737 Max 9 finché non fossero esaminati.