Il partito al governo del Botswana dal 1966 ha perso nettamente le elezioni
Nel paese dell'Africa meridionale si votava per eleggere 61 dei 69 seggi del parlamento: a spoglio quasi completato il BDP ne ha ottenuti solo quattro
Il Partito Democratico del Botswana, il partito di centrodestra che ha governato il paese dell’Africa meridionale negli ultimi 58 anni, ha perso nettamente le elezioni parlamentari che si sono tenute mercoledì. In base ai risultati preliminari, a scrutinio quasi completo il BDP (l’acronimo con cui è noto in inglese) ha ottenuto solo quattro seggi, mentre i tre principali partiti di opposizione messi insieme 50, ben oltre la soglia per avere la maggioranza in parlamento.
In un discorso tenuto nelle prime ore di venerdì l’attuale presidente, Mokgweetsi Masisi, ha riconosciuto la sconfitta del BDP, dicendo che si farà da parte e agevolerà il passaggio di potere agli altri partiti.
Il Botswana ha circa 2,3 milioni di abitanti, ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1966 e deve gran parte della propria ricchezza al fatto di essere il secondo produttore di diamanti grezzi dopo la Russia. Il presidente del paese resta in carica cinque anni ed è anche il capo del governo. Finora era sempre stato un membro del BDP, che aveva vinto tutte e undici le elezioni dal momento dell’indipendenza: in questi anni tuttavia i consensi per il partito sono diminuiti principalmente a causa del peggioramento della situazione economica.
Sempre in base ai risultati parizali la coalizione di centrosinistra Ombrello per il Cambiamento democratico (UDC), guidata dall’avvocato e attivista per i diritti umani Duma Boko, ha ottenuto 32 seggi; il Mephato Reatile (BPF), sostenuto dall’ex presidente Ian Khama, che aveva abbandonato il BDP, cinque, mentre il Saleshando (BCP), tredici.
Mercoledì si votava per rinnovare 61 dei 69 seggi dell’Assemblea nazionale, a cui poi spetterà eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che come il presidente dell’Assemblea è un membro di diritto del parlamento, mentre altri sei deputati vengono nominati dal governo. Dati i risultati delle elezioni il favorito alla presidenza è proprio Boko, che non ha ancora parlato pubblicamente. In campagna elettorale aveva insistito perlopiù su temi come l’aumento del salario minimo e l’ampliamento delle tutele sociali, e aveva promesso di adottare una strategia economica per incentivare la creazione di posti di lavoro.
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