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  • Mercoledì 23 ottobre 2024

La pizzeria di Düsseldorf che nascondeva la cocaina in una pizza

La numero 40 del suo menù, che veniva consegnata con la droga sotto la base: tre persone sono state arrestate

(Alan Hardman/Unsplash)
(Alan Hardman/Unsplash)
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Martedì la polizia tedesca ha reso noti i risultati di una vasta inchiesta che ha portato all’arresto di tre persone accusate di far parte di una rete criminale che spacciava cocaina nella Renania Settentrionale-Vestfalia, lo stato più popoloso della Germania, nascondendola in una particolare pizza disponibile nel menù di una pizzeria a Düsseldorf.

Le indagini erano iniziate a marzo, quando la polizia aveva arrestato il proprietario della pizzeria, un cittadino croato di 36 anni, dopo aver ricevuto una segnalazione da parte dell’ispettorato del lavoro, che aveva trovato della cocaina ispezionando la cucina del locale. Grazie a successivi accertamenti, gli agenti avevano scoperto che il proprietario della pizzeria la consegnava ai clienti che ordinavano una specifica pizza del menù: la numero 40.

La polizia non ha diffuso altri dettagli su come avvenissero concretamente gli ordini, né su come ristorante e clienti si accordassero sulla quantità di cocaina da allegare alla pizza. Non è chiaro neanche quale fosse il prezzo della pizza numero 40, né quali fossero i suoi condimenti: «anche se lo sapessimo, non lo diremmo pubblicamente», ha detto un portavoce della polizia. Michael Graf von Moltke, l’ispettore che ha coordinato le indagini, ha detto però che la pizza 40 era una delle più richieste, e che la cocaina veniva nascosta sotto la base della pizza.

Al momento dell’arresto, la polizia aveva trovato nell’appartamento del proprietario della pizzeria più di un chilo e mezzo di cocaina, 400 grammi di cannabis, 280mila euro in contanti, diversi orologi di lusso, una pistola e alcune armi da taglio. L’uomo era stato rilasciato due giorni dopo l’arresto per via dell’assenza di precedenti penali, ma aveva da subito ricominciato a vendere la cocaina utilizzando lo stesso metodo.

La polizia aveva quindi iniziato a sorvegliare il locale, scoprendo che l’uomo acquistava la cocaina da una rete criminale di cui facevano parte anche le tre persone poi  arrestate lunedì, tra cui il presunto capo dell’organizzazione: un cittadino tedesco di origine russa di 22 anni con diversi precedenti penali, accusato di aver ripetutamente aggredito e derubato spacciatori rivali. Il proprietario della pizzeria si trova in custodia cautelare dallo scorso agosto, e la sua attività è stata chiusa.

Secondo la polizia, l’organizzazione avrebbe acquistato «chili» di cannabis e cocaina per poi rivenderli ad altri spacciatori e avrebbe allestito delle serre per la coltivazione di cannabis in alcuni appartamenti privati, tra cui uno di Mönchengladbach in cui sono state trovate più di 300 piante. Durante l’indagine, che ha coinvolto più di 150 agenti, sono state perquisite 16 proprietà in nove città e sono stati sequestrati diversi depositi d’armi.

Alcuni giornali tedeschi hanno notato la curiosa somiglianza del caso con Lammbock, un film tedesco del 2001 che racconta la storia di due proprietari di pizzerie che distribuiscono illegalmente cocaina consegnando pizze a domicilio.