I 12 migranti mandati in Albania sono arrivati a Bari

Hanno 14 giorni per fare ricorso contro il rifiuto della loro richiesta di asilo, che verrà probabilmente accolto

La nave Libra della Marina Militare nel porto albanese di Shengjin (ANSA/US POLIZIA ALBANIA)
La nave Libra della Marina Militare nel porto albanese di Shengjin (ANSA/US POLIZIA ALBANIA)
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Sabato pomeriggio sono sbarcati al porto di Bari i 12 migranti che questa settimana erano stati portati nei discussi centri per richiedenti asilo fatti costruire dal governo italiano in Albania. Il tribunale di Roma però non aveva convalidato i decreti per il loro trattenimento, e aveva stabilito che sarebbero dovuti tornare in Italia. Dovrebbero ora essere portati nel centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Bari.

Contestualmente al rigetto dei decreti di trattenimento, la commissione territoriale (cioè l’organo che valuta le richieste d’asilo delle persone che presentano la domanda in Italia) aveva esaminato le loro domande di protezione internazionale con la cosiddetta procedura accelerata, e le aveva respinte. I migranti hanno a disposizione 14 giorni per fare ricorso contro questa decisione. Alcuni potrebbero però decidere di non farlo, di lasciare l’Italia, oppure di rimanere nel paese diventando irregolari alla scadenza dei termini del ricorso.

L’hotspot allestito nel porto di Shengjin, in Albania (ANSA/Armand Mero)

Se riusciranno a presentare il ricorso in tempo è probabile che il tribunale lo accoglierà e imporrà allo stato italiano di esaminare la loro richiesta di asilo con la procedura ordinaria, in base a una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulla cosiddetta questione dei “paesi sicuri”.

Nei piani del governo, la permanenza in Albania e l’esame delle richieste con procedura accelerata dovrebbero riguardare infatti solo i migranti che provengono da “paesi sicuri”, cioè quelli che secondo il governo italiano rispettano l’ordinamento democratico e i diritti delle persone. Quella di “paese sicuro” è una classificazione controversa, che è stata messa in discussione anche da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea dello scorso 4 ottobre. Questa dice che per essere considerato sicuro un paese deve esserlo per tutti quelli che ci vivono e in tutto il suo territorio. Tuttavia, quasi nessuno dei 22 paesi che fanno parte della lista stilata dal governo italiano rispetta questi due criteri, nemmeno Bangladesh ed Egitto, i paesi di origine dei 12 migranti portati in Albania e poi riportato in Italia.

È probabile che il tribunale accoglierà il ricorso e deciderà che le loro richieste di asilo debbano essere esaminate con procedura ordinaria, che non prevede la detenzione (a meno di casi eccezionali). I migranti saranno quindi liberi sul territorio italiano, e potrebbero provare ad abbandonare il paese.