In un pezzo di Australia è di nuovo possibile mandare in prigione bambini di 10 anni
È così anche in gran parte del resto del paese: il Northern Territory aveva smesso di farlo nel 2022, ma ora ha cambiato idea
Questa settimana il governo del Northern Territory, uno degli otto stati o territori in cui è divisa l’Australia, ha deciso di abbassare nuovamente l’età della responsabilità penale, ovvero quella in cui un minorenne che ha commesso un reato è imputabile e può essere punito con la prigione. L’età della responsabilità penale è particolarmente bassa in tutta l’Australia, ma negli ultimi anni quasi tutti gli stati hanno cominciato a discutere la possibilità di alzarla per avvicinarsi di più allo standard raccomandato dalle Nazioni Unite, ovvero 14 anni (come succede in Italia).
Il Northern Territory era stato il primo stato a farlo, approvando una legge che alzasse l’età della responsabilità penale da 10 a 12 anni nell’ottobre del 2022 e ampliando al contempo i programmi e i servizi di sostegno per le famiglie di bambini particolarmente problematici. Il nuovo governo di centrodestra, eletto nell’agosto del 2024, ha però deciso di annullare la legge, abbassando quindi di nuovo l’età della responsabilità penale a 10 anni.
La prima ministra dello stato, Lia Finocchiaro, ha detto di aver preso la decisione per ridurre i tassi di criminalità minorile, dato che nell’ultimo anno in alcune città del Northern Territory c’è stata una serie di reati contro la proprietà, per cui sono stati accusati principalmente minorenni della comunità aborigena, particolarmente vulnerabile e radicata soprattutto in contesti di povertà, disagio sociale e abitativo.
Il Northern Territory incarcera già i minori a un tasso 11 volte superiore a quello di tutti gli altri stati del paese. Quasi sempre, ha detto la commissaria per l’infanzia del Northern Territory Shahleena Musk, i bambini detenuti sono aborigeni, puniti con il carcere molto più frequentemente rispetto ai minori non aborigeni responsabili di reati dello stesso tipo. Il Northern Territory è di gran lunga il meno popolato fra gli stati e i territori australiani, e quello con la percentuale più alta di popolazione aborigena: mentre a livello nazionale costituisce meno del 4 per cento della popolazione, nel Northern Territory è attorno al 30 per cento.
Finocchiaro, che aveva promesso di introdurre nuove misure repressive per rispondere alla criminalità durante la campagna elettorale, ha detto che l’abbassamento dell’età della responsabilità penale aiuterà i bambini a restare lontani dalla criminalità in futuro. Secondo Shahleena Musk, per prevenire il crimine sarebbe più opportuno lavorare sui contesti di provenienza dei bambini aborigeni: «Accetto che nelle nostre comunità ci siano molte persone spaventate e che la criminalità sia molto presente sia sui media che sui social network», ha detto alla BBC. «Ma se ci basiamo sui fatti e iniziamo ad affrontare le cause dalla radice, sarà meno probabile che i ragazzi commettano nuovi reati».
– Leggi anche: Le pagine che denunciano la piccola criminalità sui social
Gran parte dei ricercatori che si occupano del tema e varie organizzazioni per i diritti umani, sia australiane che internazionali, ritiene che l’incarcerazione dei minori, soprattutto così giovani, non aiuti effettivamente a ridurre la criminalità. Al contrario ritiene che aumenti la probabilità che i giovani, una volta scarcerati, tornino a delinquere. L’incarcerazione ha inoltre un forte impatto negativo sulla salute, sull’istruzione e sulla futura possibilità di trovare un lavoro dei minorenni detenuti.
«Tutti vogliamo vivere in comunità sicure, ma il piano del governo del Northern Territory va in direzione contraria rispetto a tutte le indicazioni che abbiamo dato finora», ha commentato la commissaria nazionale australiana per l’infanzia Anne Hollonds, la cui commissione negli ultimi anni ha lavorato molto per favorire l’innalzamento dell’età della responsabilità penale. «Prima un bambino entra a contatto con il sistema della giustizia penale, più è probabile che poi vada a commettere crimini più gravi e violenti. Abbassare l’età a 10 anni non renderà le comunità più sicure, porterà solo a un aumento del tasso di reati minorili. Parliamo di bambini in età da scuola elementare: le risposte dure e punitive non sono la soluzione».
All’inizio del 2024, la Commissione australiana per i diritti umani (che è un’agenzia federale indipendente dal governo) ha consigliato ai governi locali di investire in servizi di sostegno alle famiglie più fragili piuttosto che spendere per incarcerare i minori.
– Leggi anche: In Italia la giustizia minorile non è fatta per punire