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  • Mercoledì 16 ottobre 2024

Quattro dei 16 migranti arrivati in Albania devono già essere riportati in Italia

Due in quanto minorenni, e due perché in cattive condizioni di salute: erano arrivati in Albania mercoledì mattina

La nave Libra in arrivo al porto di Shengjin con i primi migranti, 16 ottobre (Armando Babani/ZUMA/Ansa)
La nave Libra in arrivo al porto di Shengjin con i primi migranti, 16 ottobre (Armando Babani/ZUMA/Ansa)
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Dopo un viaggio di due giorni, mercoledì mattina è arrivata nel porto albanese di Shengjin la nave Libra della Marina militare italiana, con a bordo 16 migranti provenienti da Egitto e Bangladesh e soccorsi in mare dalle autorità italiane. È stato il primo trasferimento di questo tipo, previsto dal nuovo sistema di gestione dei migranti in arrivo verso le coste italiane voluto dal governo di Giorgia Meloni.

Dopo essere stati fatti sbarcare a Shengjin, i migranti hanno incontrato medici, interpreti e mediatori culturali: hanno fatto delle visite mediche e sono stati dati loro vestiti e cibo prima di essere identificati. Durante questi controlli, però, è emerso che quattro di loro non rientrano nei criteri dell’accordo stretto tra Italia e Albania e quindi dovranno essere riportati in Italia. Due di loro sono uomini egiziani adulti in cattive condizioni di salute, gli altri due dei sedicenni provenienti dal Bangladesh. Nella serata di mercoledì sono quindi stati accompagnati a una motovedetta che li riporterà sulla Libra, in modo che vengano portati in Italia.

L’accordo tra il governo albanese e quello italiano prevedeva infatti che nei centri del paese venissero portati migranti maschi adulti, soccorsi dalle navi delle autorità italiane, ritenuti non vulnerabili e provenienti da “paesi sicuri”, ossia dove secondo il governo italiano vengono rispettati l’ordinamento democratico e i diritti delle persone (la lista di “paesi sicuri” è da tempo dibattuta e criticata da varie organizzazioni internazionali perché comprende paesi che difficilmente possono essere considerati “sicuri”, tra cui la Tunisia).

Gli altri dodici in teoria dovrebbero essere trasferiti a Gjader, una frazione del comune di Lezhë nell’entroterra del paese. Lì ci sono altre due strutture: un centro di prima accoglienza per i migranti che chiederanno asilo, da 880 posti, e un Centro di permanenza e rimpatrio (CPR) da 144 posti, dove finiranno i migranti la cui richiesta di asilo verrà respinta, in attesa di un eventuale rimpatrio (che si può compiere soltanto se il paese di origine di quella persona accetta di riaccoglierla nel proprio territorio). Non è però ancora chiaro se verranno davvero portati a Gjader o se per ora rimarranno a Shengjin: fino a pochi giorni fa nei centri di Gjader dovevano ancora essere completati dei piccoli lavori, per renderli interamente operativi.

– Leggi anche: Cosa succederà ai migranti portati in Albania, in teoria

La Libra, invece, tornerà verso l’Italia. È previsto che si riposizioni nella zona SAR italiana, cioè nel tratto di mare in cui l’Italia si impegna a garantire un servizio di ricerca e soccorso, nell’angolo più vicino possibile alle coste della Tunisia e della Libia, cioè i due paesi da dove partono le imbarcazioni di migranti dirette in Italia. Lì attenderà che a bordo arrivino altre persone migranti che secondo il nuovo sistema dovranno essere portate nei centri in Albania.