In Svezia è iniziato il processo contro Rasmus Paludan, il politico di estrema destra danese che bruciò il Corano in varie manifestazioni

Rasmus Paludan mentre brucia una copia del Corano in una manifestazione in Svezia, nel maggio del 2022 (Jonas Gratzer/Getty Images)
Rasmus Paludan mentre brucia una copia del Corano in una manifestazione in Svezia, nel maggio del 2022 (Jonas Gratzer/Getty Images)

Lunedì in Svezia è iniziato il processo contro Rasmus Paludan, leader del partito danese di estrema destra Stram Kurs (“Linea dura”), che nel 2022 organizzò diverse manifestazioni anti-islamiche nel paese in cui bruciò copie del Corano, il testo sacro dell’Islam. I raduni causarono diversi scontri con gruppi di contromanifestanti, anche piuttosto violenti. Paludan, che ha 42 anni e ha partecipato alla prima udienza in video, è accusato di incitamento all’odio e oltraggio nei confronti di un gruppo etnico. Durante le manifestazioni del 2022 Paludan tenne diversi discorsi dai contenuti razzisti e islamofobi, in cui insultò le persone di fede islamica e in generale persone «arabe e africane» e in un raduno del maggio di quell’anno bruciò una copia del Corano.

Lo fece di nuovo nel gennaio del 2023, davanti alla sede dell’ambasciata turca a Stoccolma: quel rogo causò grosse polemiche e proteste in Turchia, e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan minacciò che non avrebbe ratificato l’ingresso della Svezia nella NATO, decisione a cui si opponeva da mesi accusando il governo svedese di sostenere e accogliere membri di alcune organizzazioni curde che la Turchia (così come la maggior parte dei paesi occidentali) ritiene terroristiche. Dopo molte trattative la Svezia è entrata ufficialmente nella NATO nel marzo del 2024.