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  • Lunedì 14 ottobre 2024

Trentamila spettatori sono ancora un’eccezione per la Serie A femminile

Si raggiunge un pubblico così ampio quando l'ingresso è gratuito, come domenica per Juventus-Roma; nonostante questo il movimento è in crescita lenta ma costante

La centrocampista della Juventus Martina Rosucci si fa una foto con i tifosi dopo la partita contro la Roma (Jonathan Moscrop/CSM via ZUMA Press Wire)
La centrocampista della Juventus Martina Rosucci si fa una foto con i tifosi dopo la partita contro la Roma (Jonathan Moscrop/CSM via ZUMA Press Wire)
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Domenica pomeriggio si è giocata la partita di Serie A femminile di calcio tra Juventus e Roma, finita 2 a 1 per la Juventus con i gol di Barbara Bonansea e Sofia Cantore. Poiché la Serie A maschile era in pausa per le Nazionali, la Juventus ha deciso di spostare la partita all’Allianz Stadium, lo stadio solitamente utilizzato dalla squadra maschile, per consentire l’ingresso a un maggior numero di spettatori, anche perché giocavano le due migliori squadre del campionato. Allo Stadium c’erano circa 33mila persone a vedere la partita, tra le quali circa 500 tifosi della Roma in trasferta.

Negli ultimi anni tra Juventus e Roma si è sviluppata la più accesa rivalità del calcio femminile italiano. Le due squadre sono arrivate ai primi due posti della Serie A nelle ultime tre stagioni. La Roma ha vinto gli ultimi due campionati, mentre i cinque precedenti erano stati vinti dalla Juventus. Molte delle migliori giocatrici della Nazionale italiana inoltre giocano nella Juventus (Cantore, Bonansea, Cristiana Girelli, Martina Rosucci) o nella Roma (Elena Linari, Valentina Giacinti, Manuela Giugliano, che è diventata la prima italiana tra le 30 giocatrici candidate al Pallone d’Oro). Infine Juventus e Roma sono state le ultime due squadre a raggiungere la fase a eliminazione diretta della Champions League, il principale torneo europeo, nel 2022 e nel 2023.

Come nel caso di uno Juventus-Fiorentina giocato nel 2019 allo Stadium, che rimane la partita di Serie A femminile con più pubblico (39.027 persone), gli spettatori di Juventus-Roma di domenica scorsa non erano paganti: i biglietti erano gratis. Il pubblico che segue il calcio femminile in Italia, allo stadio o in televisione, sta aumentando negli ultimi anni, ma i numeri sono ancora imparagonabili non solo a quelli della Serie A maschile, che è molto più ricca e ha un tifo, un’esposizione mediatica e una tradizione maggiori, ma anche a quelli del campionato inglese femminile o della Serie A femminile di pallavolo, per esempio. Per il momento partite come quella di domenica rimangono insomma eccezioni.

Nell’ultimo report sul calcio della FIGC, la federazione calcistica italiana, si legge che nella stagione 2022-2023, l’ultima di cui si hanno i dati e la prima dall’introduzione del professionismo nel calcio femminile, l’affluenza media negli stadi della Serie A è stata di 465 spettatori per partita. Pochissimi, se paragonati ai 29.371 della Serie A maschile o ai circa 2mila del campionato femminile di pallavolo, anche se nel 2017-2018 erano meno della metà (208). Nel 2023-2024 sono ulteriormente cresciuti rispetto alla stagione precedente.

Nel 2022-2023 gli spettatori di tutte le partite di Serie A femminile sono stati in totale 60.414, appena il doppio di quanti ce n’erano domenica allo Stadium in una singola partita; la partita col maggior numero di spettatori di quel campionato (nel quale non si è mai giocato in stadi di squadre maschili) fu un Roma-Fiorentina con 2.767 persone. È una questione anche di impianti: la Roma gioca le partite casalinghe allo Stadio Tre Fontane, che può ospitare circa 3mila tifosi, mentre la Juventus da qualche anno gioca allo Stadio La Marmora-Pozzo di Biella, con meno di 6mila posti a circa 80 chilometri di distanza da Torino.

In Europa ci sono squadre femminili come l’Arsenal, il Barcellona e il Manchester United che fanno più di 10mila spettatori a partita. I biglietti per una partita dell’Arsenal, che gioca sempre nello stesso stadio della squadra maschile, costano tra i 10 e i 28 euro. I biglietti per vedere il Barcellona, probabilmente la miglior squadra europea, costano tra i 16 e i 39 euro, mentre un biglietto per vedere la Roma femminile costa tra i 3 e i 12 euro.

Anche le persone che guardano la Serie A femminile in televisione o da altri dispositivi stanno crescendo: nel 2018-2019 le partite, all’epoca trasmesse su Sky, avevano un’audience media di 68.617 spettatori; nel 2022-2023 su La7 (quindi in chiaro) si arrivò a 119.256 spettatori di media. Dallo scorso anno le partite di Serie A femminile sono trasmesse da DAZN e dalla Rai, che ne mostra in chiaro una a settimana. Juventus-Roma è stata trasmessa su Rai 2 e secondo la Rai è stata seguita da 432mila spettatori con il 4,3 per cento di share. Significa che il 4,3 per cento delle persone che guardava la tv domenica pomeriggio stava guardando la partita, un dato leggermente inferiore rispetto ai 440mila che guardarono, sempre su Rai 2, un altro Juventus-Roma, quello della Supercoppa italiana giocata lo scorso gennaio. La partita di domenica è stata trasmessa in 110 paesi diversi.

DAZN e la Rai comprarono i diritti per la Serie A 2023-2024 per poco più di 1 milione di euro, mentre la cifra per la quale sono stati venduti i diritti del triennio 2025-2027 non è stata resa nota (su DAZN si vede anche la Champions League femminile). Per dare due termini di paragone: i diritti per trasmettere la Serie A maschile di calcio per il quinquennio 2024-2029 sono stati acquistati da DAZN e da Sky per circa 900 milioni di euro a stagione; i diritti per far vedere in Inghilterra la stagione 2024-2025 di Women’s Super League, il campionato femminile inglese di calcio, sono stati venduti a Sky Sports e alla BBC, che hanno pagato in tutto circa 8,5 milioni di euro (7 milioni di sterline) per mostrare le principali partite, non tutte.

Frederikke Thogersen e Barbara Bonansea durante l’ultimo Juventus-Roma (Jonathan Moscrop/CSM via ZUMA Press Wire)

Il calcio femminile in Italia ha cominciato a crescere di rilevanza verso la seconda parte degli anni Dieci, da quando i principali club maschili come la Juventus, il Milan e (solo da qualche anno) l’Inter istituirono squadre femminili legate direttamente al club, una cosa che la FIGC consente dal 2015 e che invece in altri paesi europei accadeva anche da parecchio prima. Con qualche eccezione e differenza, oggi le più forti squadre italiane ed europee a livello maschile sono tra le più forti e prestigiose anche nel femminile. Nel 2019 la Nazionale italiana ottenne il suo miglior risultato della storia ai Mondiali, arrivando fino ai quarti di finale, e questo generò un aumento dell’interesse e dell’esposizione mediatica del calcio femminile.

In questi anni non è cresciuto solo il numero degli spettatori, ma anche il livello di gioco: le squadre italiane propongono un calcio sempre più divertente e moderno e le partite in generale sono più godibili ed equilibrate (il report della FIGC raccontava che la Serie A è il campionato in Europa in cui ci sono meno partite che finiscono con più di 3 gol di scarto tra la vincente e la perdente).

Dal 2022-2023 è stato inoltre introdotto un nuovo formato, assai diverso da quello della Serie A maschile. C’è una prima fase in cui le 10 squadre si affrontano normalmente su andata e ritorno, poi le prime 5 del campionato proseguono in un campionato decisivo per l’assegnazione dello Scudetto (la cosiddetta poule Scudetto), mentre le ultime 5 giocano un altro campionato per determinare quale squadra retrocede. Questo da un lato ha aumentato il numero di partite e soprattutto di partite tra le migliori squadre, dall’altro lato però ha reso forse meno avvincente la parte finale di stagione, perché le squadre nella seconda fase ripartono dai punti già fatti in precedenza (la scorsa stagione la Roma iniziò la poule con 8 punti di vantaggio sulla Juventus).

In generale però il calcio femminile in Italia non è ancora uscito dalla sua nicchia di pubblico, come invece è successo in altri paesi come Inghilterra e Spagna, che non a caso si sono giocate l’ultima finale dei Mondiali. Le uniche volte in cui riesce a farlo è quando si lega di più a quello maschile, giocando negli stadi delle squadre maschili, con i tifosi delle squadre maschili, in partite percepite come importanti anche nel calcio maschile. Non è ancora chiaro se questa affiliazione andrebbe sfruttata ulteriormente, facendo di fatto coincidere il tifo per le squadre maschili con quello per le squadre femminili (cosa che avviene in parte da quando le seconde sono diventate diretta espressione delle prime), o se invece il calcio femminile dovrebbe puntare su un pubblico diverso.

In ogni caso le calciatrici tesserate stanno aumentando: nel 2008-2009 in Italia erano 18.854; nel 2022-2023 sono diventate 42.852. Le ragazzine che giocano a calcio sono quasi triplicate, visto che nel 2008-2009 le tesserate FIGC tra i 10 e i 15 anni erano 6.628 e nel 2022-2023 erano 17.721. Sono numeri in crescita, ma ancora lontani sia dai paesi con una popolazione simile all’Italia (l’Inghilterra ha oltre 200mila tesserate) sia dai paesi più piccoli come il Belgio, che ha più o meno un quinto degli abitanti dell’Italia ma ha circa 10mila calciatrici tesserate in più.