C’è una prima nave diretta verso i centri per migranti in Albania

Lo ha confermato il ministero dell’Interno: la nave dovrebbe arrivare a destinazione mercoledì

L'hotspot di Shengjin, Albania, 11 ottobre (REUTERS/ Florion Goga)
L'hotspot di Shengjin, Albania, 11 ottobre (REUTERS/ Florion Goga)
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La nave della marina militare italiana Libra sta portando in Albania il primo gruppo di persone migranti che saranno trattenute nei discussi centri per richiedenti asilo voluti dal governo italiano, completati la settimana scorsa. La notizia delle prime persone migranti in transito verso l’Albania è stata confermata dal ministero dell’Interno all’ANSA. Secondo un portavoce dell’agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR) e alcuni giornalisti albanesi che preferiscono restare anonimi sentiti dal Post, è previsto che la nave arrivi in Albania mercoledì.

Il ministero dell’Interno ha fatto sapere al Post che a bordo della Libra ci sono 16 uomini egiziani e bengalesi. Sono stati soccorsi da barchini trovati nella notte fra domenica e lunedì in acque internazionali. Le persone in viaggio verso l’Albania appartengono insomma alla categoria di persone che l’Italia intende ospitare in quei centri: uomini adulti soccorsi dalle navi delle autorità italiane, ritenuti non vulnerabili e provenienti da paesi considerati “sicuri”, ossia quelli dove secondo il governo italiano l’ordinamento democratico e i diritti della popolazione vengono rispettati.

In teoria secondo la nuova prassi del soccorso in mare istituita dal governo italiano dopo l’apertura dei centri in Albania, subito dopo un’operazione di soccorso di migranti compiuta dalle autorità italiane nel Mediterraneo centrale tutte le persone vengono portate a bordo di una cosiddetta nave hub, cioè la Libra. Lì vengono divise fra quelle che saranno portate in Albania e quelle che invece andranno sbarcate in Italia: cioè le donne, i minori e le persone vulnerabili. Il ministero dell’Interno ha fatto sapere al Post che le persone dirette in Albania non passano per la terraferma italiana: le attività di screening, cioè di sommaria valutazione sulla loro condizione, vengono effettuate in mare.

Al momento non è stato possibile ricostruire dove siano state portate le donne, i minori e le persone vulnerabili soccorse durante le operazioni delle ultime ore: se cioè si trovano ancora a bordo della Libra o sono state portate in un porto italiano.

I centri per persone migranti in questione sono l’hotspot di Shengjin, una città costiera circa un’ora di macchina a nord della capitale albanese Tirana dove le persone vengono fatte sbarcare e identificate, e il centro di prima accoglienza per richiedenti asilo a Lezhë, nell’entroterra rurale del paese, dove c’è anche un centro di permanenza e rimpatrio (CPR). Gli accordi tra Italia e Albania prevedono che le richieste vengano gestite entro quattro settimane: in caso di esito positivo le persone potranno essere trasferite in un centro d’accoglienza in Italia, altrimenti verranno rimpatriate nel paese d’origine.

Da mesi circolano enormi perplessità sulla conformità di questo sistema alle norme europee e internazionali sul diritto d’asilo a cui aderisce l’Italia: è possibile che già nei prossimi giorni le prime persone ad arrivare nei centri albanesi gestiti dall’Italia facciano ricorso contro la detenzione.

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