La linea 4 della metropolitana di Milano, infine

Sono serviti più di 10 anni per finire la “blu”, che attraversa la città dall'aeroporto di Linate fino alla zona sud ovest

(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
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Sabato alle 13:30 è stata inaugurata l’intera linea della metropolitana M4 di Milano che attraversa la città dal capolinea dell’aeroporto di Linate (a est) al capolinea della fermata san Cristoforo (a sud-ovest). Finora era stata aperta solo metà della linea, che da San Babila (in centro) arrivava fino all’aeroporto di Linate. Era un evento molto atteso, dal momento che questo progetto è partito più di dieci anni fa e che la sua costruzione ha richiesto molto più tempo del previsto, tra rinvii e ritardi, con notevoli disagi per migliaia di persone che abitano nelle aree intorno alle fermate.

Per l’occasione in tutta la città sono stati organizzati eventi e spettacoli gratuiti nei teatri, nei cinema, per le strade e anche nelle stazioni della metro. In realtà molte stazioni sono ancora in costruzione, ma il comune ha deciso di aprirle comunque, un po’ perché le scale per entrare e uscire sono pronte e un po’ perché la data dell’inaugurazione definitiva continuava a essere posticipata.

La M4, detta anche “la blu” (dopo la rossa, la verde e la gialla), è la quinta metropolitana costruita a Milano: esiste già una “M5”, la lilla, che fu progettata dopo ma completata prima, nel 2015. Attraversa parti della città che finora erano servite solo da mezzi di superficie, come bus e tram, ma trattandosi di zone centrali frequentate ogni giorno da migliaia di persone erano spesso congestionate dal traffico negli orari di entrata e di uscita da scuola e dal lavoro.

L’idea iniziale era di aprire le prime stazioni in tempo per l’Expo del 2015, ma i cantieri vennero continuamente rimandati: anche se il progetto risale alla fine degli anni ’90 (inizialmente si chiamava linea azzurra), il primo tratto tra l’aeroporto di Linate e la stazione del passante ferroviario di Milano Dateo è stato inaugurato solo nel 2022.

La metropolitana percorre una tratta lunga 15 chilometri, ha 21 stazioni ed è stata pensata per portare 86 milioni di passeggeri all’anno. In tutto i treni per la linea sono 47, 40 che viaggiano regolarmente e 7 di scorta.

La M4, costruita dall’azienda Webuild, ha avuto costi di realizzazione molto contenuti, tra i più bassi in Italia e non solo: secondo gli ultimi dati diffusi è costata circa 2,3 miliardi di euro, attorno ai 130 milioni al chilometro. Per fare un paragone, la metro C di Roma è costata 330 milioni di euro al chilometro e la metro A circa 380. La tratta centrale della linea 1 di Napoli arrivò invece a costare 480 milioni, ma all’estero ci sono anche casi più costosi: a New York e a Londra alcuni tratti costruiti di recente sono arrivati a costare alcuni miliardi di euro al chilometro.

Le stazioni sono state realizzate prevalentemente con l’utilizzo di una Tbm – Tunnel boring machine – quella che in gergo viene chiamata “talpa meccanica”, ovvero una gigantesca macchina per scavare i tunnel da sottoterra. È un metodo meno costoso rispetto a quello che viene utilizzato di solito, che è stato invece impiegato per realizzare le stazioni della M1 e della M2, ovvero il “cut and cover”. Quest’ultima modalità crea molti più disagi per la circolazione perché, come suggerisce il nome (che tradotto significa taglia e copri), consiste nell’aprire un buco nella strada, scavare dall’alto e poi richiudere il tutto.

La fermata San Babila della M4 (Ansa/Mourad Balti Touati)

L’uso della Tunnel boring machine è stato essenziale per scavare tunnel in alcune zone del centro città: è una modalità meno invadente e non richiede l’apertura di cantieri che invece servono per il sistema cut and cover, usato per esempio nelle aree periferiche dove ci sono spazi adeguati, meno monumenti, e dove è più facile deviare il traffico. Per tagliare i costi, il design delle stazioni è stato mantenuto molto semplice e in alcuni casi è stata utilizzata una “talpa meccanica” più grande, in modo da ricavare direttamente dallo scavo per il tunnel anche lo spazio per le banchine.

Dopo la M5, la M4 è la seconda linea leggera di Milano, ovvero una linea creata per portare meno persone, con vagoni più piccoli rispetto alle linee M1, M2 e M3. È anche una metropolitana ad “automatismo integrale”: ha infatti i sistemi tecnologici delle altre linee, ma consuma meno energia ed è dotata di un sistema di guida autonoma senza conducente, con una tecnologia per il controllo intelligente del traffico che dovrebbe garantire ai passeggeri standard di sicurezza più alti.

Negli ultimi giorni, l’apertura dell’ultimo tratto ha causato una piccola crisi diplomatica dovuta a un errore: alla segnaletica esterna della fermata di Santa Sofia è stata aggiunta per sbaglio anche la scritta “Università Bocconi”, nonostante la fermata sia più vicina all’università Statale, sia alla sua sede centrale che, ancora di più, alla sede distaccata di via Santa Sofia, appunto. Il comune ha spiegato che si è trattato di un errore, infatti nelle ultime settimane la scritta (che avrebbe dovuto essere all’interno, per indicare l’uscita da prendere per andare nella direzione dell’università Bocconi, a 17 minuti a piedi) è stata coperta da uno scotch blu: i cartelli verranno presto sostituiti.

(il Post)