La protesta di un sindaco toscano barricato per ore in una banca per evitarne la chiusura

È uno degli ultimi servizi rimasti a Londa, sull'Appennino in provincia di Firenze, dove è complicato evitare lo spopolamento

La manifestazione dei sindaci di fronte alla filiale di Londa
La manifestazione dei sindaci di fronte alla filiale di Londa (Comune di Londa/Facebook)
Caricamento player

Venerdì Tommaso Cuoretti, il sindaco di Londa, un paese dell’Appennino in provincia di Firenze, si è barricato per oltre sette ore all’interno della filiale della banca Intesa Sanpaolo per evitarne la chiusura. Cuoretti ha agito all’improvviso al termine di una manifestazione organizzata insieme ad altri sindaci della zona per protestare contro i pochi servizi garantiti nel territorio: alle 13:30 è entrato nella filiale, dove erano rimasti alcuni dipendenti alla fine del turno, a cui ha comunicato che non se ne sarebbe andato fino a quando la dirigenza non avrebbe acconsentito a tenere aperta la filiale, l’ultima rimasta in paese.

Negli ultimi anni a Londa, dove abitano circa 1.800 persone, sono stati tolti il medico di base e il pediatra. Dopo la pandemia ha chiuso una delle poche aziende che davano lavoro ad alcune decine di persone oltre a diversi laboratori artigianali e negozi, tra cui un alimentari chiuso di recente. Inoltre non ci sono fermate dell’autobus e molti servizi digitali che in parte dovrebbero sopperire alla riduzione di servizi tradizionali non sono mai arrivati: cinque frazioni su sei sono isolate, senza linea telefonica e connessione a internet. Per questi motivi molte persone hanno deciso di spostarsi.

Fino a 20 anni fa le banche erano tre. Negli ultimi anni ne era rimasta una, ma a giugno Intesa Sanpaolo ha comunicato al comune la chiusura dell’unica filiale rimasta. «Prima di organizzare la protesta con altri sindaci ho tentato tutte le vie istituzionali per impedire la chiusura di uno degli ultimi servizi rimasti in paese», dice Cuoretti. «Purtroppo non c’è stato nulla da fare». La direzione regionale di Intesa Sanpaolo aveva garantito al comune che sarebbe rimasto installato almeno il bancomat per permettere agli abitanti di prelevare e versare contanti, ma 15 giorni fa il sindaco è venuto a sapere che anche quello sarebbe stato  rimosso.

Cuoretti dice che non aveva messo in conto l’azione di protesta e di avere agito d’istinto. I dipendenti hanno avvertito il direttore regionale Tino Nocentini con cui il sindaco ha iniziato un confronto piuttosto teso. Le discussioni sono durate qualche ora: alla fine il direttore ha promesso di mantenere almeno lo sportello del bancomat. «A quel punto sono uscito, anche se non siamo soddisfatti del tutto, infatti lunedì abbiamo in programma un’altra manifestazione per ribadire che non vogliamo la chiusura della banca», continua il sindaco. «È inutile parlare di aree interne, di tutela delle montagne e di spopolamento se poi si tolgono tutti i servizi essenziali».