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  • Martedì 8 ottobre 2024

In Spagna per i condòmini sarà più facile vietare gli affitti brevi

Per via di due sentenze della Corte Suprema, che ha sciolto i dubbi sull’interpretazione di una legge del 2019

Un turista affacciato da un balcone di Magaluf, sull'isola di Maiorca (David Ramos/Getty Images)
Un turista affacciato da un balcone di Magaluf, sull'isola di Maiorca (David Ramos/Getty Images)
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La Corte Suprema spagnola ha stabilito in due diverse sentenze che i proprietari di casa nei condomini residenziali, riuniti nelle assemblee di condominio, potranno vietare che gli appartamenti del palazzo siano affittati per uso turistico, votando con una maggioranza del 60 per cento.

La possibilità era stata introdotta su scala nazionale da un decreto-legge approvato nel 2019, ma negli ultimi anni sentenze contrastanti a livello provinciale avevano creato qualche confusione: in alcuni casi le corti avevano stabilito che per essere valido il voto dovesse essere espresso all’unanimità. La Corte ora ha stabilito che la possibilità di regolamentare tramite voto dell’assemblea anche l’uso degli spazi privati di un condominio è legittima, e che il voto dei tre quinti dei condòmini è sufficiente per permettere alla “comunità di proprietari” di vietare l’affitto a scopi turistici di un appartamento dello stabile.

Degli affitti a breve termine si discute da tempo, in Spagna e in molti altri paesi. Il problema principale è che la sempre maggiore diffusione di appartamenti usati per affitti brevi rende molto più difficile e costoso per i residenti trovare un alloggio stabile. Alcune città particolarmente interessate dai flussi turistici stanno prendendo misure piuttosto nette per contrastare il fenomeno: il sindaco di Barcellona, per esempio, ha annunciato che intende vietare gli affitti brevi a partire dal 2029.

La legge del 2019 era stata pensata proprio per limitare questo fenomeno a livello privato, senza quindi la necessità di norme comunali. Il governo del socialista Pedro Sánchez vorrebbe renderla ancora più restrittiva: lo scorso luglio ha presentato un emendamento che permetterebbe non solo di votare per mettere fine all’affitto a scopo turistico di uno o più appartamenti di un condominio, ma anche di vietare questa eventualità in modo preventivo. In pratica, se un proprietario volesse affittare il proprio appartamento ai turisti dovrebbe prima passare dall’approvazione degli altri condòmini. La modifica deve ancora essere approvata dal parlamento.

– Leggi anche: Si può essere turisti responsabili?

Anche in Italia alcune città da anni provano a limitare gli affitti brevi, per ora principalmente tramite norme comunali. A ottobre del 2023 per esempio il consiglio comune di Firenze aveva adottato una norma per limitare gli affitti brevi nella zona del centro storico, ma la misura è stata molto contestata ed è finita al centro di vari ricorsi da parte degli affittuari. Anche il comune di Venezia sta valutando l’introduzione di norme per limitare gli affitti turistici, dato che trovare un alloggio a lungo termine è sempre più complicato.