Almeno 70 persone sono state uccise da una banda criminale che ha attaccato una piccola città ad Haiti

La porta di un ospedale a Port-au-Prince, ad Haiti (AP Photo/Odelyn Joseph)
La porta di un ospedale a Port-au-Prince, ad Haiti (AP Photo/Odelyn Joseph)

Almeno 70 persone, tra cui dieci donne e tre bambini di pochi mesi, sono state uccise da una banda criminale che giovedì aveva attaccato Pont-Sondé, una piccola città di Haiti, circa 70 chilometri a nord-ovest dalla capitale Port-au-Prince. Lo ha comunicato l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani nella giornata di venerdì, aggiornando il numero iniziale di morti.

Haiti occupa la parte occidentale dell’isola di Hispaniola, nei Caraibi, ed è uno dei paesi più poveri e travagliati del mondo. Secondo quanto riferito dal ministero della Salute del paese ci sono almeno 50 persone ferite: l’ONU scrive che quelle in condizioni gravi sono 16, tra cui due membri della banda criminale che sarebbero stati colpiti negli scontri armati con la polizia. Durante l’attacco a Pont-Sondé i membri della banda hanno dato fuoco ad almeno 45 case e 34 macchine, facendo scappare i residenti.

Sempre secondo l’ONU la banda che ha attaccato la città sarebbe la Gran Grif: nell’area in cui è stato compiuto l’attacco sono attivi più di 20 gruppi, ma quello è il più importante nella zona ed è noto per essere uno dei più violenti di Haiti. Nel paese le bande criminali sono attive da anni e in passato hanno spesso collaborato con i politici locali per ottenere armi e libertà di azione per le loro attività criminali. Negli ultimi mesi una potente alleanza di bande criminali si è scontrata molto violentemente con le forze dell’ordine nella capitale Port-au-Prince, portando fra le altre cose alla sostituzione del presidente Ariel Henry.

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