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  • Mercoledì 25 settembre 2024

Israele sta bombardando il sud del Libano per il terzo giorno consecutivo

E il capo dell'esercito israeliano ha detto che gli attacchi servono a preparare una possibile invasione di terra

Due persone libanesi dopo un attacco aereo israeliano sulla città di Maisara, a nord di Beirut, 25 settembre 2024 (AP/Bilal Hussein)
Due persone libanesi dopo un attacco aereo israeliano sulla città di Maisara, a nord di Beirut, 25 settembre 2024 (AP/Bilal Hussein)
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Mercoledì sono andati avanti gli scontri tra Israele e il gruppo politico e militare libanese Hezbollah, che hanno interessato un’area sempre più ampia dei territori dei due stati: Israele ha colpito obiettivi libanesi più a nord, mentre Hezbollah ha lanciato un missile nel punto più a sud mai raggiunto prima. Gli attacchi vanno avanti da quasi un anno, ma da lunedì Israele ha intensificato enormemente il livello della violenza, mettendo in atto contro il Libano alcuni dei bombardamenti più distruttivi degli ultimi anni, al punto che si è cominciato a parlare di una possibile invasione di terra da parte di Israele.

Mercoledì pomeriggio il generale Herzi Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, ha detto durante una visita a due reggimenti che i bombardamenti di questi giorni servono anche ad aprire la strada a una possibile operazione che potrebbe portare i soldati israeliani a entrare in Libano per attaccare Hezbollah. Non ha detto che ci sarà un’invasione di terra, ma ha fatto capire piuttosto chiaramente che Israele sta preparando e valutando questa possibilità.

Il ministero della Salute libanese ha fatto sapere che negli attacchi di mercoledì sono state uccise 51 persone libanesi (tra cui anche un neonato) e ferite 223. Da lunedì, quando è iniziata la campagna di bombardamenti israeliani in corso sul Libano, sono state uccise quasi 600 persone, secondo i dati del governo, ritenuti affidabili.

Come nei giorni precedenti, gli attacchi di Israele hanno colpito quelli che definisce obiettivi militari (cioè i luoghi in cui secondo l’esercito israeliano Hezbollah nasconde le armi). Mercoledì pomeriggio l’esercito israeliano ha detto di aver colpito «280 obiettivi» di Hezbollah, e in particolare di aver preso di mira basi e attrezzature dell’apparato di intelligence del gruppo libanese. In risposta Hezbollah ha lanciato decine di razzi in territorio israeliano, ma la maggior parte è stata intercettata dal sistema di difesa antiaereo.

Mercoledì mattina un missile balistico lanciato da Hezbollah ha raggiunto per la prima volta lo spazio aereo sopra Tel Aviv, nel centro di Israele, facendo attivare le sirene antiaeree. È stato intercettato prima che riuscisse a raggiungere l’obiettivo e abbattuto in aria dalla difesa antiaerea. Non ci sono stati morti o feriti, ma è comunque una notizia notevole perché nessun missile di Hezbollah era mai arrivato così a sud in territorio israeliano. Israele ha detto in seguito di aver bombardato e distrutto la base da cui era partito, a Nafakhiyeh, nel sud del Libano.

Secondo le dichiarazioni di Hezbollah l’obiettivo dell’attacco sarebbe dovuto essere il quartier generale del Mossad, l’agenzia di intelligence per l’estero di Israele, che si trova poco fuori da Tel Aviv. Il gruppo ha detto di aver lanciato il missile in risposta all’uccisione di un suo comandante, Ibrahim Muhammad Qubaisi, avvenuta ieri in un attacco aereo su un quartiere residenziale della capitale Beirut, in cui sono state uccise sei persone.

L’esercito israeliano ha detto che delle decine di razzi lanciati questa mattina in territorio israeliano uno ha colpito una casa nella città di Safed, causando danni ma nessun ferito. Due persone sono state ferite lievemente in un attacco contro un kibbutz nel nord del paese.

Gli scontri tra Israele ed Hezbollah vanno avanti ormai da quasi un anno, e cioè dall’inizio dell’invasione israeliana nella Striscia di Gaza. Tuttavia si sono intensificati dopo l’operazione di intelligence con cui Israele aveva fatto esplodere migliaia di cercapersone e walkie-talkie in possesso di Hezbollah, uccidendo almeno 30 persone.

Da allora il governo e le autorità militari israeliane hanno iniziato a parlare con più insistenza della necessità di far rientrare nelle proprie case gli oltre 60mila israeliani sfollati dal nord del paese a causa dei continui scambi di missili fra Israele e Hezbollah. Finora comunque la leadership israeliana è stata piuttosto ambigua su come intende farlo. Mercoledì due brigate di riservisti israeliani sono state richiamate e inviate al confine con il Libano: secondo un comunicato dell’esercito saranno impiegate per combattere Hezbollah, proteggere i confini israeliani e permettere ai cittadini della zona di tornare nelle proprie case.

I bombardamenti israeliani sul Libano degli ultimi due giorni hanno spinto decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case nelle regioni più a sud per spostarsi in luoghi che ritengono più sicuri. Le Nazioni Unite hanno detto che gli attacchi degli ultimi cinque giorni hanno causato più di 90mila nuovi sfollati, che più di 40mila persone erano state ospitate nei suoi rifugi e che molte delle oltre 110mila persone che avevano lasciato le proprie case dall’ottobre scorso probabilmente hanno dovuto spostarsi di nuovo. Secondo il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib invece il numero degli sfollati sarebbe molto più alto e in crescita, e si starebbe avvicinando a 500mila.

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