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  • Venerdì 20 settembre 2024

Gli abitanti di Borgo Durbecco devono rifare tutto, di nuovo

Il quartiere di Faenza si è allagato per la terza volta in un anno e mezzo: molti avevano appena finito di ristrutturare, peraltro spendendo i loro soldi

Borgo Durbecco, Faenza (Valentina Lovato/Il Post)
Borgo Durbecco, Faenza (Valentina Lovato/Il Post)
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Gli abitanti del quartiere Borgo Durbecco di Faenza, a est del fiume Lamone, stanno spalando il fango per la terza volta in un anno e mezzo. Tra mercoledì e giovedì le forti piogge che hanno colpito la Bassa Romagna hanno riempito il torrente Marzeno, che ha rotto gli argini nel punto in cui confluisce nel Lamone, e l’acqua si è riversata nelle strade: i piani seminterrati sono stati inondati, le porte divelte e i mobili e gli oggetti spazzati via. Da giovedì mattina manca anche la corrente.

Molti residenti avevano appena finito di ristrutturare case e aziende dopo le due alluvioni che nel maggio del 2023 colpirono la stessa zona: la prima, all’inizio del mese, fece danni quasi solo a Borgo Durbecco, mentre la seconda due settimane dopo inondò tutta Faenza. Gli abitanti si sono pagati da soli la maggior parte delle spese, e ora molti non sanno come sostenere il costo di altri lavori.

Secondo Silvia Ventangoli, titolare dell’impresa edile Melandri a Borgo Durbecco che giovedì è stata allagata per la terza volta, l’alluvione di questi giorni è stata molto simile a quella di inizio maggio 2023: l’acqua è entrata nei piani interrati e seminterrati dei palazzi, ma ha risparmiato gli appartamenti rialzati. Nella seconda alluvione, a metà maggio dell’anno scorso, le piogge furono più intense e l’acqua raggiunse il secondo piano di molti edifici.

Borgo Durbecco, Faenza (Valentina Lovato/Il Post)

Lo stabilimento della Melandri si trova poco lontano dagli argini del fiume Lamone ed è composto da un deposito esterno, da un magazzino e da un ufficio. Tutto era stato distrutto l’anno scorso, con danni che Ventangoli ha stimato in 300mila euro. Negli ultimi mesi aveva iniziato a ristrutturare una parte delle strutture, usando principalmente i propri risparmi. Ora è tutto da rifare: venerdì mattina le idrovore della protezione civile e della polizia municipale stavano di nuovo estraendo acqua e fango dalla sede dell’azienda.

Come molti altri residenti di Borgo Durbecco, Ventangoli non sa se farà di nuovo i lavori: «Se anche qualcuno dovesse avere le forze economiche di risistemare per la terza volta, con che spirito lo farebbe finché non viene messo davvero in sicurezza il territorio?», dice.

– Leggi anche: Cosa è stato fatto e cosa no per proteggere l’Emilia-Romagna dagli allagamenti

Si è allagato anche il laboratorio di ceramiche di Monica Ortelli, che si trova al piano interrato della sua villetta a Borgo Durbecco: le porte sono saltate dai cardini, e tutti gli oggetti di lavoro galleggiano nell’acqua e nel fango. Come molti altri residenti del quartiere, Ortelli ha ricevuto come rimborsi i 5mila euro messi a disposizione dal Comune di Faenza e alcune donazioni da enti privati. Dopo le alluvioni di maggio, usando anche i propri risparmi, aveva ristrutturato tutto ed era riuscita a riaprire il laboratorio lo scorso aprile. «Fortunatamente io ho avuto i soldi per ricominciare, ma c’è tanta gente che non aveva nemmeno iniziato i lavori» perché non poteva permetterselo, dice.

Il laboratorio di Monica Ortelli (Valentina Lovato/Il Post)

Dopo le alluvioni di due anni fa il governo aveva messo a disposizione 1,3 miliardi di euro per l’Emilia-Romagna, ma secondo molti abitanti di Borgo Durbecco il sistema dei rimborsi non ha funzionato a causa dell’eccessiva complicatezza delle procedure, e dei tempi troppo lunghi: due cose che tra l’altro hanno spinto alcuni potenziali destinatari a rinunciare a inviare la domanda. Venerdì la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che il governo stanzierà altri 20 milioni di euro per finanziare i lavori più urgenti, e poi saranno messi a disposizione altri soldi in base all’entità dei danni.

Tra gli abitanti di Borgo Durbecco c’è molta stanchezza. Questa volta, per non farsi cogliere impreparati e cercare di limitare i danni, non appena hanno saputo dell’allerta rossa alcuni hanno spostato mobili e altri oggetti ai piani più alti delle case, per cercare di salvarli in caso di allagamento.

«Le persone sono demotivate e non si fidano più», dice Rossella Sbaraglia del Comitato Borgo Alluvionato. Dopo le alluvioni di maggio ha lasciato Borgo Durbecco, e da quel momento non è più tornata a vivere nel quartiere. Sostiene che le autorità competenti non abbiano fatto abbastanza per mettere in sicurezza il territorio: «Il nostro rammarico è che dopo tanto tempo non è successo niente, il Marzeno è esondato ancora».

Volontari della protezione civile a Borgo Durbecco, Faenza (Valentina Lovato/Il Post)

Negli ultimi 18 mesi però alcuni lavori, anche rilevanti, sono stati fatti. Il sindaco Massimo Isola dice che il Comune ha investito molto sulla gestione dei corsi d’acqua, con lavori di ricostruzione e rafforzamento degli argini soprattutto lungo il fiume Lamone. Tra le altre cose sono stati costruiti un muro di contenimento lungo circa 300 metri in via Renaccio, che costeggia il fiume, e un nuovo ponte per unire le due sponde.

È vero però che finora non è stato possibile attuare un sistema efficace per mettere in sicurezza Borgo Durbecco, in particolare la zona che sta tra il torrente Marzeno e via Cimatti: «È un intervento tutt’altro che semplice, che però va fatto», dice Isola. Secondo il sindaco servirebbero investimenti per 3 milioni di euro, una cifra che il Comune da solo non può permettersi di spendere. Dopo lunghe discussioni, qualche mese fa, la Protezione Civile, la regione e gli altri enti coinvolti nella gestione del territorio avevano accettato di finanziare l’intervento, ma la delibera che confermerebbe lo stanziamento non è ancora stata pubblicata.

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