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  • Sabato 7 settembre 2024

Il secondo uomo più alto al mondo gioca a pallavolo da seduto

Morteza Mehrzad e i suoi 246 centimetri sono stati decisivi nella medaglia d'oro vinta dall'Iran nel sitting volley alle Paralimpiadi di Parigi

Morteza Mehrzad con i compagni durante l'inno nazionale iraniano (AP Photo/Avni Trivedi)
Morteza Mehrzad con i compagni durante l'inno nazionale iraniano (AP Photo/Avni Trivedi)
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L’uomo più alto del mondo si chiama Sultan Kösen, vive in Turchia, fa l’agricoltore e cammina con l’aiuto delle stampelle. Il secondo uomo più alto del mondo è Morteza Mehrzadselakjani (ma è noto come Morteza Mehrzad), è iraniano, ha 36 anni ed è stato decisivo nella vittoria dell’Iran nel torneo paralimpico di sitting volley, unica versione della pallavolo alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Mehrzad è alto 2 metri e 46 centimetri, anche da seduto sbuca ampiamente oltre la rete da sitting volley e i suoi muri e le sue schiacciate sono difficilmente contrastabili dagli avversari.

Morteza Mehrzad a muro contro il Brasile (AP Photo/Avni Trivedi)

Mehrzad soffre di acromegalia, una rara patologia che consiste nell’eccessiva produzione di ormone della crescita. A 15 anni ebbe un incidente in bicicletta e si ruppe l’osso pelvico: la gamba destra da allora smise di crescere e oggi è quindici centimetri più corta della sinistra. Fuori dal campo, Mehrzad si muove con una sedia a rotelle e riesce a stare in piedi solo per brevi periodi. In campo, dove il regolamento impone che non si perda mai il contatto fra il sedere e il terreno, è diventato il principale punto di forza della nazionale maschile iraniana, che a sua volta è da tempo la più forte al mondo.

Il sitting volley nacque nei Paesi Bassi negli anni Cinquanta come riabilitazione per i soldati che avevano subìto amputazioni e nel 1976 esordì alle Paralimpiadi. Si gioca sempre in sei, come nella pallavolo in piedi, ma in un campo più piccolo, largo 6 metri e lungo 10 (5 per metà campo), e con la rete più bassa (1,15 metri per gli uomini e 1,05 per le donne). Regole e fondamentali sono più o meno gli stessi della pallavolo: palleggio, bagher, schiacciata, muro. A differenza della pallavolo, però, nel sitting volley si può murare la battuta avversaria: dev’essere quindi tesa per mettere in difficoltà la ricezione, ma non troppo, per evitare il muro.

Una schiacciata nella partita contro la Germania (Jens Bittner/dpa)

In campo maschile, l’Iran era la squadra più forte già prima che ci iniziasse a giocare Mehrzad. Dal 1988 ha vinto otto medaglie d’oro su dieci, perdendo in finale solo ad Atene 2004 e a Londra 2012: Mehrzad partecipò alle sue prime Paralimpiadi nel 2016, a Rio, e questa è la sua terza medaglia d’oro consecutiva.

Hadi Rezaeigarkani, attuale allenatore della squadra, è considerato uno dei principali artefici del dominio iraniano nel sitting volley: prima fu giocatore, capitano e stella della squadra (a partire dagli anni ’80), poi è diventato allenatore. Nel 2011 vide Mehrzad in una trasmissione della televisione iraniana che presenta persone con disabilità fisiche o speciali talenti: era lì in virtù dei suoi 246 centimetri di altezza. Fu raccontato in seguito che l’altezza fuori dal comune e la disabilità lo avevano portato a una sorta di autoisolamento: Mehrzad usciva poco di casa e soffriva le eccessive attenzioni che la sua condizione gli causava.

Rezaeigarkani chiamò la televisione, ottenne un suo contatto e lo convinse a provare il sitting volley: Mehrzad iniziò nel 2012 in una delle squadre iraniane, dove pian piano iniziò a capire come sfruttare i suoi centimetri.

Alle Paralimpiadi di Rio del 2016 (AP Photo/Mauro Pimentel)

Seduto con le braccia stese in alto raggiunge un metro e 95, e considerando che la rete è alta 1,15 metri è facile capire quanto sia complicato giocarci contro. In ulteriore allungamento riesce a schiacciare palloni verso il campo avversario colpendoli all’altezza di due metri.

Col passare degli anni ha migliorato notevolmente anche la sua tecnica ed è stato nominato miglior giocatore di sitting volley nel 2019, 2021 e 2022. Gli avversari devono forzatamente battere a sinistra se lui è posizionato a destra per murare (e viceversa), mentre non hanno praticamente contromisure per le sue schiacciate. Non vince da solo, comunque: l’Iran è una squadra complessivamente molto competitiva e il suo allenatore lo sostituisce spesso, per evitare che un impiego eccessivo lo porti a infortuni.

Mehrzad cerca di evitare il più possibile interviste e attenzioni, ma non ci riesce molto: in queste Paralimpiadi tra le altre cose si è molto parlato del fatto che nel villaggio olimpico non ci fosse un letto su misura per lui e che quindi avesse scelto di dormire per terra. Nonostante lui non si fosse lamentato, la notizia era stata molto ripresa e prima delle semifinali era arrivato un letto adeguato.

L’Iran ha battuto l’Egitto in semifinale e la Bosnia Erzegovina in finale, stessa avversaria battuta in finale dei Mondiali nel 2022. La Bosnia è infatti l’altra nazione dalla miglior tradizione di sitting volley: quando l’Iran non ha vinto l’oro paralimpico, nel 2004 e nel 2016, ha sempre perso in finale coi bosniaci, e le due nazioni si sono divise le ultime nove edizioni dei mondiali (6-3 per l’Iran).