• Italia
  • Giovedì 5 settembre 2024

Il maltempo ha causato diversi danni nel Nord Italia

A Milano è esondato il Seveso, piazza San Marco a Venezia è allagata e in Piemonte un uomo è disperso, ma ci sono stati disagi anche al Centro e al Sud

Un'auto bloccata in un sottopassaggio su viale Rubicone a Milano (Claudio Furlan/Lapresse)
Un'auto bloccata in un sottopassaggio su viale Rubicone a Milano (Claudio Furlan/Lapresse)
Caricamento player

Giovedì in varie zone del Nord Italia ci sono stati forti nubifragi che hanno causato esondazioni, allagamenti e danni alle infrastrutture, rallentando di conseguenza la viabilità stradale e ferroviaria. I danni maggiori si sono verificati in Piemonte, Liguria e Lombardia, ma in giornata ci sono stati disagi e inondazioni anche al Centro e al Sud.

A Milano un temporale ha allagato diverse strade, con problemi soprattutto nei sottopassaggi e notevoli rallentamenti nei trasporti pubblici: molti treni del passante ferroviario, che passano sotto alla città, sono in forte ritardo, e la linea 2 della metropolitana è stata chiusa fra la stazione di Famagosta e il capolinea di piazza Abbiategrasso, a sud della città. Gli allagamenti diffusi hanno provocato interruzioni nel servizio elettrico in diverse parti della città.

Le piogge intense hanno portato all’esondazione dei fiumi Lambro e Seveso, che scorrono rispettivamente a est e sotto alla città. Il quartiere orientale di Ponte Lambro è stato allagato, e le due comunità per persone in situazione di fragilità che si trovano nella zona di parco Lambro, Ceas ed Exodus, sono state evacuate.

Il Seveso in particolare è esondato dopo aver riempito le vasche di contenimento, ossia i bacini che dovrebbero raccogliere l’acqua in eccesso del fiume, riducendone la portata e impedendo gli allagamenti in città. Da metà pomeriggio a Milano ha smesso di piovere, ma ci sono ancora forti rallentamenti nella circolazione dei mezzi pubblici.

Strade chiuse e allagamenti a causa del maltempo che ha provocato l’esondazione del fiume Lambro, tra il quartiere di Ponte Lambro a Milano e la frazione Linate di Peschiera Borromeo (ANSA/ANDREA CANALI)

In Piemonte i disagi maggiori sono legati all’esondazione o al rischio di esondazione di diversi torrenti nelle valli alpine della provincia di Torino. Le piene hanno danneggiato e interrotto alcune strade: a Mattie, in val di Susa, il crollo di due ponti ha isolato due frazioni in cui si trovano in tutto circa cinquanta persone; anche a Roure, in val Chisone, due frazioni sono rimaste isolate a causa di una frana che ha bloccato una strada. A Feletto, in provincia di Torino, un uomo di 58 anni che stava lavorando sul suo trattore è stato travolto dalla piena del torrente Orco, e risulta disperso.

In Valle d’Aosta è di nuovo irraggiungibile Cogne, che anche tra fine giugno e inizio luglio era rimasta isolata a causa dell’interruzione dell’unica strada che collega la cittadina al fondovalle: anche adesso la strada regionale 47 è parzialmente chiusa, dalla frazione di Epinel fino al bivio con Ozein, nel territorio di Aymavilles. Il Comune di Cogne ha invitato le persone del posto a non usare l’auto e a stare lontane dai corsi d’acqua.

In Liguria ci sono stati forti temporali che hanno interessato soprattutto le province di Savona e Imperia: diversi corsi d’acqua sono esondati, e ad Albenga la ferrovia è ferma perché il vento ha abbattuto la linea elettrica. A Genova il vento, con raffiche superiori ai 100 chilometri orari, ha portato alla caduta di rami e alberi sulle strade.

A Venezia piazza San Marco è stata allagata a causa dell’acqua alta, che attorno alle 13:30 ha raggiunto il picco a circa 99 centimetri al di sopra del livello medio del mare. Le paratoie mobili del MOSE non sono state alzate, dato che vengono usate solo quando l’acqua supera i 110 centimetri sul livello medio del mare. Sulla piazza non sono neanche state disposte le passerelle di legno che vengono usate solitamente in questi casi, dato che da regolamento comunale vengono messe a disposizione a partire dal 15 settembre.

Mentre nel resto del Centro Italia non ci sono stati danni significativi, a Marina di Grosseto, in Toscana, una tromba d’aria ha causato danni ad alcuni stabilimenti balneari: lettini e ombrelloni sono stati scaraventati anche a cinquanta metri di distanza. In quel momento, attorno alle 13:30, c’erano poche persone in spiaggia, che sono riuscite a ripararsi sotto a una tettoia, e non ci sono stati feriti. Anche a Nettuno, sulla costa a sud di Roma, ci sono stati degli allagamenti. Nelle regioni del Sud i disagi più grandi sono stati a Bari, dove diversi sottopassaggi sono stati allagati a causa di un acquazzone, che ha anche provocato un blackout in centro città.

Il maltempo di questi giorni è dovuto all’incontro nell’atmosfera fra una massa di aria fredda proveniente dalla Groenlandia con l’aria calda presente sul Mediterraneo, che ha prodotto i forti temporali di giovedì. La Protezione civile ha predisposto l’allerta rossa per il rischio idrogeologico (il livello più alto) fino alla fine della giornata per le province di Padova e Venezia, arancione su gran parte del resto del Veneto e della Lombardia, sull’Appennino emiliano e sulla Toscana orientale, e gialla sul resto del Nord Italia, a eccezione della provincia del sud del Piemonte e del Trentino-Alto Adige (in cui non c’è nessuna allerta).

L’allerta rossa è il massimo livello di criticità, riguarda il rischio idraulico e idrogeologico e indica situazioni meteorologiche estreme che possono provocare gravi danni a persone o cose, come la possibilità che le piogge causino frane, crolli, o colate di fango; quella arancione indica piogge intense e molto abbondanti, con possibili danni, mentre quella gialla avvisa di fenomeni pericolosi solo a livello locale. Anche gran parte di Centro e Sud Italia è in allerta gialla, mentre in Calabria e nelle isole non c’è nessuna allerta.