Il film di Sorrentino su Berlusconi non si può vedere in Italia

"Loro", con Toni Servillo, è uscito sei anni fa e poi fu comprato da Mediaset, che non lo distribuisce in tv, in DVD o sulle piattaforme

(Gianni Fiorito/Ansa)
(Gianni Fiorito/Ansa)

Paolo Sorrentino è uno dei registi italiani più apprezzati e premiati in Italia e all’estero, e quasi tutto quello che ha fatto – dal suo film d’esordio, L’uomo in più, a quello forse più famoso, La grande bellezza, che vinse l’Oscar nel 2014 è stato pubblicato in DVD ed è visibile in abbonamento o a noleggio su qualche piattaforma di streaming. Fa eccezione solo uno dei suoi film più recenti, Loro, che da quando è uscito nel 2018 non si trova da nessuna parte in streaming, non esiste in DVD e non è mai stato trasmesso in chiaro in tv.

Loro è un ritratto caricaturale e poco lusinghiero di Silvio Berlusconi, simile a quello che il regista aveva già fatto nel 2008 con un altro politico, Giulio Andreotti, in Il divo. Da quando Berlusconi è morto, a giugno dello scorso anno, l’interesse per questo film è cresciuto: su TikTok sono state caricate alcune scene che hanno accumulato nei mesi anche centinaia di migliaia di visualizzazioni. In una recente intervista con lo youtuber Dario Moccia l’attore Toni Servillo, che in Loro fa Berlusconi, ha commentato la cosa dicendo che per lui questo è «un bene» dal momento che non c’è altro modo per vedere il film, che evidentemente «è stato acquistato da chi non ha interesse che si veda in Italia».

Effettivamente i diritti di distribuzione di Loro in Italia attualmente ce li ha Mediaset, l’azienda della famiglia Berlusconi il cui amministratore delegato è il figlio di Silvio, Pier Silvio. Acquistò i diritti pochi mesi dopo l’uscita al cinema e da allora non ha mai trasmesso il film sui suoi canali in chiaro (Rete 4, Canale 5, Italia 1, Iris, 20).

Nel 2018 Loro era uscito al cinema in due parti a circa un mese di distanza l’una dall’altra: Loro 1 a marzo e Loro 2 ad aprile. La trama va dal 2006, quando cadde il terzo governo Berlusconi, fino al 2010 quando iniziarono i primi segnali della crisi degli anni successivi, ma contiene anche molte storie e personaggi inventati. La critica fu piuttosto negativa sulla prima parte del film: sul Corriere il giornalista Paolo Mereghetti lo definì «troppo schiacciato tra una descrizione piuttosto compiaciuta del sottobosco di nani e ballerine che vive ai margini del potere e la voglia di raccontare Silvio Berlusconi (che nel film appare per la prima volta dopo un’ora esatta) in una maniera non convenzionale, tra la farsa e la “tenerezza”». A livello internazionale la prima parte incassò circa 6 milioni e mezzo e la seconda 2 e mezzo, per un totale di 9 milioni che non ripagavano il budget iniziale di 18 milioni.

Loro era stato finanziato dalla società di produzione italiana Indigo, con cui Sorrentino aveva fatto tutti i suoi film dal 2004, e dalla francese Pathé, e distribuito dalla divisione italiana di Universal Pictures. Dopo l’uscita in Italia il film era stato adattato e fatto uscire in una versione unica più breve (da due ore e mezza) per andare maggiormente incontro al mercato estero e per poter essere candidato a premi internazionali (cosa che però non successe).

Quando Sorrentino cominciò a lavorare a Loro, nell’estate del 2017, sembrava che Berlusconi fosse arrivato alla fine della sua carriera politica. Aveva superato gli ottant’anni e per via della condanna per il processo Mediaset era stato interdetto per due anni dai pubblici uffici, era decaduto da senatore e diventato temporaneamente incandidabile, e aveva passato un anno a scontare la sua pena in affidamento in prova ai servizi sociali. Nel 2018 (il 4 marzo, poco prima dell’uscita di Loro 1) ci furono le elezioni politiche e le cose cambiarono: il suo partito, Forza Italia, prese il 14 per cento dei voti finendo all’opposizione, ma Berlusconi ebbe l’occasione di riconfermarsi come leader, e uno molto presente. Nel 2019 si sarebbe ricandidato al Parlamento europeo, sarebbe stato eletto e dopo tre anni sarebbe rientrato in Senato, dove è rimasto poi fino alla sua morte l’estate scorsa.

È probabile quindi che Sorrentino non avesse pensato a Loro come a un film che potesse in qualche modo interferire con le campagne elettorali di Berlusconi, ma finì per diventarlo. La storia della sua distribuzione fu dall’inizio piuttosto anomala perché solitamente i film italiani di registi importanti e riconosciuti come Sorrentino vengono distribuiti da società italiane, che ci investono anche in fase di produzione, e non da multinazionali come Universal. I tre film precedenti a LoroThis must be the place (2011), La grande bellezza (2013) e Youth – La giovinezza (2015) – erano infatti stati coprodotti e distribuiti Medusa Film, che è controllata da Mediaset, ma che non aveva prodotto Il divo e che appunto non partecipò né alla produzione né alla distribuzione di Loro.

L’ipotesi è quindi che nel momento in cui c’era la possibilità di partecipare al film come coproduttrice e distributrice Medusa se ne tenne fuori per motivi politici, ma che poi, una volta uscito, Mediaset colse l’occasione per comprarne i diritti e controllarne la distribuzione. Su come sia avvenuta la vendita dei diritti di distribuzione a Mediaset pochi mesi dopo l’uscita di Loro al cinema non sono stati divulgati dettagli, e né Mediaset né Indigo hanno risposto a una richiesta di chiarimenti da parte del Post. Quel che si sa però è che il film non era andato bene come ci si aspettava e che è probabile che pur di averlo Mediaset abbia fatto un’offerta vantaggiosa. Sorrentino comunque non ha più lavorato con Indigo per i suoi due film successivi (È stata la mano di Dio e Parthenope).

Da allora Mediaset ha reso disponibile il film on demand per un periodo sul canale a pagamento Mediaset Infinity e l’ha mandato in onda una volta nel 2019, attorno all’una di notte, nel canale a pagamento che ai tempi si chiamava Premium Cinema Emotion. Nell’intervista con Moccia, Servillo ha spiegato che ora «il film si trova sul mercato francese, tedesco, inglese», ma che in Italia «non l’ha trasmesso la Rai, non l’ha trasmesso ovviamente Mediaset, non l’ha trasmesso neanche La7, che fu l’unica a trasmettere Il divo».

Il divo infatti ha per certi versi una storia simile. Quando era uscito, nel 2008, aveva avuto molto più successo di Loro: aveva vinto il premio della Giuria a Cannes, era stato candidato all’Oscar per il trucco e in Italia aveva ricevuto sette David di Donatello e quattro Nastri d’argento. Nonostante questo anche Il divo non fu trasmesso né dalla Rai né da Mediaset, tanto che alcuni giornali allora parlarono di «boicottaggio» e «censura». Dopo una lunga carriera politica, Andreotti era allora senatore a vita e aveva fatto sapere che il film non gli era affatto piaciuto: sarebbe morto qualche anno dopo, nel 2013.

Tre anni dopo l’uscita al cinema, infine, lo trasmise in chiaro La7, in prima serata, con un approfondimento di Enrico Mentana. Nel caso di Loro questo non è accaduto perché Mediaset non solo può decidere di non distribuire il film sui propri canali come fece con Il divo, ma avendolo comprato può decidere di non distribuirlo affatto in Italia.

Casualmente, poco dopo l’intervista di Servillo, il cinema Troisi di Roma ha annunciato che proietterà il film in due parti il 3 e il 10 novembre alle 11 del mattino, all’interno di una rassegna dedicata a Sorrentino: un’occasione unica negli ultimi sei anni. L’ufficio stampa del cinema ha fatto sapere di aver ottenuto i diritti per la distribuzione in seguito a una normale richiesta, «come avviene per tutti gli altri film in programmazione». Servillo ha concluso il discorso su Loro dicendo che «credo che sia un film che, quando finalmente avrà l’opportunità di uscire, fra un bel po’ di anni, probabilmente avrà una valutazione ancora superiore».

Intanto online alcuni utenti hanno pubblicato consigli e tutorial che mostrano come vedere Loro collegandosi con un server estero o con una rete VPN, quindi approfittando del fatto che è disponibile sulle piattaforme in altri paesi, anche in lingua originale.