Raffaele Fitto sarà indicato dal governo italiano come commissario europeo

Giorgia Meloni ha scelto di proporre a Ursula von der Leyen il più moderato ed europeista del suo gruppo dirigente

Raffaele Fitto (AP Photo/Luca Bruno)
Raffaele Fitto (AP Photo/Luca Bruno)
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Raffaele Fitto, attuale ministro per gli Affari europei, sarà indicato dal governo come commissario italiano nella nuova Commissione Europea presieduta da Ursula von der Leyen, che entrerà pienamente in funzione a partire dal prossimo novembre. La decisione era abbastanza scontata, e quella di Fitto era da tempo considerata la candidatura più solida che il governo italiano potesse esprimere. Ad annunciarla in maniera ufficiale è stata Giorgia Meloni durante il Consiglio dei ministri di venerdì, il primo dopo la pausa estiva, in seguito a una riunione tra la stessa Meloni e gli altri leader della maggioranza di destra nella quale era stato accordato da tutti i presenti il consenso sul nome di Fitto.

Fitto aderì a Fratelli d’Italia nel 2019, è pugliese di Maglie (la stessa città di Aldo Moro, in provincia di Lecce) e ha 55 anni. Esordì in politica come un moderato di centrodestra nella Democrazia Cristiana (DC), seguendo un percorso analogo a quello fatto da suo padre Salvatore, notabile della DC pugliese e presidente della regione tra il 1985 e il 1988, quando morì in un incidente d’auto. Entrato in Forza Italia, Fitto fu anche lui presidente della Puglia, tra il 2000 e il 2005. Ma svolse anche importanti incarichi negli ultimi due governi di Silvio Berlusconi, nei quali fu ministro per i Rapporti con le regioni tra il 2008 e il 2011. È stato per quattro volte deputato, ed eletto per tre volte al Parlamento Europeo, sempre ottenendo un alto numero di preferenze personali.

Dal 2014 in poi divenne sempre più critico nei confronti della gestione di Forza Italia. Sia per questioni locali pugliesi, sia in seguito alla decisione di Berlusconi di fare con il Partito Democratico un accordo di collaborazione istituzionale (il famigerato “Patto del Nazareno”), e infine contestando i metodi a suo dire poco trasparenti e democratici con cui lo stesso Berlusconi decise di promuovere un rinnovamento della dirigenza del partito. Nel maggio del 2015 annunciò la sua uscita da Forza Italia. Dopo varie esperienze e vari infruttuosi tentativi di favorire la nascita di un nuovo partito di centrodestra conservatrice, si avvicinò a Fratelli d’Italia, nelle cui liste fu candidato ed eletto per la terza volta al Parlamento Europeo nel maggio del 2019.

Raffaele Fitto insieme a Giorgia Meloni nell’aula del Senato, il 26 giugno 2024 (Mauro Scrobogna/LaPresse)

Da quel momento in poi ha svolto un ruolo importante in Europa per Meloni. È stato in gran parte lui a costruire la rete di relazioni diplomatiche e politiche coi partiti conservatori e di centrodestra, favorendo l’elezione di Meloni stessa a presidente del partito dei Conservatori e riformisti europei (ECR) e a evitare che Fratelli d’Italia, pur avendo posizioni estremamente critiche verso l’Unione Europea, venisse relegata oltre il cosiddetto “cordone sanitario”: cioè in quel gruppo di partiti con cui le principali famiglie politiche europee si rifiutano di trattare (è successo invece alla Lega di Matteo Salvini).

Dopo la vittoria alle politiche del settembre 2022, Meloni lo ha voluto nel governo come ministro per gli Affari europei, ma attribuendogli anche le deleghe sulle politiche di coesione per il Sud e sull’attuazione del PNRR (il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato coi fondi europei del Next Generation EU). Di fatto, Fitto si è così trovato a guidare uno dei ministeri più rilevanti, disponendo di risorse finanziarie notevolissime, e anche per questo è talvolta entrato in conflitto con il ministro dell’Economia leghista, Giancarlo Giorgetti. Anche col leader della Lega, Matteo Salvini, non ha un buon rapporto: i due non si piacciono granché, e Fitto rimprovera a Salvini di aver in sostanza sabotato la sua campagna elettorale nel 2020, quando Fitto si ricandidò per la presidenza della Puglia nonostante la forte contrarietà della Lega, venendo poi sconfitto da Michele Emiliano, del Partito Democratico.

– Leggi anche: L’attuazione del PNRR procede bene ma non benissimo

Raffaele Fitto si congratula con Ursula von der Leyen dopo il voto di fiducia ottenuto dalla sua Commissione nel Parlamento Europeo, il 27 novembre 2019 (Roberto Monaldo/LaPresse)

La scelta di Fitto come commissario italiano è dovuta inoltre ai buoni rapporti personali che lui ha con Ursula von der Leyen: i due si stimano da lungo tempo.

Proponendo l’esponente più moderato del gruppo dirigente del partito, e quello che ha lavorato meglio con i funzionari della Commissione, il governo spera di ottenere un importante portafoglio economico: una delega alla Coesione o al Bilancio, con l’attribuzione aggiuntiva dell’attuazione del PNRR e di una vicepresidenza esecutiva. Non si sa ancora, infatti, che ruolo sceglierà von der Leyen per il commissario italiano: si capirà nelle prossime settimane. A ottobre, poi, se la candidatura di Fitto verrà – come appare scontato – accettata da von der Leyen, ci sarà un’audizione al Parlamento Europeo di fronte alle commissioni competenti, il cui giudizio sarà determinante per promuovere o bocciare la sua nomina.