Il Senato argentino ha approvato un aumento delle pensioni, e il presidente Javier Milei l’ha presa malissimo 

Il presidente argentino Javier Milei durante il G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, 14 giugno (REUTERS/ Guglielmo Mangiapane)
Il presidente argentino Javier Milei durante il G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, 14 giugno (REUTERS/ Guglielmo Mangiapane)

Giovedì, con 61 voti favorevoli e 8 contrari, il Senato dell’Argentina ha approvato una legge per aumentare le pensioni: il presidente ultraliberista Javier Milei, che da quando si è insediato sta cercando di tagliare in maniera consistente molti sussidi e programmi sociali, ha definito la legge «irresponsabile, illegale e incostituzionale» e l’approvazione del Congresso «un atto di populismo demagogico».

L’approvazione della legge sull’aumento delle pensioni mostra ancora una volta di quanto poco sostegno goda Milei da parte del parlamento. Il suo partito, La Libertad Avanza, ha pochi rappresentanti (7 su 72 totali) e finora Milei ha governato più che altro attraverso lo strumento dei decreti presidenziali: è riuscito a far approvare la sua prima riforma strutturale lo scorso giugno, dopo sei mesi di mandato, e l’approvazione, raggiunta con una maggioranza molto risicata, aveva provocato enormi proteste e violenti scontri.

La legge, che era già stata approvata dalla Camera a giugno, prevede una spesa pari allo 0,4 per cento del PIL per finanziare un aumento delle pensioni. Milei ha detto di voler porre il veto: il parlamento, tuttavia, potrebbe aggirarlo semplicemente approvando di nuovo la legge con una maggioranza dei due terzi.