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  • Giovedì 8 agosto 2024

La polizia catalana sta cercando Carles Puigdemont

L’ex presidente indipendentista, ricercato dalla giustizia spagnola, è arrivato giovedì mattina a Barcellona, ha fatto un discorso e poi se n’è andato: non si sa dove sia

Alcuni sostenitori di Carles Puigdemont mostrano il suo ritratto durante la manifestazione a Barcellona dell'8 agosto
Alcuni sostenitori di Carles Puigdemont mostrano il suo ritratto durante la manifestazione a Barcellona dell'8 agosto (AP Photo/Emilio Morenatti)
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I Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, stanno cercando da ore Carles Puigdemont, l’ex presidente della Catalogna che era comparso giovedì mattina nella regione spagnola dopo sette anni da quando era fuggito all’estero. Puigdemont rischia l’arresto in Spagna per via della sua partecipazione all’organizzazione del referendum del 2017 per l’indipendenza dalla Spagna, giudicato dalle autorità spagnole illegale.

Benché il parlamento spagnolo abbia approvato a maggio una legge sull’amnistia per perdonare tutte le persone coinvolte nel processo indipendentista, per lui il Tribunale supremo spagnolo ha deciso diversamente: gli ha negato l’amnistia perché sostiene che la legge non si applicherebbe a uno dei reati di cui è accusato, l’appropriazione indebita di fondi pubblici.

Puigdemont aveva tenuto un comizio alle 9 di stamattina a Barcellona, accolto da centinaia di sostenitori del suo partito (Junts, partito indipendentista di centrodestra), ma poi era sparito e la polizia locale spagnola aveva avviato una grossa operazione per cercarlo con posti di blocco in tutta la Catalogna. L’operazione è stata sospesa nel tardo pomeriggio.

Puigdemont si era presentato vicino alla sede del parlamento catalano, un’ora prima dell’inizio dei lavori per la votazione della fiducia al nuovo governo. Avrebbe dovuto partecipare al voto, in quanto deputato del parlamento catalano, ma poi di lui non si erano avute più notizie. Secondo i giornali spagnoli Puigdemont starebbe viaggiando su un’auto bianca, ma non si sa in che direzione. In mattinata i Mossos d’Esquadra hanno detto di aver arrestato uno dei loro agenti per il presunto coinvolgimento nella fuga del leader di Junts. Secondo il País l’agente arrestato sarebbe il proprietario dell’auto usata da Puigdemont per fuggire. Nel tardo pomeriggio hanno fatto sapere di aver arrestato un secondo agente: è accusato di aver aiutato Puigdemont a scappare, ma non è ancora chiaro quale ruolo avrebbe avuto.

Un blocco stradale dei Mossos d'Esquadra in una strada fuori da Barcellona (AP Photo/Emilio Morenatti)

Un blocco stradale dei Mossos d’Esquadra in una strada fuori da Barcellona (AP Photo/Emilio Morenatti)

Dopo il suo arrivo a Barcellona Puigdemont aveva tenuto un discorso davanti ai suoi sostenitori, e la polizia aveva deciso di non arrestarlo almeno fino alla fine del comizio. «Nonostante tutti i tentativi, con cui hanno cercato di indebolirci, oggi sono venuto qui per ricordare loro che siamo ancora qui perché non abbiamo il diritto di arrenderci. Il diritto alla autodeterminazione appartiene ai popoli, è un diritto collettivo. Non ci dobbiamo far ingannare: fare un referendum non è e non sarà mai un reato. Sono passati sette anni da quando votarono 2,3 milioni di persone», ha detto durante il comizio di cui ha pubblicato un video su Instagram nel tardo pomeriggio, dopo diverse ore dalla fuga. Il referendum del 2017 fu organizzato senza accordi con il governo spagnolo, e non è mai stato riconosciuto a livello internazionale.

Al discorso di Puigdemont hanno assistito all’incirca 3.500 sostenitori. Dopo il discorso ci sono stati sporadici scontri con la polizia locale, quando alcune persone hanno tentato di forzare il blocco di sicurezza ed entrare nel parco dove si trova il palazzo del parlamento. Dopo gli scontri 22 persone sono state soccorse, ma non è stato necessario trasferirle in ospedale perché erano ferite in modo lieve.

Nei giorni scorsi il suo partito di centrodestra, Junts, e altri movimenti indipendentisti avevano annunciato che avrebbero tenuto una grande cerimonia di «benvenuto istituzionale» per accogliere l’ex presidente catalano, con l’obiettivo di fare in modo che Puigdemont rientrasse a Barcellona accolto in massa dai suoi sostenitori, rendendo complicato un arresto. La sessione di apertura del parlamento catalano si è svolta regolarmente e in serata il socialista Salvador Illa ha ottenuto la fiducia come nuovo presidente.

Puigdemont era tornato in Catalogna con l’obiettivo di far saltare un accordo per il governo catalano tra i Socialisti ed Esquerra Republicana (ERC), il partito indipendentista di centrosinistra.

Le elezioni regionali dello scorso 12 maggio erano state vinte dal Partito Socialista catalano (PSC, emanazione del Partito Socialista nazionale del primo ministro Pedro Sánchez), il cui leader è l’ex ministro della Salute Salvador Illa. Ma il risultato più notevole era stato che per la prima volta dal 2003 i partiti indipendentisti non avevano ottenuto la maggioranza nel parlamento catalano. Nonostante il buon risultato, il PSC con i suoi 42 seggi non ha la maggioranza in aula (ne servono 68 ) e ha cercato allora un’alleanza con Esquerra Republicana (ERC), il partito indipendentista di centrosinistra, e con altri partiti più piccoli.

I negoziati sono stati molto complessi, ma alla fine hanno portato a un accordo in cui Illa (con il benestare del governo nazionale) ha promesso a ERC una quasi completa autonomia fiscale: tutti i soldi delle imposte raccolti in Catalogna rimarranno nella regione, anziché essere raccolti dallo stato com’era finora. Junts era stato invece lasciato fuori dai negoziati, e Puigdemont aveva sostenuto che l’accordo di governo dovesse essere evitato perché avrebbe allontanato la possibilità dell’indipendenza della Catalogna.