Rosanna Natoli, il CSM e le più alte cariche dello Stato

Un guaio che riguarda un membro "laico" del Consiglio superiore della magistratura sta causando qualche tensione tra Mattarella e La Russa

Sergio Mattarella insieme a Ignazio La Russa durante una riunione straordinaria della Corte Costituzionale, il 13 aprile 2023 (Mauro Scrobogna/LaPresse)
Sergio Mattarella insieme a Ignazio La Russa durante una riunione straordinaria della Corte Costituzionale, il 13 aprile 2023 (Mauro Scrobogna/LaPresse)
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Nelle ultime settimane un caso molto discusso che riguarda Rosanna Natoli, membro del Consiglio superiore della magistratura (CSM, il massimo organo di autogoverno della magistratura), sta sconfinando nella politica e rischia di far emergere qualche tensione tra le due più alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Senato Ignazio La Russa.

La questione è piuttosto intricata. Riguarda un incontro, avvenuto il 3 novembre scorso ma reso pubblico pochi giorni fa, tra Natoli e la giudice Maria Fascetto Sivillo, che è sotto processo davanti alla sezione disciplinare del CSM per un procedimento a suo carico: lo scorso maggio Fascetto Sivillo era stata condannata a tre anni e sei mesi di carcere dal tribunale di Messina per avere tentato di far cancellare una cartella esattoriale da parte degli ufficiali dell’agenzia per la riscossione della regione Sicilia. Il colloquio si tenne nello studio legale di Natoli a Paternò, in provincia di Catania, e durò circa tre ore. Fu però inopportuno, dato che in quel momento Natoli era una dei sei componenti della sezione disciplinare del CSM che stava valutando la condotta di Fascetto Sivillo.

Durante il colloquio Natoli cercò di darle suggerimenti su come affrontare il procedimento, dicendole che aveva deciso di farsi carico del fascicolo anche perché avevano amici in comune. Tutto ciò lo si sa, seppure in maniera parziale, perché Fascetto Sivillo registrò tutta la conversazione all’insaputa di Natoli. Il 16 luglio scorso il suo avvocato ha inviato la registrazione e la trascrizione del colloquio – contenuta in un fascicolo di circa 130 pagine a Fabio Pinelli, presidente della sezione disciplinare e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, il quale ha subito deciso di trasmettere i documenti alla procura di Roma.

Sergio Mattarella saluta il vicepresidente del CSM Fabio Pinelli, il 25 gennaio 2023 (Francesco Ammendola/ANSA)

Dopo la diffusione della registrazione Natoli si è dimessa dalla sezione disciplinare, ma non dal CSM. Questo sta creando imbarazzi all’interno del CSM e anche delle tensioni politiche che riguardano, più o meno direttamente, le due più alte cariche dello Stato. I collaboratori di Mattarella, che in quanto presidente della Repubblica è anche il presidente del CSM, non hanno nascosto una certa irritazione per la condotta di Natoli. Lunedì scorso, di ritorno da un lungo viaggio diplomatico in Brasile, Mattarella ha incontrato il vicepresidente Pinelli, e da ciò che è trapelato del loro colloquio si è capito che secondo Mattarella il comportamento di Natoli è incompatibile con il suo incarico. Il capo dello Stato però non può intervenire direttamente: solo Natoli può decidere di dimettersi, e il CSM potrebbe votare per la sua decadenza solo nel caso in cui venisse indagata.

Finora Natoli ha fatto capire di non volersi dimettere, forte del sostegno che evidentemente sente di avere dal partito politico che l’ha sostenuta e ha favorito la sua elezione al CSM. Natoli è una dei 10 membri laici del Consiglio superiore, composto da 33 membri. I laici sono scelti tra professori ordinari di diritto o avvocati con almeno 15 anni di carriera attiva: vengono eletti da Camera e Senato in seduta comune con una maggioranza di tre quinti dei parlamentari, e vengono perlopiù indicati dai partiti anche in base a logiche di appartenenza o vicinanza politica. Natoli, in particolare, è stata indicata da Fratelli d’Italia ed è molto vicina a Ignazio La Russa, come lei originario di Paternò, comune a cui è sempre rimasto molto legato anche dopo il suo trasferimento a Milano.

Avvocata penalista non molto conosciuta al di fuori del suo comune, Natoli è da anni attivista e militante di Fratelli d’Italia a Catania, e membro dell’Assemblea nazionale e di altri organi direttivi del partito; è stata più volte consigliera e assessora comunale a Paternò, e nel 2019 fu indicata proprio dal partito di Giorgia Meloni come componente della giunta di destra del sindaco Nino Naso. Tra il 2017 e il 2019 fu coordinatrice del circolo politico “Nino La Russa”, intitolato al padre del presidente del Senato, e nel settembre del 2022 si candidò alla Camera in Sicilia per le elezioni politiche, senza risultare eletta. Nel gennaio del 2023 fu poi eletta dal parlamento come componente laica del CSM.

In ogni caso, e al di là delle ricadute politiche che potrà avere, la vicenda è di per sé piuttosto imbarazzante per il CSM. È un po’ come se un giudice che sta indagando su un furto decidesse di incontrare segretamente l’imputato per suggerirgli delle strategie per evitare la condanna. Non è chiaro perché Natoli abbia deciso di esporsi così tanto per aiutare una giudice sotto procedimento disciplinare, e che peraltro è coinvolta in molte controversie giudiziarie e ha vari procedimenti pendenti presso lo stesso CSM. Durante il colloquio, per quel che è possibile saperne dagli stralci della conversazione che sono stati diffusi, Natoli ha esaltato le comuni amicizie che l’hanno convinta a farsi carico del dossier. «È amica dei miei amici», e alcuni di questi mi hanno «chiesto un occhio di riguardo», ha detto Natoli a Fascetto Sivillo. «Le debbo dire che la sua causa l’hanno perorata in tanti», ha aggiunto, ipotizzando possibili soluzioni per alleggerire la posizione della giudice e citando anche altri esponenti del CSM che si sarebbero, a dire di Natoli, interessati al caso.

Bisogna precisare che si tratta di una conversazione riservata, piena di allusioni e riferimenti criptici, e di cui si conoscono per ora solo alcuni stralci: non si può nemmeno escludere che Natoli abbia esagerato o millantato conoscenze o sostegni che magari non ha. È abbastanza evidente, invece, che fosse conscia dell’inopportunità della sua condotta, visto che in un passaggio del colloquio ammette di stare «violando il segreto della camera di Consiglio», cioè delle riunioni secretate tra i membri del CSM convocate per decidere cosa fare nei confronti della giudice.

Quando la notizia dell’incontro è diventata pubblica, Natoli ha pubblicato una nota in cui si è detta «consapevole di avere imperdonabilmente sbagliato», ma ha sottolineato di aver «accettato di incontrarla quando avevo già compiuto il mio lavoro di relatrice» e solo dopo avere espresso il suo giudizio sul caso nella commissione disciplinare. Natoli ha scritto di aver deciso di incontrare Fascetto Sivillo «su pressante richiesta di un vecchio e da tutti stimato amico (non avvocato ed estraneo alla politica) che mi pregò per un atto di “pietà”» per via del «grave stato di salute della interessata», cioè appunto di Fascetto Sivillo (non è chiaro a quali problemi di salute si riferisca Natoli).

Dopo essersi dimessa dalla sezione disciplinare, Natoli ha anche disertato una riunione plenaria del CSM poiché altri membri laici avevano minacciato di abbandonare la seduta in segno di protesta. Alcuni suoi colleghi la descrivono come molto provata da tutta la storia. Carlo Taormina, l’avvocato di Fascetto Sivillo, ha avanzato istanza di ricusazione dell’intera sezione disciplinare del CSM, cioè ha chiesto che tutto il collegio che ha giudicato sul procedimento disciplinare venga ritenuto non idoneo a emettere una sentenza sul caso.