L’insulto antisemita su Airbnb che non lo era

Negli ultimi giorni è circolata la notizia di un presunto insulto rivolto da un host italiano a una famiglia ebraica, ma secondo l’azienda ci sarebbe stato un malinteso

Lo screenshot diffuso dal sito israeliano Ynetnews.com (www.ynetnews.com via Ansa)
Lo screenshot diffuso dal sito israeliano Ynetnews.com (www.ynetnews.com via Ansa)
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In questi giorni è circolata molto sui social network e sui giornali la notizia di un presunto insulto antisemita che sarebbe stato rivolto a una famiglia ebraica da un uomo italiano che stava affittando loro una casa su Airbnb, la nota piattaforma digitale per gli affitti brevi. La notizia era stata diffusa da un sito di notizie israeliano ed è stata poi ripresa dalle agenzie di stampa italiane e quindi da vari giornali italiani, causando molto scalpore. In seguito però è stata smentita da Airbnb, secondo cui si sarebbe trattato di un errore di comunicazione. Al momento è impossibile verificare in modo indipendente la versione dell’azienda.

Il sito israeliano che ha pubblicato per primo la storia è Ynetnews.com. L’articolo originale non è più disponibile, dato che il testo è stato modificato in modo sostanziale dopo il chiarimento dell’equivoco. Nella nuova versione dell’articolo il sito ricostruisce la faccenda: una famiglia israeliana originaria di Ness Ziona, a sud di Tel Aviv, aveva provato ad affittare su Airbnb una casa a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, sulle Dolomiti. L’host (come vengono chiamati i proprietari che affittano su Airbnb), identificato come Lorenzo (senza il cognome), aveva però rifiutato la prenotazione scrivendo un messaggio che conteneva un riferimento a dei «fornelli a gas». La frase, riportata in inglese da Ynetnews, era: «Potrebbe essere sotto ai fornelli a gas».

Ynetnews ha pubblicato uno screenshot in cui si vede la chat di Airbnb con la frase sui fornelli, scritta in ebraico. In realtà questa era stata scritta e inviata dall’host in italiano, e solo dopo tradotta in ebraico automaticamente con un traduttore automatico. La cancellazione della prenotazione e il riferimento ai forni a gas, interpretato come un’allusione al modo in cui le persone ebree venivano uccise nei campi di sterminio nazisti, aveva fatto sospettare la famiglia che si trattasse di un insulto antisemita.

In seguito alla pubblicazione dell’articolo da parte di Ynetnews la vicenda è stata ripresa da agenzie e giornali italiani, che hanno tradotto la frase così: «Potete restare nei forni a gas». Non è chiaro da dove arrivi questa traduzione e perché sia diversa da quella presentata da Ynetnews e fornita anche dai traduttori automatici. Il presunto insulto è stato condannato da vari politici italiani e amministratori locali, tra cui il sindaco di San Vito di Cadore, Franco De Bon, e il governatore del Veneto Luca Zaia, che l’ha definito «un gesto estremamente grave» e «inaccettabile». De Bon ha detto di aver coinvolto la digos e la Polizia postale di Belluno per indagare sull’accaduto e identificare l’host.

Airbnb intanto aveva aperto un’indagine interna per chiarire cosa fosse successo. Secondo l’azienda si sarebbe trattato di un grosso equivoco: in un comunicato ha detto che il messaggio inviato dall’host alla famiglia israeliana era in realtà destinato a un altro utente che stava già soggiornando in quella struttura e voleva capire come usare i fornelli. Airbnb però non ha pubblicato gli screenshot di questa seconda conversazione, e al momento è impossibile verificare in modo indipendente la versione dell’azienda.

Airbnb ha aggiunto che la richiesta di prenotazione fatta dalla famiglia israeliana sarebbe stata rifiutata perché c’era un altro potenziale ospite interessato a rimanere più a lungo. Airbnb ha comunque riconosciuto che l’esperienza è stata «profondamente spiacevole» per la famiglia israeliana. Il chiarimento di Airbnb è stato riportato da Ynetnews e dai giornali italiani che avevano dato seguito alla notizia.

Intervistato da alcuni giornali italiani, l’host ha confermato la versione di Airbnb e ha detto che negli ultimi giorni, dopo la diffusione della notizia, ha ricevuto «minacce di morte».