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  • Domenica 7 luglio 2024

In Francia la coalizione di sinistra ha vinto a sorpresa le elezioni legislative

Contro ogni aspettativa l'estrema destra del Rassemblement National è arrivata al terzo posto, dietro alla coalizione del presidente Macron: il primo ministro Attal ha detto che domani si dimetterà

Elettori di sinistra festeggiano le prime proiezioni che vedono la coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare in vantaggio, Parigi (REUTERS/Yara Nardi)
Elettori di sinistra festeggiano le prime proiezioni che vedono la coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare in vantaggio, Parigi (REUTERS/Yara Nardi)
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Le elezioni legislative in Francia sono state vinte dall’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare (NFP), che ha ottenuto 182 seggi: il NFP riunisce tra gli altri il Partito Socialista, il Partito Comunista, il partito ecologista Europe Écologie Les Verts e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. È arrivata seconda la coalizione centrista del presidente Emmanuel Macron, Ensemble pour la République, che ha fatto eleggere 168 deputati. Il partito di estrema destra Rassemblement National, che era arrivato primo al primo turno del 30 giugno, è invece arrivato terzo, facendo eleggere 143 deputati. I Repubblicani hanno ottenuto 45 seggi: prima delle elezioni il partito aveva preso le distanze da quello che solo formalmente resta ancora il loro presidente, Eric Ciotti, che aveva deciso autonomamente di allearsi con RN. I candidati di Ciotti eletti, fra cui Ciotti stesso, sono conteggiati fra quelli di Rassemblement National.

Questi risultati stravolgono quelli del primo turno e anche i sondaggi degli ultimi giorni, in cui Rassemblement National era dato come il partito vincente. Nessuna delle due principali coalizioni è però riuscita ad avvicinarsi alla maggioranza assoluta di 289 seggi sui 577 che compongono l’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento francese, necessaria per formare un governo: non è quindi al momento chiaro che tipo di alleanza potrebbe formarsi per raggiungerla, se si formerà, e con quali equilibri. L’attuale primo ministro Gabriel Attal, che fa parte di Ensemble, ha detto che domani presenterà le sue dimissioni al presidente della Repubblica. Attal è stato comunque rieletto nel suo seggio a Hauts-de-Seine, a nord di Parigi.

L’affluenza al secondo turno è stata del 67,1 per cento, la più alta dal 1997: più del 20 per cento in più rispetto a quella delle elezioni legislative del 2022. Al primo turno l’affluenza era stata del 66,7 per cento, anche in questo caso la più alta dal 1997.

All’interno del blocco della sinistra La France Insoumise è stato il partito che ha fatto eleggere il maggior numero di deputati. È seguita dal Partito socialista, dagli Ecologisti e infine dal Partito comunista. L’ex presidente della Repubblica François Hollande, del Partito socialista, che fa parte della coalizione del NFP, è stato eletto nella circoscrizione di Corrèz. Risultano inoltre eletti l’ex prima ministra Elisabeth Borne e il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, entrambi della coalizione di Macron, e François Ruffin di La France Insoumise, il primo ad aver fatto un appello all’unità della sinistra, poi accolto, dopo i risultati delle elezioni europee vinte da RN. La socialista Valérie Rabault, vicepresidente dell’Assemblea Nazionale, ha invece perso contro la candidata dell’alleanza RN-Ciotti.

Persone reagiscono alla proiezione dei risultati del secondo turno delle elezioni legislative a Nantes, nella Francia occidentale (AP Photos/Jeremias Gonzalez)

Il leader di La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon ha commentato il risultato elogiando positivamente la mobilitazione popolare che ha consentito di «raggiungere un risultato che si diceva essere impossibile», cioè la vittoria della sinistra. «Questa sera RN è ben lontana dall’avere la maggioranza assoluta» ha detto, aggiungendo che questo è «un enorme sollievo per milioni di persone», che d’ora in poi «la volontà popolare dovrà essere rispettata» e che il presidente Macron deve accettare i risultati. Mélenchon ha infine invitato Macron a nominare un nuovo primo ministro scelto tra il blocco del Nuovo Fronte Popolare.

Anche il leader del Partito Socialista Olivier Faure ha parlato poco dopo le 20 dicendo che «stasera, la Francia ha detto no all’arrivo al potere di RN». Poiché sembra che NFP otterrà una maggioranza solo relativa Faure, come prima Jean-Luc Mélenchon, ha già anticipato che rifiuterà qualsiasi governo di coalizione tra la sinistra e il blocco macronista: «Il Nuovo Fronte Popolare deve farsi carico di questa nuova pagina di storia». Infine ha chiesto al blocco macronista e a quello dell’estrema destra «di riconoscere chiaramente la loro sconfitta».

Festeggiamenti sulle prime proiezioni che vedono in vantaggio la coalizione di sinistra a Nantes (AP Photo/Jeremias Gonzalez)

Marine Le Pen ha detto che la vittoria di RN «è solo rinviata»: «La marea sta salendo. Questa volta non è salita abbastanza in alto, ma continua a salire e, quindi, la nostra vittoria è solo ritardata». Marine Le Pen ha già detto da tempo di volersi candidare alla presidenza della Francia nel 2027, dopo la scadenza del mandato di Macron. Jordan Bardella, presidente di RN, ha invece denunciato le «alleanze innaturali» tra il campo presidenziale e la sinistra facendo riferimento alla strategia della desistenza e del cosiddetto “fronte repubblicano” che ha portato più di 200 candidati arrivati terzi a ritirarsi dal ballottaggio per concentrare i voti della sinistra e dei moderati contro l’estrema destra. È a causa di questa strategia, secondo Bardella, che il suo partito è arrivato terzo. «Purtroppo l’alleanza del disonore e gli accordi elettorali di Emmanuel Macron, Gabriel Attal (il primo ministro, ndr) e dell’estrema sinistra privano gli elettori di un governo RN». Secondo lui «questi accordi elettorali gettano la Francia nelle braccia di Mélenchon».

In Francia le elezioni legislative si svolgono infatti con un sistema di voto maggioritario a doppio turno su 577 circoscrizioni elettorali, una per ogni seggio dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento francese: per vincere un seggio al secondo turno era sufficiente per un candidato o una candidata prendere anche solo un voto in più degli altri candidati al suo seggio. Al primo turno erano stati invece eletti solo i candidati che avevano preso più del 50 per cento dei voti: il Rassemblement National ne aveva eletti 39, risultando il partito più votato; NFP ne aveva eletti 32 e solo 2 la coalizione di Macron.

La mancanza di una chiara maggioranza non rende impossibile la creazione di un governo, ma una sua creazione sembra al momento piuttosto complicata. Nel 2022 i partiti che sostenevano Emmanuel Macron avevano ottenuto 246 seggi, e avevano formato un governo di minoranza grazie all’appoggio esterno dei Repubblicani, che avevano fatto eleggere 42 deputati. A differenza del 2022 però Macron e i Repubblicani hanno preso meno voti e i loro deputati non sarebbero abbastanza per formare un governo. Negli scorsi giorni alcuni politici hanno parlato della possibilità di creare una coalizione molto larga che tenga dentro sia la coalizione di Macron che il Nuovo Fronte Popolare: questa opzione è però ostacolata dall’opposizione di Macron ad allearsi con La France Insoumise, di sinistra radicale, e viceversa.

L’Eliseo, la residenza presidenziale francese, ha fatto sapere che il presidente Macron attenderà la composizione della nuova Assemblea Nazionale per «prendere le decisioni necessarie», cioè per decidere che primo ministro nominare al posto di Attal. È consuetudine che il presidente nomini primo ministro un rappresentante del partito di maggioranza e in caso di una nomina assegnata a un rappresentante di NFP si verificherebbe la coabitazione, quando presidente e primo ministro appartengono a diverse famiglie politiche.