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  • Venerdì 5 luglio 2024

“The Bear” è la serie tv sulla moda che non voleva esserlo

Parla di chef e cucina ma fin dalla prima stagione sobilla chi smania per la maglietta bianca o il jeans perfetto

L'attrice Ayo Edebiri e l'attore Jeremy Allen White in un momento della terza stagione di The Bear
(©FX on Hulu / Courtesy Everett Collection)
L'attrice Ayo Edebiri e l'attore Jeremy Allen White in un momento della terza stagione di The Bear (©FX on Hulu / Courtesy Everett Collection)
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Anche la terza stagione di The Bear – la serie tv su uno chef che trasforma l’umile ristorante del fratello a Chicago, negli Stati Uniti, in un locale di alta cucina – conferma che è una «grandiosa serie tv sull’abbigliamento maschile», come l’aveva definita il sito di moda GQ nel luglio del 2022, un mese dopo l’uscita della prima stagione. I nuovi dieci episodi sono disponibili negli Stati Uniti, su Hulu, dal 26 giugno – in Italia lo saranno dal 14 agosto su Disney+ – e stanno facendo parlare anche per lo stile dei personaggi e per alcuni capi interessanti indossati dal protagonista, Carmen Berzatto, detto Carmy, interpretato dall’attore statunitense Jeremy Allen White.

Per esempio nella prima puntata Carmy indossa una giacca cerata verde dell’azienda inglese Barbour e un’altra da barca di RRL, una linea del marchio americano Ralph Lauren, che sempre GQ ha definito «fighissima». Intanto il marchio di moda americano J.Crew ha messo in vendita una capsule collection, cioè una collezione in quantità limitata, realizzata in collaborazione con la serie: cappellino, maglietta, felpa e giacca da lavoro con il logo di “Matter of Fak Supply”, l’azienda dei fratelli tuttofare Fak, interpretati dallo chef canadese Matty Matheson e da Ricky Staffieri; il costo va dai 50 ai 500 dollari e quasi tutto è andato esaurito.

La costumista della serie Courtney Wheeler ha ammesso con il New York Times che questa stagione ammicca un po’ al pubblico di appassionati di moda che The Bear si porta dietro dal primo episodio. «Non vogliamo forzare troppo», ha aggiunto, spiegando che è un successo collaterale perché la serie tv non è incentrata sulla moda, come Sex and the City o la più recente Emily in Paris, e non parla esplicitamente di abiti come Succession, in cui i personaggi fanno spesso commenti su come si vestono gli altri e che ha contribuito a lanciare la tendenza del quiet luxury, un modo non ostentato di vestirsi da ricchi. Eppure fin dalla prima stagione la moda è presente e centrale perché The Bear utilizza molto gli abiti per raccontare il carattere dei personaggi e perché le scelte di abbigliamento di Carmy danno una risposta ad alcune fissazioni degli appassionati di moda di oggi.

Lo stesso Carmy li rappresenta con la sua collezione di denim selvedge (cioè cimosato, di alta qualità perché realizzato con telai tradizionali) conservata nel forno di casa, che compare nel primo episodio della serie quando ripaga un debito con un paio di jeans Big E di Levi’s del 1955: un modello molto raro che su eBay si vende da un migliaio di euro in su. Inoltre Carmy veste da subito solo magliette bianche che mettono in risalto i bicipiti, per cui è famoso.

Molti spettatori cercarono di identificarne la marca sui social network e su Reddit, scoprendo che a volte si trattava di magliette della linea Supreme Hanes o del marchio giapponese Whitesville. Quasi sempre però sono il modello 215 dell’azienda tedesca Merz b. Schwanen, fondata nel 1911, chiusa e riaperta nel 2011 dopo il ritrovamento dei vecchi macchinari, che consentono una lavorazione a maglia circolare: è più lenta di quella industriale di oggi, ma permette di non avere cuciture e una uniformità di tessuto che ne aumenta la qualità. I proprietari di Merz b. Schwanen scoprirono che la serie utilizzava le loro magliette quando il sito crollò per i troppi ordini che erano stati fatti. Da allora la maglietta è stata resa disponibile più volte ma è spesso esaurita (lo è anche adesso, ma si trova in colori diversi dal bianco a 79,90 euro) e dalla seconda stagione è utilizzata da tutto lo staff del ristorante della serie.

Lo stesso è accaduto con una giacca di lana del marchio danese NN.07, nota come Gael 8267, che White indossa dalla prima stagione e che ricorda quando lavorava come chef di alto livello a Copenaghen. Wheeler l’aveva vista in un negozio a Chicago e l’aveva fatta indossare a White a cui era piaciuta, così come ai tanti spettatori finché uno aveva identificato il modello su Reddit. La giacca non era più in produzione da anni e quando l’azienda la ripropose, visto l’interesse dovuto a The Bear, andò esaurita in mezz’ora.

Si è parlato anche del maglione grigio di cashmere a trecce di J. Crew che Carmy indossa nella seconda stagione e dei jeans del marchio francese A.P.C., un’altra traccia del suo passato in Europa. In generale lo stile è considerato da molti un modello: pantaloni neri da lavoro Dickies o di Carhartt, le clogs (cioè gli zoccoli) modello Tokio Super grip del marchio tedesco Birkenstock che indossa in cucina o le sneaker bianche Cortez di Nike portate con i calzini alti bianchi, nel tempo libero.

Wheeler spiega che «i suoi pezzi sono fatti bene, tagliati bene e senza tempo. Si è liberato dalle preoccupazioni di cosa mettersi ogni giorno» per potersi concentrare sul lavoro, aderendo all’idea di vestirsi con un’uniforme, resa popolare da marchi di moda come Balenciaga o Prada.

Anche l’abbigliamento degli altri personaggi è trattato con cura. L’attaccamento un po’ sentimentale al passato di Rick si rivela con le magliette scolorite di The Beef (il ristorante scalcagnato del fratello di Carmy) e la giacca di pelle di Members Only, un marchio americano famoso negli anni Ottanta e Novanta, mentre Marcus, il pastry chef (cioè il pasticciere), è un raffinato conoscitore dello streetwear (indossa magliette Off-White e Patta, berretto di lana Carhartt, sneaker Jordan e, nella terza stagione, un raro modello di New Balance) che mescola con lo stile preppy: pantaloni di cotone, magliette da rugby, cappelli da pescatore, varsity jacket e camicie di flanella.

In particolare lo stile di Sydney “Syd” Adamu, la sous-chef di Carmy interpretata dall’attrice Ayo Edebiri, sta ridefinendo il guardaroba da lavoro femminile. Anche lei si vede quasi sempre in jeans, Birkenstock Tokio, magliette vintage prese dall’armadio dei genitori, orecchini d’argento vagamente punk e grembiule blu (che si ispira a quello del famoso ristorante californiano The French Laundry), che nella seconda e terza stagione è sostituito da un elegante grembiule disegnato dallo stilista americano Thom Browne (che piace molto al creatore della serie Christopher Storer).

Nonostante sembri vestirsi con poca attenzione – nella terza stagione suo padre le fa notare che ha dei buchi nelle maniche – Syd ha gusto (sempre nella terza stagione ha una giacca del marchio giapponese Comme des Garçons) e alcuni pezzi che indossa sono diventati famosi: un gilet rosso, un foulard imbottito con cui si protegge dal freddo di Chicago, una giacca upcycled (fatta riutilizzando tessuti o altri pezzi di vestiti) del marchio Carleen e soprattutto le bandane con cui si presenta al lavoro, ogni giorno una diversa. Sono vintage, altre moderne, in seta, in cotone, ispirate ai foulard di Hermès o del marchio giapponese Kapital (le trovate tutte qui): Wheeler ha raccontato che sono un «modo di portare il suo punto di vista in spazi che forse non erano pronti ad ascoltare la sua voce» e che rappresentano anche l’attenzione delle donne nere «me compresa, a proteggere i capelli».

Edebiri è considerata tra le attrici vestite in modo più interessante anche fuori dalla serie tv – indossa spesso Loewe, Marni e Bottega Veneta – mentre White è diventato un modello di stile e ha posato per un’ormai famosa pubblicità di intimo di Calvin Klein.

Comunque sia la serie è fatta da persone che la moda la conoscono e la apprezzano: gli attori indossano cose del loro guardaroba o scelte da loro, Matheson, che è anche produttore esecutivo, ha una linea di abbigliamento, Rosa Rugosa, indossata dallo staff del ristorante mentre Wheeler ha raccontato che a volte va nell’ufficio di Storer «per una domanda al volo e finiamo a parlare di mocassini per 45 minuti». Ricorda anche che «molte delle cose che si vedono in tv le abbiamo fatte noi» e che «gli chef che ho incontrato sono tra le persone più stilose in assoluto e senza sforzo».