L’eruzione dell’Etna vista da vicino

Le foto spettacolari della colonna eruttiva che ha raggiunto i 4.500 metri, e che con le sue ceneri ha costretto alla chiusura dell'aeroporto di Catania

Un gruppo di persone osserva l'eruzione dell'Etna da vicino
L'eruzione dell'Etna, 2 luglio 2024 (REUTERS/Etna Walk/Giuseppe Di Stefano)
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Giovedì sera è iniziata una nuova eruzione dell’Etna, il vulcano siciliano che è il più alto vulcano attivo dell’Europa continentale. L’attività eruttiva era in corso già da alcuni giorni, ma ieri è aumentata, tanto che venerdì si è dovuto chiudere temporaneamente l’aeroporto di Catania per lo strato di cenere che si è depositato sulle piste di decollo e atterraggio. L’eruzione riguarda il cosiddetto Cratere Voragine, uno dei quattro crateri sommitali del vulcano, e ha prodotto una colonna eruttiva che ha raggiunto un’altezza di 4.500 metri secondo la stima dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV). Il vulcano di suo è alto 3.357 metri.

L’eruzione ha causato un’abbondante ricaduta di cenere su diversi centri abitati della regione a sud-est del vulcano, fino alla città di Siracusa, oltre a scosse di terremoto. Nel corso della notte comunque l’attività eruttiva è diminuita ed è cessata intorno alle 4.

Gli scienziati dell’INGV, che monitorano costantemente sia l’Etna che gli altri vulcani attivi italiani, stanno portando avanti delle indagini per analizzare i fenomeni degli ultimi giorni. Le eruzioni del vulcano comunque non sono particolarmente inusuali: è uno dei più attivi del mondo e spesso l’attività sommitale va avanti per molti anni con poche interruzioni. Gli intervalli tra un periodo eruttivo e l’altro possono durare da pochi mesi a più di vent’anni, ma nell’ultima quarantina d’anni sono stati di circa 2 anni in media.

L’Etna si trova infatti nella zona di collisione di due placche continentali, quella euroasiatica a nord e quella africana a sud. Fino a tempi recenti era considerato un vulcano prevalentemente effusivo, cioè caratterizzato dall’emissione di colate laviche, ma dalla fine degli anni Settanta ha prodotto sempre più spesso fontane laviche (dette anche “parossismi”), come quella di giovedì sera, dai crateri sommitali.

In questi giorni anche il vulcano Stromboli sta eruttando.