Il duro comunicato del Quirinale sulla strage di Ustica e il segreto di Stato

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha smentito una tesi strampalata, fatta circolare da un giornalista che dice di fare «informazione senza padroni»

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Roma lo scorso giugno (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Roma lo scorso giugno (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Domenica l’ufficio stampa del Quirinale, la sede della presidenza della Repubblica, ha pubblicato un breve comunicato in cui smentisce che il presidente Sergio Mattarella abbia apposto il segreto di Stato su alcuni documenti relativi alla strage di Ustica, il disastro aereo nel quale il 27 giugno del 1980 morirono 81 persone in circostanze non mai chiarite. Il segreto di Stato è un vincolo che può essere disposto dal presidente del Consiglio (e non dal presidente della Repubblica) su documenti, atti, notizie e attività la cui diffusione potrebbe causare danni all’integrità della Repubblica.

Nel comunicato il Quirinale ha usato toni insolitamente duri e si è espresso in modo netto e categorico: «La notizia è palesemente falsa. Il presidente della Repubblica non ha alcuna competenza sul segreto di Stato», ha scritto, aggiungendo: «È ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne».

Il riferimento è a un messaggio pubblicato sui social network lo scorso 28 giugno da Matteo Gracis, giornalista fondatore del sito di notizie L’Indipendente, che su Instagram dice di fare «informazione senza padroni». Nel post Gracis definisce Mattarella «il “nostro” presidente della Repubblica», facendo intendere di non riconoscere come pienamente legittimo il ruolo della più alta carica dello Stato. Sostiene poi che a giugno del 2020 Mattarella avesse «prorogato di 8 anni il segreto di Stato» su alcuni documenti relativi al caso Ustica, perché «la verità farebbe male all’Italia».

Il post è ancora disponibile sul profilo X di Gracis, dove è stato ripostato più di mille volte e ha 2.500 “mi piace”. Il Quirinale ha però smentito e ha detto che i post con questa accusa sono stati segnalati alle autorità competenti, che stanno indagando sulla presenza di eventuali «estremi di reato». Gracis aveva già espresso la stessa tesi in un video pubblicato sempre su X il 27 giugno.

In passato Gracis era stato assistente alle comunicazioni dell’allora deputato Federico D’Incà, del Movimento 5 Stelle, che poi divenne ministro per i Rapporti con il Parlamento tra il 2019 e il 2022. Più volte ha espresso posizioni no vax e contrarie alle norme che hanno introdotto restrizioni per limitare il contagio da coronavirus durante la pandemia: per esempio sul green pass e sulle chiusure decise dal secondo governo guidato da Giuseppe Conte.

Da oltre quarant’anni la strage di Ustica è uno degli episodi della storia italiana più discussi e commentati. Alle 20:59 del 27 giugno 1980 un aereo DC-9 della compagnia ITAVIA in volo da Bologna a Palermo con 81 persone a bordo precipitò in mare non lontano dall’isola di Ustica, a nord di Palermo. La tesi più accreditata è che l’aereo sia stato abbattuto per errore durante una battaglia aerea tra aerei libici e della NATO, ma le modalità dell’incidente e i suoi responsabili rimangono ancora in gran parte sconosciuti. Le indagini furono complicate anche da depistaggi e da reticenze delle autorità coinvolte.

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