Le foto e i video del festival di Glastonbury

I Coldplay, Dua Lipa, PJ Harvey, Little Simz e gli altri concerti di un'edizione particolarmente spettacolare del festival più famoso d'Europa

Il pubblico guarda il palco principale del festival
Glastonbury, 29 giugno (Joe Maher/ Getty Images)
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Domenica alla Worthy Farm di Pilton, in Inghilterra, si è concluso il festival di Glastonbury, l’evento musicale più famoso d’Europa, nonché uno dei più noti e seguiti al mondo. I tre headliner – ovvero le band protagoniste dei concerti principali, quelle col nome scritto più grosso – sul palco principale del festival sono stati Dua Lipa, i Coldplay e SZA, ma tra gli altri al festival si sono esibiti la rapper londinese Little Simz, PJ Harvey, gli LCD Soundsystem, Fatboy Slim e le Last Dinner Party, band pop che sta ricevendo molte attenzioni negli ultimi mesi. Il tutto è stato accompagnato da una serie di ospitate e performance che hanno reso l’edizione di quest’anno una delle più varie di sempre e, per certi versi, storica.

Il festival di Glastonbury si tiene dal 1970 in quella che nel resto dell’anno è per buona parte una fattoria e attira ogni estate decine di migliaia di persone. Comprende numerosi palchi e ha da sempre un programma molto ricco, che mette insieme grandi popstar e le band rock più famose del momento, ma anche artisti hip hop, dj, gruppi emergenti e vecchie glorie. L’edizione di quest’anno si teneva dal 26 al 30 giugno ed è andata sold out già ad aprile: il festival si è progressivamente ingrandito e ha ospitato circa 210mila persone, 30mila in più di quelle che c’erano state nel 2014, dieci anni fa. Però si poteva seguire anche a distanza, via radio o tv grazie a un accordo con la BBC, che ha assicurato una copertura di 125 ore di spettacoli e concerti: la più estesa di sempre.

Per la prima volta da quando esiste Glastonbury, due delle tre headliner sul palco principale del festival erano donne: appunto Dua Lipa, popstar che tra le altre cose ha cantato “The Less I Know the Better” assieme al cantante dei Tame Impala Kevin Parker, e SZA, che attira un pubblico composto perlopiù da ragazze e ragazzine, molto diverso da quello che frequenta di solito il festival. Per la prima volta inoltre a Glastonbury si è esibito un gruppo k-pop, il genere musicale sudcoreano mescolato o ispirato alla musica pop statunitense: i Seventeen, che nel 2023 hanno venduto 6,4 milioni di copie del loro disco FML, piazzandosi al primo posto della classifica dei dischi più venduti della Federazione internazionale dell’industria fonografica (IFPI).
Ma assieme a queste novità molte band si sono presentate ricordando il loro ruolo di veterane del festival: tra le altre i James, i Keane, i Coldplay stessi.

Una delle esibizioni più apprezzate e citate è stata appunto quella dei Coldplay, che erano tra gli headliner del palco principale di Glastonbury per la quinta volta dal 2002. È cominciata con “Yellow”, una delle loro canzoni più note, e proseguita con “Adventure of a Lifetime”, “The Scientist” e “A Sky Full of Stars”, tra fuochi d’artificio, giochi di luci e cannoni che sparavano coriandoli. Tra i vari ospiti saliti sul palco con la band c’è stato Michael J. Fox, il celebre protagonista di Ritorno al Futuro, che è da tempo malato del morbo di Parkinson e ha suonato la chitarra su “Fix You”. A vederli c’erano decine di migliaia di persone, in uno dei concerti più partecipati della storia recente del festival.

Sui palchi di Glastonbury si sono succeduti tra gli altri la cantautrice e rocker inglese PJ Harvey, Kim Gordon dei Sonic Youth e la band irlandese dei Fontaines DC, nata nel contesto del post-punk e diventata di grande successo con il disco Skinty Fia del 2022. Ma ci sono stati anche i Keane, Cindy Lauper, i Dexys, gli Idles, Avril Lavigne, l’attrice e cantautrice Janelle Monáe e Femi Kuti, il figlio dell’estroso musicista nigeriano Fela Kuti.

Fatboy Slim, il nome d’arte di Norman Cook, è un’istituzione della musica dance e a Glastonbury è stato il protagonista di due dj set, ma a un certo punto ha anche preso in mano il basso per suonare “Happy Hour” in una divertita reunion della band degli Housemartins assieme a Paul Heaton. Damon Albarn dei Blur invece ha cantato “Heaven” assieme ai Bombay Bicycle Club.

Pochi mesi fa l’uscita di Saltburn di Emerald Fennell aveva fatto tornare in cima alle classifiche del Regno Unito il singolo del 2001 di Sophie Ellis-Bextor “Murder on the Dancefloor”, che compariva in una scena particolarmente notevole del film: anche grazie a questa rinnovata popolarità sabato Ellis-Bextor ha cantato sul palco principale del festival assieme alla dj sudcoreana Peggy Gou.

L’esibizione della band di musica elettronica degli Orbital, sempre sabato, è stata presentata dalla famosa attrice Tilda Swinton, una delle molte celebrities che si sono viste tra il pubblico del festival assieme per esempio a Tom Cruise, Gillian Anderson, Simon Pegg, Paul Mescal, Sienna Miller, Cara Delevingne, Leo Woodall e Anya Taylor-Joy. A un certo punto durante il concerto è spuntata anche Mel C delle Spice Girls, che ha cantato con gli Orbital una canzone chiamata proprio “Spicy”.

Venerdì il duo di rock elettronico dei Mount Kimbie si era esibito assieme al cantante inglese King Krule, mentre il dj Jamie xx ha accompagnato parte dell’esibizione della cantante svedese Robyn. Sempre venerdì, durante il concerto degli Idles, band post punk di Bristol che ha un buon seguito anche in Italia, si è invece visto passare tra il pubblico un gommone con dei manichini che ricordava quelli con cui le persone migranti cercano di attraversare tutti i giorni il mar Mediterraneo o il canale della Manica. Solo dopo il concerto si è scoperto che il gommone era un’opera di Banksy, lo street artist più famoso al mondo (l’idea è stata criticata sui social da molti che l’hanno trovata di cattivo gusto).

Tra le altre esibizioni più apprezzate del festival ci sono state quelle di Little Simz, del gruppo rap nordirlandese degli Kneecap, della band australiana degli Psychedelic Porn Crumpets e del cantante inglese Michael Kiwanuka.

Tra gli altri momenti notevoli c’è stata infine anche la performance dell’artista serba Marina Abramović, che è riuscita a far stare in silenzio per 7 minuti le circa 100mila persone radunate davanti al Pyramid Stage, il palco principale dell’evento.