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  • Giovedì 20 giugno 2024

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha detto di essere stato accusato di scisma

L'ex nunzio apostolico del Vaticano negli Stati Uniti ha espresso opinioni forti su vari argomenti, apparentemente provocando divisioni nella Chiesa cattolica

Carlo Maria Viganò in abiti ecclesiastici, nel 2010
Carlo Maria Viganò nel 2010 (L'Osservatore Romano via ANSA)
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Monsignor Carlo Maria Viganò, arcivescovo della Chiesa cattolica e nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2011 al 2016, ha detto di essere stato accusato di scisma, cioè di aver provocato divisioni nella Chiesa cattolica: se le accuse fossero confermate Viganò, che in pratica era una specie di ambasciatore del Vaticano e nel tempo ha espresso opinioni molto controverse su diversi argomenti, sarebbe scomunicato. Il processo non riguarda la giustizia ordinaria, ma è interno alle strutture ecclesiastiche.

Secondo quanto detto dall’arcivescovo le accuse riguarderebbero «affermazioni pubbliche» contro l’unità della Chiesa, fra cui la «negazione della legittimità di papa Francesco, la rottura della comunione con lui e il rifiuto del Concilio Vaticano II», la grande riunione di tutti i vescovi del mondo in cui tra il 1962 e il 1965 vennero discussi i rapporti tra la Chiesa e la società moderna.

Secondo quanto detto dall’arcivescovo il Dicastero per la Dottrina della Fede, l’organo della Chiesa che si occupa tra le altre cose di promuovere e tutelare la dottrina cattolica, noto fino al 1908 come Santa Inquisizione, lo avrebbe convocato per «prendere nota delle accuse e delle prove» del processo.

Negli anni Viganò si è espresso tra le altre cose contro i vaccini, contro le persone migranti e contro quelle omosessuali, e ha anche chiesto le dimissioni del papa. Nel post con cui ha annunciato le accuse ha detto che il Concilio Vaticano II «rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico» di cui la visione della chiesa di papa Francesco «è la necessaria metastasi».

Al momento il Dicastero non ha confermato le presunte accuse contro Viganò. Il processo sarebbe extragiudiziale, quindi dovrebbe svolgersi senza la necessità di rispettare le norme previste per i processi ecclesiastici: secondo Viganò questo indica che la sua condanna sarebbe già stata decisa.

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