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  • Mercoledì 19 giugno 2024

Almeno 500 persone sono morte per il caldo durante il pellegrinaggio alla Mecca

L’hanno riferito alcuni giornali internazionali citando dati ufficiali e diverse fonti, nonostante il governo dell’Arabia Saudita non si sia ancora espresso

una folla di persone con tuniche lunghe e ombrelli in una strada assolata
Pellegrini si riparano dal sole durante lo Hajj (AP Photo/Rafiq Maqbool)
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Mercoledì mattina l’agenzia di stampa francese AFP ha scritto che quest’anno durante lo Hajj, il consueto pellegrinaggio annuale dei fedeli dell’Islam verso la Mecca, in Arabia Saudita, sono morti almeno 550 pellegrini. AFP ha detto di essersi basata sui dati ufficiali forniti da vari paesi e su quanto riferitole da due diplomatici di paesi arabi, rimasti anonimi, che si occupano della questione. La notizia è stata ripresa nel corso della giornata da diversi giornali internazionali, che hanno confermato la cifra in maniera indipendente attraverso altre fonti. Secondo quanto riportato, la maggior parte delle persone è morta a causa del caldo intenso. Al momento il governo dell’Arabia Saudita non si è espresso sulle morti, ma il ministero della Salute saudita ha detto che solo nella giornata di domenica i pellegrini che hanno preso un’insolazione o si sono sentiti male per il caldo sono stati 2760. I rituali dello Hajj termineranno mercoledì.

Ogni anno centinaia di persone muoiono durante lo Hajj a causa della calca, del clima torrido dell’Arabia Saudita, e della facilità con cui le malattie virali si trasmettono in situazioni di questo tipo. Quest’anno la situazione è aggravata dal fatto che il periodo indicato per l’Hajj dal calendario islamico corrisponde a giorni molto caldi. L’anno scorso morirono almeno 240 persone, la maggior parte di loro proveniente dall’Indonesia. Quest’anno la maggior parte dei morti sembra essere egiziana: secondo uno dei diplomatici che ha parlato con AFP sarebbero morte 323 persone egiziane.

Molte di queste persone stavano facendo l’Hajj senza il costoso visto apposito, che permette di accedere alle strutture messe a disposizione dal governo saudita per i pellegrini. Secondo un funzionario egiziano sentito da AFP «i pellegrini senza documenti hanno causato il caos nei campi per i pellegrini egiziani, portando a un collasso dei servizi. I pellegrini sono rimasti senza cibo, acqua o aria condizionata per molto tempo», e molti sono morti «a causa del caldo perché non avevano nessun posto» in cui ripararsi.

In questi giorni centinaia di persone si sono messe in fila davanti al Complesso di emergenza nel quartiere di Al-Muaisem alla Mecca per ottenere informazioni sui loro familiari scomparsi. Un medico e un funzionario rimasti anonimi hanno detto ad Associated Press che la lista di 550 persone morte che sta circolando sembra «autentica» e che dentro al Complesso ci potrebbero essere fino a 600 cadaveri. Secondo quanto riportato da AP, mercoledì all’entrata del Complesso un funzionario, circondato da agenti della sicurezza, ha letto i nomi e le nazionalità di un numero non specificato di persone morte che si trovavano all’interno dell’edificio. Non è stata resa nota la causa della loro morte, ma coloro che hanno dichiarato di essere loro parenti sono stati autorizzati a entrare per identificarli.

Lo Hajj (la cui radice in arabo significa “dirigersi verso”) è il quinto pilastro dell’Islam e deve essere compiuto almeno una volta nella vita da ogni musulmano a patto che le sue condizioni di salute e i suoi mezzi economici glielo consentano. Si svolge tra l’ottavo e il tredicesimo giorno dell’ultimo mese del calendario islamico e rappresenta un momento di purificazione per i fedeli, che durante il viaggio chiedono perdono per i loro peccati e vengono purificati attraverso la celebrazione di preghiere e riti. La destinazione finale del pellegrinaggio è la Grande Moschea della Mecca, dove si trova la Ka’bah, un edificio cubico nero situato al centro del grande cortile della moschea e venerato da tutti i musulmani.

– Leggi anche: Le foto dell’inizio dello Hajj