Il ritiro di uno dei manager musicali più influenti al mondo

Negli ultimi anni Scooter Braun è stato una figura centrale dell'industria musicale, noto per i cantanti che lanciò ma anche per una accesa disputa con Taylor Swift

Scooter Braun nel 2017 (John Sciulli/Getty Images)
Scooter Braun nel 2017 (John Sciulli/Getty Images)
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Lunedì il manager musicale statunitense Scooter Braun, che negli anni ha curato gli interessi di cantanti di enorme fama internazionale come Justin Bieber, Ariana Grande, Martin Garrix, Psy e Kanye West, ha annunciato che d’ora in poi smetterà di rappresentare musicisti per dedicarsi interamente al suo ruolo di amministratore delegato della filiale statunitense di Hybe, la più importante agenzia musicale sudcoreana.

Braun, che è molto noto anche per una accesa disputa avuta negli ultimi anni con Taylor Swift, ha annunciato il ritiro in una lettera inviata alle principali testate americane di musica e intrattenimento, in cui ha scritto che dopo 23 anni il suo «capitolo come manager musicale è giunto al termine». Anche se è diventato ufficiale soltanto ieri, il ritiro di Braun era atteso già da qualche mese: la scorsa estate TMZ e Variety, due riviste di settore con ottime fonti, avevano scritto che Braun aveva interrotto i rapporti di collaborazione con diversi clienti, come la cantante Demi Lovato e l’attrice Idina Menzel, Grande e Bieber.

Braun ha 43 anni, e da almeno una quindicina era considerato il manager musicale più influente al mondo, capace di rinnovare un mestiere che con l’avvento delle piattaforme di streaming è diventato meno rilevante di un tempo. Nella prima metà degli anni Duemila fu uno dei primi addetti ai lavori a intuire il declino delle modalità tradizionali di promozione della musica (giornali, radio e televisioni) e a sfruttare le potenzialità di piattaforme come YouTube per la ricerca di nuovi talenti.

Negli ultimi anni la sua notorietà è stata legata in buona parte alle modalità controverse con cui prese il controllo, gestì e poi vendette i diritti sui primi dischi di Swift, che provò a lungo a opporsi alle sue decisioni senza riuscirci, e finì così per ri-registrare gli album facendo uscire quelle che sono note come Taylor’s Version.

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Braun crebbe a Greenwich, nel Connecticut e andò all’Università di Atlanta, dove iniziò prima a organizzare feste, e poi i concerti delle celebrità locali. Una sera il produttore Jermaine Dupri si presentò a una delle sue feste con la sua fidanzata dell’epoca, Janet Jackson. Dupri gli disse: «Non andrai a vivere in una villa se continui a organizzare feste» e decise di assumerlo come direttore marketing della sua etichetta, la So So Def Recordings. Braun lasciò l’università, qualche anno dopo venne licenziato per dei contrasti con Dupri, e si mise in proprio.

La sua carriera come manager ebbe una svolta nel 2008, quando vide un video su YouTube in cui un 12enne canadese cantava una cover di Chris Brown seduto su un divano sgualcito. Dopo aver visto il video, Braun lo contattò e prese un aereo per Stratford, in Canada, per convincere lui e sua madre a trasferirsi ad Atlanta, in Georgia. Quel 12enne si chiamava Justin Bieber, e negli anni successivi sarebbe diventato il teen idol più famoso al mondo.

Agli inizi degli anni Dieci le riviste di settore cominciarono a paragonare Braun al Colonnello Parker, l’uomo che rese possibile il successo internazionale di Elvis. Quando veniva intervistato dai giornali, Braun raccontava spesso che il segreto del suo successo era stato stabilire un rapporto molto forte con Bieber, quasi familiare: «la nostra non è una relazione tra manager e cantante: quando lui aveva tredici anni gli ho detto che se anche avesse smesso di ballare e cantare, io sarei stato comunque nella sua vita. E di certo se fosse necessario gli bacerei anche il sedere», disse in un’intervista data nel 2012 al New Yorker.

In realtà, nel corso della sua carriera Braun ha dimostrato di essere decisamente più scaltro di così, adottando dei metodi piuttosto spregiudicati per mantenere un controllo serrato sulle carriere dei musicisti di cui curava gli interessi. Per esempio, nel 2019 Braun acquistò dal produttore Scott Borchetta i diritti di tutta la musica e i video prodotti da Taylor Swift, attualmente la cantante più famosa al mondo, prima che passasse all’etichetta discografica Republic Records nel 2018, inclusi quindi i suoi primi sei album.

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Questo voleva dire che chiunque volesse concedere in licenza una delle sue vecchie canzoni per riprodurla in uno show televisivo, un film o una pubblicità avrebbe dovuto chiedere il permesso a Braun e pagargli un canone di licenza. Swift aveva provato a comprare i diritti ma non c’era riuscita e aveva vissuto molto male il fatto che fossero stati venduti a Braun.

Braun cominciò a dare il permesso di utilizzare la musica di Swift – inclusi alcuni progetti che non erano mai stati pubblicati – senza il suo consenso, e dopo alcuni mesi di forti disaccordi decise di vendere il suo catalogo a un fondo di investimento guidato da Roy E. Disney, nipote di Walt Disney, senza che Swift ne fosse a conoscenza. A partire dal 2021 Swift ha quindi cominciato a ri-registrare i propri primi sei album, arricchendoli con nuove versioni delle canzoni originali, collaborazioni con altri artisti famosi e pezzi che all’epoca non erano stati pubblicati. L’intera operazione ha dato peraltro un certo credito a Swift, mentre ha messo in pessima luce Braun tra i fan della cantante.