Il naufragio al largo della Calabria con oltre 50 persone migranti disperse

Altre dieci sono morte su una barca soccorsa dalla ong Resqship in acque internazionali, mentre imbarcava acqua

(ANSA / Antonello Lupis)
(ANSA / Antonello Lupis)
Caricamento player

Almeno 50 persone migranti risultano disperse nel mar Mediterraneo a circa 185 chilometri dalla costa ionica della Calabria, dopo che la barca a vela sulla quale viaggiavano si è ribaltata: altre 12 persone che viaggiavano sulla stessa barca sono state soccorse da un mercantile e poi trasferite su un’imbarcazione della Guardia costiera, che le ha portate a Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria. Al momento sono in corso le ricerche delle persone disperse, ma l’unico corpo recuperato finora è quello di una donna morta dopo essere caduta in mare.

Secondo le prime informazioni la barca a vela era partita circa una settimana fa da un porto della Turchia e le persone a bordo erano di nazionalità irachena, siriana e iraniana. Sul naufragio è stata aperta un’indagine coordinata dalla procura di Locri, in provincia di Reggio Calabria. Secondo Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere citata dall’ANSA, in base ai racconti dei sopravvissuti i dispersi potrebbero essere 66, di cui 26 bambini, e la barca avrebbe iniziato a imbarcare acqua da «tre-quattro giorni».

La rotta che parte dalla Turchia e arriva fino in Calabria o in Puglia, costeggiando la Grecia, è sempre più frequentata negli ultimi anni, a partire dal 2021. Buona parte delle imbarcazioni che frequentano questa rotta è di piccole e medie dimensioni, spesso sono barche a vela. Per imbarcarsi i migranti pagano diverse migliaia di dollari alla criminalità organizzata turca, che organizza i viaggi in maniera sostanzialmente indisturbata. Fra i migranti questa rotta è considerata più sicura di quella che parte dalla Libia e dalla Tunisia, diretta verso la Sicilia.

– Leggi anche: La rotta di migranti che porta in Calabria è sempre più frequentata

Sempre lunedì la ong Resqship ha fatto sapere di aver soccorso in acque internazionali 51 delle 61 persone che si trovavano a bordo di una barca partita dalla Libia: le altre dieci persone sono state trovate morte nello scafo dell’imbarcazione, che al momento dei soccorsi si stava riempiendo d’acqua. In mattinata invece la nave Ocean Viking della ong SOS Méditerranée ha soccorso 54 persone che erano a bordo di un gommone sovraffollato nella zona SAR libica (search and rescue, ossia il tratto di mare di competenza della Libia per quanto riguarda i soccorsi). 28 di loro erano minorenni.