Per i treni merci l’Italia è diventata un percorso a ostacoli

Sulla rete ferroviaria sono stati aperti 4.000 cantieri che causano continue interruzioni e costringono gli spedizionieri a preferire i camion, ben più inquinanti

Treni merci dall'alto
(SIPA Asia via ZUMA Wire)
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Negli ultimi due anni in Italia sono stati aperti circa 4.000 cantieri per rendere la rete ferroviaria più moderna, efficiente e sicura: sono lavori importanti e attesi da anni, che però stanno creando non pochi problemi. Le interruzioni della linea e i disagi dovuti ai cantieri hanno reso l’Italia un percorso a ostacoli oltre che per i treni per passeggeri anche per le grandi aziende della logistica che competono sul mercato internazionale.

Molti di questi lavori sono stati finanziati con i fondi del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza con cui il governo italiano sta spendendo i finanziamenti europei del Recovery Fund. Il paradosso è che sono lavori indispensabili proprio per rendere il mercato italiano più competitivo, ma al momento stanno rendendo più difficoltosi i collegamenti fra l’Italia e il resto d’Europa.

La maggior parte degli interventi è stata decisa per potenziare la rete per il trasporto delle merci: l’obiettivo è adeguarla ai nuovi standard introdotti dall’Unione Europea, in particolare quelli relativi alla lunghezza dei treni. In molte stazioni sono in corso lavori per allungare i binari per ospitare treni lunghi anche 750 metri, alti 4 e capaci di trasportare fino a 2.400 tonnellate di merci. I nuovi standard sono stati pensati per ridurre i costi e l’impatto ambientale, oltre ad aumentare l’attrattività del trasporto su rotaia rispetto a quello su gomma. Quando tutti i lavori saranno conclusi – nel 2027, secondo i piani – le aziende italiane potranno trasportare molte più tonnellate di merci sui treni, e più velocemente.

Ma da qui al 2027 i problemi rischiano di compromettere gli affari e in alcuni casi la stabilità economica delle aziende. Fermerci, l’associazione che rappresenta la maggior parte delle imprese ferroviarie pubbliche e private del trasporto merci, ha diffuso una nota in cui afferma che le interruzioni ferroviarie necessarie per far continuare i lavori almeno fino al 2026 «rischiano di essere devastanti per il comparto, se non adeguatamente gestite».

Secondo una stima dell’associazione, nel 2024 le interruzioni programmate causeranno una riduzione del 60 per cento della capacità ferroviaria del trasporto merci italiano. Già nel 2023 è stato segnalato un calo di affari del 3,2% rispetto all’anno precedente. «Nel 2027 avremo una rete ferroviaria totalmente diversa dall’attuale, potremo trasportare più merce. Ma dobbiamo arrivare al 2027», ha detto Giuseppe Rizzi, direttore di Fermerci, in un’intervista all’agenzia Dire.

L’area che sarà più soggetta ai disagi è il Nord-Ovest. Le tratte che subiranno le limitazioni più significative sono il cosiddetto nodo di Genova, la Genova-Ovada, la Arona-Domodossola, la Milano-Genova, la Luino-Laveno-Gallarate e la Codogno-Novara. A causa delle interruzioni le aziende saranno costrette a programmare viaggi più lunghi con costi più alti. «Gli indicatori che arrivano dai porti danno i primi segnali di ottimismo ed è lecito pensare ci sia qualcosa che si muove nell’economia globale», ha detto Rizzi. «I primi 4 mesi dell’anno sembrano di ripresa, ma se la affrontiamo con le linee ferroviarie non utilizzabili del tutto o in parte, le merci dove passano? Ci ritroveremo con le strade intasate di camion, e quasi sicuramente accadrà nella prossima estate nel quadrante nord ovest per lavori importanti su Genova».

RFI, la società del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce la rete ferroviaria, ha assicurato che i cantieri saranno portati avanti cercando di causare meno disagi possibili agli operatori. I lavori sono programmati durante la notte o in fasce orarie della giornata con poco traffico: che però spesso coincidono con le fasce orarie in cui circolano i treni merci. Fermerci ha chiesto al governo di equiparare questa fase alla pandemia e di introdurre ristori economici per le imprese o una riduzione del pedaggio per il passaggio sulla rete ferroviaria.

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