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  • Lunedì 10 giugno 2024

Il sorprendente risultato della sinistra nei paesi del Nord Europa

Alle elezioni europee i partiti di sinistra in Danimarca e Finlandia hanno addirittura superato il centrosinistra, e sono andati molto bene anche in Svezia

La leader del Partito Popolare Socialista danese Pia Olsen Dyhr, a destra, e l'europarlamentare Kira Marie Peter-Hansen, a sinistra, festeggiano i risultati preliminari delle elezioni europee che danno il loro partito primo, la notte del 9 giugno (ANSA/EPA/Mads Claus Rasmussen)
La leader del Partito Popolare Socialista danese Pia Olsen Dyhr, a destra, e l'europarlamentare Kira Marie Peter-Hansen, a sinistra, festeggiano i risultati preliminari delle elezioni europee che danno il loro partito primo, la notte del 9 giugno (ANSA/EPA/Mads Claus Rasmussen)
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Tra le più grandi sorprese delle elezioni europee ci sono stati gli ottimi risultati, inaspettati, dei partiti di sinistra in Finlandia, Svezia e Danimarca, in controtendenza rispetto alle vittorie dell’estrema destra in diversi paesi dell’Unione Europea. La sorpresa è stata data anche dal fatto che in tutti e tre gli stati gli ultimi sondaggi pubblici disponibili risalivano a un mese prima delle elezioni e davano dati diversi da quelli che si sono poi concretizzati. In Finlandia e in Danimarca le sinistre non sono andate solo bene: hanno anche superato i principali partiti di centrosinistra.

I risultati in Danimarca sono stati probabilmente i più sorprendenti. Il partito dei Socialdemocratici di centrosinistra, che è stato il partito più votato per quasi tutta la storia democratica danese e alle scorse elezioni legislative nel 2022 aveva preso il 27 per cento dei voti, ha preso solo il 15,6 per cento: è arrivato secondo dietro al Partito Popolare Socialista (SF), il principale partito di sinistra, che ha preso il 17,4 per cento, quasi cinque punti in più di quello che gli attribuivano i sondaggi.

Non ci si aspettano grossi scossoni per il governo danese, ma i risultati sono abbastanza un guaio politico per i Socialdemocratici, che al momento guidano un governo di coalizione con altri due partiti: i Moderati, che hanno preso il 5,9 per cento, e Venstre, che è arrivato terzo con il 14,7. L’ottimo risultato del Partito Popolare Socialista è probabilmente dovuto proprio allo scontento di una parte degli elettori danesi per l’operato di questo governo, che pur essendo guidato da un partito di centrosinistra include dei partiti che non lo sono: negli ultimi mesi ha infatti approvato leggi che inaspriscono le politiche migratorie del paese, accontentando in parte il centrodestra. 

Sostenitori del Partito Popolare Socialista danese festeggiano all’uscita degli exit poll, la sera del 9 giugno (Bo Amstrup/Ritzau Scanpix via AP)

In Finlandia il Partito di Coalizione Nazionale (KOK) di centrodestra, a capo di un governo di coalizione di destracentro, è arrivato primo con il 24,8 per cento dei voti, un risultato migliore di quello delle elezioni parlamentari del 2023 e anche delle elezioni europee del 2019. Sono andati però molto male i Veri Finlandesi, il principale partito di estrema destra del paese, che hanno preso il 7,6 per cento dei voti, arrivando sesti. Alle elezioni parlamentari dell’anno scorso i Veri Finlandesi erano arrivati secondi con il 20 per cento dei voti, praticamente lo stesso risultato del KOK, con cui si erano poi alleati per formare il governo attualmente in carica.

Già dai primi mesi però molti esponenti dei Veri Finlandesi, fra cui due ministri che si erano poi dimessi, erano finiti al centro di scandali che riguardavano battute sul nazismo e teorie complottiste della teoria della cosiddetta “sostituzione etnica“, che avevano messo in difficoltà il governo.

L’altra sorpresa dei risultati finlandesi è stato l’ottimo risultato dell’Alleanza di Sinistra, fra i cui fondatori c’è anche il Partito Comunista Finlandese, arrivata seconda con il 17,3 per cento dei voti: secondo gli ultimi sondaggi disponibili di inizio maggio non avrebbe dovuto prendere più del 9 per cento. È arrivata sopra i Socialdemocratici finlandesi, che fino a qualche anno fa erano al governo con la loro segretaria Sanna Marin, e che sono arrivati terzi con il 14,9 per cento.

– Leggi anche: In Finlandia l’estrema destra sta diventando un problema per il governo

Infine, in Svezia sono andati molto bene i partiti di sinistra e centrosinistra. I Socialdemocratici sono stati il partito più votato, come è accaduto praticamente sempre nella loro storia: hanno preso il 24,9 per cento dei voti, in linea con i precedenti risultati alle elezioni europee. Il partito dei Verdi, che nei sondaggi era dato al 5 per cento, in linea con il risultato delle elezioni legislative del 2022, è invece arrivato terzo con il 13,6 per cento: è un risultato peggiore di quello delle elezioni europee del 2019, dove era arrivato secondo con il 16 per cento. Quelle elezioni erano però state caratterizzate da una crescita dei partiti ecologisti un po’ in tutta Europa, sulla scia delle enormi mobilitazioni per il clima in tutto il mondo ispirate dall’esempio di Greta Thunberg, la sedicenne svedese che aveva iniziato a scioperare da scuola ogni venerdì davanti alla sede del parlamento del suo paese.

Il Partito della Sinistra ha preso il 10,9 per cento dei voti.

– Leggi anche: Una volta qui era tutto Greta Thunberg

I principali candidati del Partito dei Verdi in prima fila festeggiano i risultati delle elezioni europee la notte del 9 giugno 2024 (Nicklas Thegerström/TT News Agency via AP)

La stessa cosa non si può dire invece per i partiti di destra svedesi. Il partito di centrodestra dei Moderati, che guida la coalizione di governo, è arrivato secondo come ci si aspettava con il 17,5 per cento dei voti, ma è andato molto male il partito dei Democratici Svedesi, un partito di estrema destra e diretto discendente dei neonazisti svedesi: i sondaggi dicevano che avrebbe preso il 23 per cento ma si è invece fermato al 13,2. I Democratici Svedesi al momento sostengono con l’appoggio esterno il governo di minoranza dei Moderati con ben 72 parlamentari eletti alle elezioni legislative del 2022, dove avevano preso il 20 per cento.