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  • Lunedì 10 giugno 2024

Le cose da sapere sui risultati delle elezioni europee

Le destre sono andate molto bene ma non avranno la maggioranza nel Parlamento Europeo, Macron ha indetto nuove elezioni in Francia e come previsto Fratelli d'Italia è il primo partito italiano

(AP Photo/Harry Nakos)
(AP Photo/Harry Nakos)
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Si stanno concludendo gli scrutini delle elezioni europee, e la notizia principale emersa dai risultati è che le destre non avranno la maggioranza nel Parlamento Europeo: secondo le proiezioni, l’attuale maggioranza trasversale, composta da Partito Popolare Europeo, Partito Socialista Europeo e Renew Europe, liberale, potrebbe rinnovarsi anche durante la prossima legislatura. Tra i risultati più importanti nei singoli paesi c’è soprattutto la vittoria del Rassemblement National di estrema destra in Francia: per questo motivo, poco dopo la diffusione degli exit poll il presidente Emmanuel Macron ha annunciato lo scioglimento del parlamento e nuove elezioni legislative.

Come previsto in Italia il primo partito è stato Fratelli d’Italia, il Partito Democratico è andato bene mentre il Movimento 5 Stelle è andato piuttosto male. Abbiamo raccolto sette cose notevoli.

• In base ai risultati delle elezioni il nuovo Parlamento Europeo sarà un po’ più a destra, ma non abbastanza da permettere alle destre di formare una maggioranza e governare da sole. Il Partito Popolare Europeo, che è quello più al centro tra i partiti di destra, sarà il più rappresentato, con 189 seggi; Conservatori e Riformisti (il gruppo di cui fa parte Fratelli d’Italia) ha ottenuto 82 seggi; Identità e Democrazia (in cui rientra la Lega) 58. A sinistra il partito più grande è quello dei Socialdemocratici (135). I Verdi, che alle elezioni del 2019 avevano ottenuto un risultato storico, sono andati piuttosto male ma non così tanto come dicevano i sondaggi: avranno 52 seggi. Ci sono poi i Liberali di Renew con 80 seggi. Il Partito Popolare Europeo potrebbe quindi governare replicando l’attuale coalizione con i Socialisti e i Liberali.

• Secondo i dati parziali delle elezioni europee, in Italia Fratelli d’Italia è il primo partito con il 28,6 per cento dei voti. Il Partito Democratico è arrivato secondo, con il 25,7 per cento, mentre il Movimento 5 Stelle è andato piuttosto male, con il 9,6 per cento (contro il circa 15 per cento che gli accreditavano i sondaggi). La Lega e Forza Italia sono entrambi poco sopra l’8 per cento. Alleanza Verdi e Sinistra è al 6,9 per cento, quindi sopra la soglia di sbarramento del 4 per cento, che invece non hanno superato né Stati Uniti d’Europa né Azione.

• In Francia ha stravinto il Rassemblement National di estrema destra, con il 32,4 per cento dei voti. A scrutinio ormai ultimato, il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella ha staccato di quasi 18 punti la lista promossa dal partito del presidente Emmanuel Macron, al 14,5 per cento. Per Macron il risultato è stato così deludente da accogliere la richiesta dell’estrema destra: ha convocato nuove elezioni per il 30 giugno (con il secondo turno il 7 luglio), dopo aver sciolto il parlamento.

• In Germania l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), di centrodestra, si è confermata primo partito con il 30 per cento dei voti, mentre il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) è arrivato secondo con il 15,9 per cento. Dietro ad AfD si è posizionato il Partito Socialdemocratico (SPD), al 13,9 per cento. Seguono i Verdi, all’11,9 per cento, e con il 5,2 i Liberali, che sono gli alleati della SPD nella cosiddetta “coalizione semaforo” (dai colori dei partiti) del cancelliere Olaf Scholz. I Liberali sarebbero sostanzialmente alla pari con il nuovo partito di sinistra populista di Sahra Wagenknecht. 

• Dopo una campagna elettorale molto movimentata, in Spagna il primo ministro socialista Pedro Sánchez è riuscito a resistere all’avanzata del centrodestra: il Partito Popolare (centrodestra, appunto) è arrivato primo con il 34,2 per cento dei voti e 22 seggi (contro i 12 ottenuti nel 2019), mentre il Partito Socialista di Sánchez ha ottenuto il 30,18 per cento dei voti e 20 seggi al Parlamento Europeo. Due seggi di differenza sono un buon risultato per Sánchez, che un mese e mezzo fa aveva perfino minacciato di dimettersi dopo che era stata aperta un’indagine su sua moglie. L’estrema destra di Vox ha ottenuto il 9,6 per cento dei voti e sei seggi: tre in più del 2019, ma in linea con i suoi risultati recenti, senza i grossi aumenti di consensi avvenuti altrove in Europa.

• Uno dei risultati più sorprendenti della giornata è probabilmente la vittoria del partito Slovacchia Progressista (SP) in Slovacchia, che ha vinto le elezioni europee con il 27,8 per cento dei voti. È un risultato che contraddice i sondaggi, che davano per favorito il partito del primo ministro Robert Fico, SMER (Direzione-Socialdemocrazia), populista e filorusso. Fico era stato vittima di un grave attentato lo scorso 15 maggio, quando era stato ferito con diversi colpi di pistola. SMER è arrivato soltanto secondo con il 24,8 per cento dei voti.

• Nei paesi del Nord Europa ci sono stati alcuni risultati piuttosto sorprendenti, anche se difficilmente metteranno in crisi i governi di centrodestra di Svezia e Finlandia e quello di coalizione in Danimarca. Sia in Finlandia sia in Danimarca il principale partito di sinistra ha preso più voti di quello di centrosinistra, risultato assai raro e imprevisto dai sondaggi. I Socialdemocratici finlandesi, che fino a qualche anno fa erano al governo con la loro segretaria Sanna Marin, sono arrivati addirittura terzi dopo il Partito di Coalizione Nazionale (di centrodestra) e l’Alleanza di Sinistra. In Finlandia sono andati malissimo anche i Veri Finlandesi, il principale partito di estrema destra: sono passati dal 20,1 per cento ottenuto alle elezioni parlamentari del 2023 al 7,6 per cento di queste elezioni europee. In Svezia i Socialdemocratici hanno tenuto e sono risultati il partito più votato, come accaduto praticamente sempre nella loro storia: si sono fermati però al 24,9 per cento, una percentuale che raccolgono quasi sempre alle elezioni europee.