Quest’anno gli studenti hanno fatto un “capolavoro”

Si chiama proprio così ed è una novità introdotta alle superiori dal ministero dell'Istruzione: non è chiarissimo come debba essere fatto o a cosa serva, ma funziona su TikTok

Per alcuni studenti delle scuole superiori l’anno è finito questa settimana, per altri finirà nei primi giorni della prossima. Questa primavera, oltre che per le ultime interrogazioni e compiti in classe, la fine della scuola è stato anche il momento in cui gli studenti dell’ultimo triennio delle superiori hanno dovuto consegnare il loro “capolavoro”, una novità obbligatoria che il ministero dell’Istruzione ha descritto come un «messaggio da inviare a se stessi nel futuro, che possa orientare nel tempo», uno «specchio» e un «percorso di analisi del sé».

Il capolavoro può essere presentato in qualsiasi forma, «senza limitazioni
sotto i punti di vista della tecnica», purché sia caricabile all’interno del portfolio digitale dello studente, e può riferirsi a obiettivi raggiunti anche al di fuori del percorso scolastico. Nonostante il nome altisonante, le indicazioni su come debba essere fatto sono piuttosto approssimative e non è molto chiaro a cosa servirà e chi lo guarderà, visto che dopo un periodo di incertezza il ministero ha fatto sapere che non sarà oggetto di valutazione alla maturità. In generale non è chiarissimo quale sia il suo scopo, e visto che non è prevista una presentazione o una valutazione qualche studente ha deciso di mostrarlo sui propri social network.

Il capolavoro deve essere fatto obbligatoriamente da tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori ed è una «realizzazione ritenuta come migliore e maggiormente rappresentativa dei progressi compiuti e delle competenze sviluppate durante l’anno scolastico». Era stato anticipato nel dicembre del 2022 con la pubblicazione da parte del ministero di una serie di linee guida legate alla cosiddetta riforma dell’orientamento prevista dal PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato coi fondi europei. La riforma prevedeva anche l’introduzione dell’e-portfolio, una raccolta digitale di curriculum e altri documenti degli studenti, e della piattaforma Unica, un sito sviluppato apposta per permettere a studenti, genitori e insegnanti di tenere traccia del percorso scolastico (e con cui fare anche pagamenti e iscrizioni), che esiste dallo scorso ottobre.

Lo scopo della riforma dell’orientamento è «mettere in sinergia il sistema di istruzione, quello universitario e il mondo del lavoro». È previsto anche che agli studenti venga affiancato un “docente tutor” insieme al quale, tra le altre cose, pensare il capolavoro e tenere aggiornato il curriculum, oltre che con traguardi scolastici anche con certificazioni linguistiche, esperienze di volontariato, sport e cose del genere. Quando si carica il capolavoro online bisogna scegliere da una lista di otto categorie le competenze che si sono acquisite facendo quella attività: per esempio competenze multilinguistiche, digitali, imprenditoriali e sociali.

Arrivati agli ultimi giorni dell’anno scolastico sia studenti che insegnanti si sono ritrovati a dover pensare al capolavoro senza però che fosse stato chiarito come farlo o a che scopo. Alcuni insegnanti ne hanno parlato come di una novità un po’ improvvisata e non particolarmente ragionata, e molti altri non sanno tuttora bene cosa sia. Vista la generale incertezza, il 17 maggio il ministero dell’Istruzione aveva pubblicato una nota con delle linee operative per la compilazione del capolavoro, che però continuavano a rimanere piuttosto vaghe e specificavano solo – cosa che molti si erano chiesti – che non sarà portato alla maturità e non c’entra niente con la “tesina” che bisognava fare per l’esame orale fino a qualche anno fa.

Tra gli studenti ci sono stati alcuni che hanno scelto come “capolavoro” attività extrascolastiche, sport, esperienze all’estero o progetti nati da passioni personali, ma anche molti che non avevano idee e hanno deciso di parlare dell’esame della patente o dei festeggiamenti per la vittoria dello scudetto dell’Inter. Su TikTok alcuni giovani creatori di contenuti hanno pubblicato i video in cui illustrano i propri progetti, anche ironizzando sulla parola “capolavoro” e naturalmente usando come sottofondo la canzone “capolavoro” di Il volo. Anche se viene lasciata libertà sul formato da usare, alla fine la maggior parte sembra aver fatto una breve presentazione a slide.

Il ministero ha specificato che «il termine “capolavoro” non va inteso nella sua accezione più diffusa, vale a dire come un’opera somma, unica e universalmente riconosciuta per il suo valore di eternità», ma come un lavoro che tenga conto di progressi e competenze accumulate nell’anno scolastico. Nonostante questo però alcuni insegnanti ritengono che la scelta della parola sia poco adatta a descrivere un progetto di autovalutazione per delle persone giovani, che stanno ancora cercando di capire sé stesse, e che più in generale la decisione di introdurre questa consegna obbligatoria sia poco sensata, soprattutto in un periodo storico in cui tra gli adolescenti c’è una generale difficoltà a livello di salute mentale e molti vivono con fatica il senso di inadeguatezza rispetto agli standard imposti dalla società e veicolati in particolare dai social network.

In generale è stato fatto notare da alcuni che non andrebbe fatto passare il concetto che quello che si fa nell’età dell’adolescenza, sia a scuola che fuori, sia una performance da inserire in un curriculum. Secondo altri poi l’idea del capolavoro potrebbe far emergere differenze sociali, economiche, familiari e di opportunità di accesso a stimoli e consumi culturali.

Tra chi ha commentato la novità, qualcuno ha però anche giudicato come positivo il fatto che nelle scuole italiane venga finalmente dato spazio anche ad attività non strettamente didattiche ma comunque formative, che finora non lo avevano. E che potrebbe essere positivo anche chiedere agli studenti di fare qualcosa per se stessi e non, come sempre, per ricevere un voto.

Non è ben chiaro infine cosa succederà di questi progetti quando gli studenti usciranno dalla scuola, se saranno in qualche modo consultabili (magari da futuri datori di lavoro). Nella nota rilasciata da poco il ministero dell’Istruzione ha specificato che non entreranno a far parte del curriculum dello studente, ma resteranno comunque all’interno del portfolio digitale (che comprende il curriculum e altre cose). Mesi fa il Garante della Privacy aveva detto che l’utilizzo dei dati personali di minorenni e maggiorenni iscritti a Unica era in linea con quanto previsto dalle norme italiane. Più di recente però è anche venuto fuori che i risultati delle prove Invalsi – quelle dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione che vengono solitamente utilizzate a scopo statistico – avrebbero fatto parte del curriculum dello studente su Unica: un utilizzo senza precedenti e in netta contraddizione con l’anonimato che di solito viene garantito a questi risultati, su cui il Garante della Privacy sta ora indagando.