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  • Mercoledì 5 giugno 2024

C’è stato un grosso furto di medicinali al policlinico di Napoli

Nel finesettimana dalla farmacia dell'ospedale sono stati rubati medicinali per malattie gravi e croniche, per un valore di circa 1 milione e 400mila euro


(Policlinico Federico II di Napoli/Google Maps)
(Policlinico Federico II di Napoli/Google Maps)
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Nello scorso finesettimana c’è stato un grosso furto di medicinali nella farmacia dell’Azienda ospedaliera universitaria “Federico II” di Napoli, meglio conosciuta come policlinico di Napoli. La segnalazione del furto è stata fatta lunedì, alla riapertura della farmacia, quando è stata scoperta la mancanza di diversi farmaci dopo la chiusura del fine settimana.

Secondo quanto riferito dai carabinieri, il valore dei farmaci rubati ammonta a circa 1 milione e 400mila euro. Il furto sarebbe quindi avvenuto tra sabato e domenica, ma in base alle prime indagini degli investigatori non ci sono segni di effrazione nei locali della farmacia, perciò gli investigatori hanno ipotizzato che i ladri possano aver agito con l’aiuto di un complice tra i dipendenti del policlinico. Adesso i carabinieri stanno visionando le immagini dei sistemi di videosorveglianza, per provare a individuare i responsabili del furto.

I ladri hanno rubato soprattutto farmaci cosiddetti “salvavita”, ovvero medicinali ritenuti dal servizio sanitario nazionale indispensabili per il trattamento di alcune patologie gravi e croniche. Il giornale locale Il Mattino ha scritto che i ladri hanno rubato in particolare «medicinali ematologici, biologici, di quelli che si usano per la cura della sclerosi multipla e di malattie rare».

Sono peraltro farmaci molto costosi, che potrebbero essere rivenduti in altri paesi europei tramite il cosiddetto parallel trade farmaceutico. È un mercato dei farmaci parallelo a quello della rete di distribuzione delle industrie farmaceutiche che li fabbricano, che è legale in Europa se vengono rispettati determinati parametri di sicurezza.

Negli scorsi anni, però, diverse inchieste, tra cui una dell’Espresso del 2018, hanno accertato anche l’esistenza di mercati paralleli illeciti: dato che il prezzo dei farmaci varia da paese a paese negli stati dell’Unione Europea, i farmaci rubati venivano rivenduti da grossisti italiani che ne falsificavano l’origine, in mercati dove il loro costo è molto più alto che in Italia (come per esempio la Germania). In questi paesi poi i farmaci venivano nuovamente etichettati per nasconderne la reale provenienza e venduti sul mercato interno, creando un grosso margine di profitto per i rivenditori.