Un film d’azione che è piaciuto più alla critica che al pubblico

“Furiosa: A Mad Max Saga”, l'ultimo film della celebre serie di George Miller con Anya Taylor-Joy, è stato accolto bene a Cannes, ma ha fatto incassi deludenti al cinema

Una foto di Anya Taylor-Joy in una scena del film
Anya Taylor-Joy in una scena del film (©Warner Bros/Courtesy Everett Collection/Contrasto)

La scorsa settimana è uscito al cinema Furiosa: A Mad Max Saga, il 13esimo film del regista e sceneggiatore australiano George Miller e il quinto ambientato nell’universo postapocalittico di Mad Max, il cui primo capitolo uscì nel 1979. È il prequel di Mad Max: Fury Road, considerato il film più importante di Miller e uno dei più influenti dello scorso decennio: uscì nel 2015 e, tra le altre cose, fu candidato a 10 premi Oscar e ne vinse 6.

L’accoglienza di Furiosa è stata però piuttosto anomala per un film del genere, d’azione e ad alto budget, che solitamente punta più al successo commerciale che di critica: è stato infatti uno dei più apprezzati dell’ultima edizione del festival di Cannes (dove è stato presentato fuori concorso), ma a livello di incassi sta andando piuttosto male.

Furiosa: A Mad Max Saga racconta il passato di Furiosa (interpretata da Anya Taylor-Joy), la protagonista femminile di Mad Max: Fury Road, che ai tempi era stata interpretata da Charlize Theron. Come tutti i film della saga, anche Furiosa: A Mad Max Saga è ambientato in un futuro postapocalittico in cui si lotta per la benzina e per l’acqua, e dove il potere è detenuto da bande di automobilisti che combattono su strani veicoli chiamati war rig.

– Leggi anche: Come fecero “Mad Max: Fury Road”

Durante lo scorso fine settimana, il primo dopo l’uscita, Furiosa: A Mad Max Saga ha incassato 65 milioni di dollari a livello internazionale, più o meno quanto un film decisamente meno atteso come il film d’animazione Garfield – Una missione gustosa. È una cifra al di sotto delle aspettative, considerando gli alti costi di produzione (circa 170 milioni di dollari) e l’importante campagna di promozione del film, che oltre alla presentazione a Cannes ha incluso incontri con la stampa in tutto il mondo.

Gli incassi del film sono stati considerati deludenti soprattutto negli Stati Uniti, dove lunedì era il cosiddetto Memorial Day, il giorno di festa nel quale si commemorano i soldati statunitensi caduti di tutte le guerre. Di solito le riviste di settore dedicano una certa attenzione agli incassi registrati durante il fine settimana del Memorial Day, un po’ perché coincide con l’inizio della stagione cinematografica, un po’ perché essendo un weekend lungo ci sono più persone che vanno al cinema.

Secondo i dati della società di settore Comscore citati da Hollywood Reporter, in termini di incassi quello appena trascorso è stato il peggior fine settimana del Memorial Day degli ultimi trent’anni (dalla statistica è escluso il 2020, anno in cui i cinema rimasero chiusi a causa della pandemia da coronavirus), con un calo del 37 per cento rispetto allo scorso anno.

Probabilmente la scarsa accoglienza di Furiosa: A Mad Max Saga da parte del pubblico è dipesa soprattutto dal fatto che si tratta di un prequel, una tipologia di film che funziona molto meno rispetto al seguito diretto, e che gli spettatori considerano spesso trascurabile o superflua rispetto al filone narrativo principale. Inoltre, come ha scritto Anthony D’Alessandro su Deadline, i film d’azione con una protagonista femminile faticano a farsi apprezzare e vengono ancora percepiti come una sorta di «sottogenere» dal pubblico generalista, che continua ad associare questo tipo di storie a protagonisti maschili.

Da questo punto di vista, ha notato D’Alessandro, gli incassi di Furiosa: A Mad Max Saga non si discostano troppo da quelli di altri film con protagoniste femminili usciti negli scorsi anni, come per esempio Tomb Raider (2018), che nel suo primo fine settimana d’uscita incassò poco meno di 23 milioni di dollari.

Secondo la critica cinematografica di Variety Rebecca Rubin, l’insuccesso del film non è poi così sorprendente, dato che Mad Max è una saga iniziata più di quarant’anni fa e, anche se Fury Road ha contribuito a svecchiarne l’immagine, continua a essere apprezzata soprattutto da un pubblico maschile e un po’ in là con gli anni. Di conseguenza, dedicare un film a una protagonista femminile non è stato sufficiente per «espandere il nucleo principale di spettatori della saga, che rimane composto principalmente da maschi anziani».

Rubin ha ricordato anche che, nonostante oggi Mad Max: Fury Road sia considerato un film di culto, quando uscì al cinema non ebbe un grande successo commerciale: nel 2015 non rientrò neppure tra i 20 film più visti dell’anno, e tuttora «non ha ancora ottenuto un pieno riconoscimento da parte del pubblico generalista». Fu riscoperto negli anni successivi, anche grazie all’enorme successo che riscosse agli Oscar. 

Secondo la critica cinematografica di Hollywood Reporter Pamela McClintock, gli incassi non sono stati esaltanti anche perché Furiosa: A Mad Max Saga non è un film “da Memorial Day”: negli ultimi anni la stagione cinematografica è stata spesso inaugurata dai film dell’universo cinematografico della Marvel o dai remake dei classici Disney, che riempiono le sale perché molto apprezzati dai bambini e dalle famiglie. Quest’anno, però, anche per via degli scioperi degli attori e degli sceneggiatori della scorsa estate, il film che la Marvel avrebbe dovuto fare uscire durante il Memorial Day (Deadpool & Wolverine) è stato rimandato a luglio. Per dare un’idea, lo scorso anno il remake della Sirenetta incassò negli Stati Uniti più di 118 milioni di dollari durante il weekend del Memorial Day, mentre il film di Miller quest’anno ne ha incassati poco più di 32.

Al di là del successo commerciale, finora Furiosa: A Mad Max Saga è stato perlopiù apprezzato dalla critica. Sul Guardian Wendy Ide ha assegnato al film un punteggio di quattro stelle su cinque, definendo la regia di Miller «fenomenale» e apprezzando la sua capacità di allargare ulteriormente un universo narrativo così ampio e conosciuto come quello di Mad Max. Su Slate Dana Stevens ha scritto che Miller «non dà mai la sensazione di stare riciclando idee o di voler sfruttare cinicamente il proprio franchise», e che il film è «pieno zeppo di assurdità visionarie».

Anche Tara Bennett di AV Club ha apprezzato l’impegno di Miller, che a suo dire ha fatto un film «dannatamente bello» e ha scritto una storia delle origini di Furiosa coerente e che funzionerebbe in ogni caso, anche senza intrecciarsi all’universo di Mad Max. John Nugent di Empire ha assegnato al film il massimo del punteggio e lo ha considerato all’altezza di Mad Max: Fury Road: «Ci sono, ancora una volta, degli standard sorprendenti in quanto a effetti visivi e acrobazie durante questi 148 minuti, con almeno sei scene audaci, tra cui un inseguimento di tre giorni attraverso un deserto e uno sconcertante assalto aereo a un war rig che deve essere visto per crederci», ha scritto.