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  • Mercoledì 29 maggio 2024

L’indagine su presunte interferenze russe al Parlamento Europeo

Era stata aperta ad aprile, e mercoledì sono stati perquisiti gli uffici di Bruxelles e Strasburgo di un importante assistente

L'emiciclo della sede di Strasburgo del Parlamento Europeo (AP Photo/Jean-Francois Badias, File)
L'emiciclo della sede di Strasburgo del Parlamento Europeo (AP Photo/Jean-Francois Badias, File)
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Mercoledì sono stati perquisiti la casa e gli uffici a Bruxelles e Strasburgo di un assistente del parlamentare europeo di estrema destra Marcel de Graaff, eletto nei Paesi Bassi. L’assistente si chiama Guillaume Pradoura ed è piuttosto noto nell’ambiente del Parlamento per essere un estremista di destra. Le perquisizioni sono state condotte dalla polizia belga e da quella francese nell’ambito di un’indagine su un presunto tentativo della Russia di influenzare le elezioni europee di giugno tramite una rete di disinformazione e propaganda, che avrebbe coinvolto alcuni parlamentari europei. Secondo la pubblica accusa belga Pradoura avrebbe avuto un «ruolo importante» nella rete.

Pradoura finora era noto soprattutto per la sua carriera politica, tutta interna all’estrema destra. Nel 2019 venne espulso dal Rassemblement National, il principale partito dell’estrema destra francese, per aver condiviso un’immagine antisemita. In precedenza aveva lavorato per Maximilian Krah, il capolista di Alternative für Deutschland alle elezioni che si terranno a giugno, che pochi giorni fa aveva lasciato tutte le cariche nel suo partito per alcune controverse dichiarazioni sul nazismo. Sia il Rassemblement National sia Alternative für Deutschland sono noti per le posizioni piuttosto filorusse dei suoi leader.

Il quotidiano belga Le Soir spiega che l’inchiesta si concentra intorno a Voice of Europe, un sito di news che aveva sede in Repubblica Ceca ed è stato chiuso dalle autorità ceche a marzo.  Secondo l’intelligence ceca Voice of Europe era in realtà controllato da persone vicine al governo russo, e pagava alcuni parlamentari europei per incentivarli a diffondere notizie che mettessero in buona luce la Russia. I pagamenti sarebbero avvenuti tramite rimborsi spese per alcune interviste.

– Leggi anche: Che fatica, contenere la disinformazione su Telegram

Il Parlamento Europeo finora non ha commentato l’indagine in corso. De Graaf, che oggi fa parte del partito di estrema destra nederlandese Forum voor Democratie, dice di non essere coinvolto in nessuna operazione di disinformazione filorussa.