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  • Martedì 28 maggio 2024

Gli aiuti militari europei all’Ucraina sono appesi a un solo paese

È l'Ungheria di Viktor Orbán, che da mesi sta bloccando ogni nuovo finanziamento dell'Unione Europea: l'ultima volta è successo lunedì

Alcuni volontari dell'esercito ucraino si addestrano vicino a Kiev (Chris McGrath/Getty Images)
Alcuni volontari dell'esercito ucraino si addestrano vicino a Kiev (Chris McGrath/Getty Images)
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Lunedì il Consiglio Affari esteri, l’organo dell’Unione Europea che riunisce i ministri degli Esteri dei 27 paesi membri, non è riuscito ad approvare nuovi aiuti militari all’Ucraina per un valore complessivo di 6,5 miliardi di euro. Sono ormai diversi mesi che le riunioni del Consiglio Affari esteri, che si tengono a Bruxelles, si concludono senza un’approvazione definitiva per quanto riguarda l’Ucraina, e la ragione è sempre la stessa: l’Ungheria, il paese più filorusso all’interno dell’Unione, si oppone a qualsiasi nuovo finanziamento. I trattati europei richiedono che in sede di Consiglio le decisioni più delicate si prendano all’unanimità: il veto dell’Ungheria quindi è decisivo.

Diversi funzionari hanno raccontato a Reuters che i toni della riunione sono stati i più accesi degli ultimi anni tra le riunioni dei ministri degli Esteri. «Non possiamo accettare che un unico paese blocchi questi aiuti cruciali per l’Ucraina», ha detto la ministra degli Esteri belga, Hadja Lahbib.

Più nello specifico lunedì sono stati discussi vari finanziamenti, fra cui 1,5 miliardi di euro in rimborsi in tre tranche da 500 milioni ciascuna per i paesi che hanno fornito più armi all’Ucraina per contrastare l’invasione russa, e altri 5 miliardi che verrebbero erogati direttamente al governo ucraino entro il 2024.

Tutte le misure rientrano nel più ampio European Peace Facility (EPF), il principale serbatoio di finanziamenti con cui l’Unione Europea stanzia aiuti militari all’Ucraina. L’EPF non era previsto nel bilancio pluriennale dell’Unione Europea, che era stato negoziato nel 2020 e durerà fino al 2027, perché l’invasione russa di tutta l’Ucraina non era ancora iniziata: di conseguenza ogni suo rifinanziamento deve essere discusso e approvato al Consiglio, perché i governi devono materialmente sborsare nuovi soldi per mantenerlo operativo.

Il governo ungherese di Viktor Orbán ha estesi legami con quello russo di Vladimir Putin e fin dall’inizio della guerra si oppone a finanziamenti di questo tipo. A dicembre al Consiglio Europeo, l’organo che raduna i capi di stato e di governo dell’Unione, Orbán aveva bloccato un finanziamento da 50 miliardi di euro per sostenere lo Stato ucraino, poi approvato mesi dopo soltanto grazie ad alcune concessioni garantite all’Ungheria. Lunedì invece durante il Consiglio Affari esteri è stato il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó a portare avanti le ormai consuete posizioni filorusse del suo governo.

Szijjártó stesso in un post su Facebook dopo la riunione ha detto che i ministri di Germania, Irlanda e Polonia hanno «fatto una scenata»: «ma noi non cambiamo la nostra posizione, a prescindere da quello che possono urlare dei politici bellicisti».

La frustrazione nei confronti dell’Ungheria è emersa anche nelle dichiarazioni dei ministri che hanno partecipato alla riunione. Il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna ha detto che «ogni singola volta» che il Consiglio Affari esteri si riunisce a Bruxelles il governo ungherese blocca «un’iniziativa importante». Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha calcolato che l’Ungheria ha bloccato il 41 per cento delle misure votate dall’Unione Europea a sostegno dell’Ucraina.

«Dobbiamo iniziare a considerarlo un approccio sistematico contro ogni sforzo dell’Unione per avere un ruolo significativo in politica estera», ha detto Landsbergis, accusando il governo di Orbán di sabotare dall’interno il processo decisionale europeo.

A ogni occasione pubblica il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sottolinea l’importanza degli aiuti militari che l’Unione Europea e gli Stati Uniti forniscono all’esercito ucraino per contenere l’invasione russa. Nelle ultime settimane peraltro la Russia ha ripreso l’iniziativa e aumentato gli attacchi in diversi punti del fronte, secondo alcuni in preparazione di una offensiva più ampia che potrebbe iniziare nelle prossime settimane. L’Ucraina invece è in grande difficoltà: le mancano armi, munizioni e uomini, dato che i piani per sostituire le truppe al fronte sono fermi ormai da mesi.

Secondo i calcoli di un funzionario europeo riportati da Politico al momento sono bloccati al Consiglio Affari Esteri circa 9 miliardi di euro di aiuti militari che l’Unione Europea ha promesso all’Ucraina.