L’invasione dei pirosomi
La costa ovest degli Stati Uniti si è improvvisamente riempita di colonie di animaletti che formano cilindri lunghissimi, e non si capisce perché
Da qualche settimana la costa occidentale degli Stati Uniti è piena di pirosomi, animaletti di pochi millimetri che si uniscono per formare delle specie di cilindri lunghi anche diversi metri (li chiamano “sea pickles”, cetrioli di mare). Prima da quelle parti non c’erano, i pirosomi, o erano così pochi che nessuno li aveva visti. La cosa ha due principali conseguenze: gli scienziati si stanno chiedendo cosa ci facciano lì e i pescatori sono preoccupati che rovinino le loro reti. Alcuni pescatori hanno anche detto che in certe aree i pirosomi sono così tanti che, oltre a rovinare le reti, impediscono anche che ci finiscano dentro altri pesci. I pirosomi sono finiti anche su alcune spiagge.
Mentre i pescatori si lamentano, i ricercatori sono contenti o comunque interessati. Hilarie Sorensen, che ha studiato all’università dell’Oregon e ora fa parte del gruppo che sta studiando i pirosomi, ha detto: «Per ora, e finché ne avremo la possibilità, stiamo cercando di imparare più cose possibili su di loro». Non è infatti ben chiaro perché sulla costa occidentale degli Stati Uniti ci siano così tanti pirosomi, come ci siano arrivati, quanto ci resteranno, quali pesci potrebbero iniziare a mangiarli (forse nessuno) e che conseguenze potrebbero avere sull’ecosistema. «Ci sono così tante cose che non sappiamo», ha detto Sorensen.
I pirosomi – anche noti come Lucie – sono bioluminesenti (cioè emettono luce), gelatinosi e hanno una forma cilindrica ma non simmetrica: a un’estremità il “cilindro” è aperto, all’altra è chiuso. I tanti diversi animaletti che si mettono uno accanto all’altro sono animali multicellulari chiamati zooidi. Come ha scritto Eleanor Aiinge Roy sul Guardian, i pirosomi sono asessuati e si riproducono clonandosi. Prima di arrivare nella parte di oceano Pacifico che sta davanti agli Stati Uniti, i pirosomi si vedevano solo nei caldi mari tropicali, lontano dalle coste. All’inizio erano stati visti nelle acque davanti all’Oregon – nel nord-ovest degli Stati Uniti, a nord della California – ma c’è anche chi dice di averne visti vicino all’Alaska.
Sorensen ha detto che non si sa ancora quanto sia grande l’area occupata dai pirosomi e che – benché avvistati già nel 2014 e nel 2015 – «quest’anno sono stati tantissimi, una cosa che non si era mai vista prima». Per far capire quanto fosse raro vedere dei pirosomi, Sorensen ha detto che Rick Broder – biologo marino e suo “mentore” – ha visto i suoi primi pirosomi l’anno scorso, dopo trent’anni di lavoro nelle scienze marine. Craig Welch ha scritto sul National Geographic che «solitamente i pirosomi sono così rari che un ricercatore canadese che ogni anno compila un rapporto sullo stato degli oceani non ne ha mai sentito parlare». Sorensen ha invece detto di averne di recente visti 60mila in cinque minuti, praticamente sulla superficie dell’acqua. Un’altra cosa strana: di solito i pirosomi stanno in profondità e arrivano fino ai 700 metri sotto il livello del mare.
Le teorie sul perché ci siano così tanti pirosomi in posti in cui fino a un paio d’anni fa non ce n’era nemmeno mezzo sono tante, nessuna ancora confermata: potrebbe essere colpa del riscaldamento globale, ma potrebbero anche essere una conseguenza del cambiamento delle correnti marine o di un cambiamento nella dieta dei pirosomi stessi. Sorensen ha anche detto che c’è un’altra cosa da chiarire: «C’erano già, lontano dalla costa, e non ce n’eravamo accorti? Se sì, perché hanno deciso di avvicinarsi alla costa?».
Typically found in the tropics, we're seeing huge numbers of #pyrosomes in the eastern Pacific. Read more https://t.co/pZ8aQHhc2A #ONCabyss pic.twitter.com/18RnlIJWmW
— Ocean Networks 🇨🇦 (@Ocean_Networks) June 14, 2017