Contro il reato di omicidio stradale

Secondo Luigi Manconi è un pessimo esempio di "populismo penale", e i dati dicono che non c'è nessuna "emergenza" legata agli incidenti stradali

foto: ANSA
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Giovedì 11 giugno il Senato ha approvato il disegno di legge che introduce e disciplina nel codice penale il reato di omicidio stradale e anche quello di lesioni personali stradali. La legge prevede il carcere da otto a dodici anni per omicidio colposo commesso da un conducente in stato di ebbrezza; in caso di morte di più persone la pena può arrivare a essere triplicata, ma non può superare i diciotto anni; in caso di fuga la pena viene aumentata da un terzo alla metà. Nel caso di lesioni personali gravi, la pena è aumentata da un terzo alla metà; nel caso di lesioni personali gravissime, è aumentata dalla metà a due terzi.

Luigi Manconi, rispettato sociologo, esperto di diritti umani e senatore del PD, ha spiegato sul Foglio perché non è d’accordo con la proposta di legge, che considera basata sulla “capacità di suggestione” e un esempio di “populismo penale”, visto che a giudicare dai dati oggi in Italia non c’è nessuna “emergenza” relativa agli incidenti stradali.

Si può osare un ragionamento tanto impopolare quanto inconfutabile, almeno nelle sue premesse? Proviamoci. Se i morti per incidente stradale, sono passati, nell`ultimo quarto di secolo, dai 6.621 dell`anno 1990 ai 3.385 del 2013, come è possibile parlare oggi di “emergenza” a proposito di questa indubbia tragedia? E, più in generale, come è possibile che la cosiddetta insicurezza percepita – l`ansia per sé, per i propri cari e i propri beni – sia così totalmente scissa dai dati concreti della criminalità reale? Per esempio, da un dato quale il seguente: nel 1990 gli omicidi volontari sono stati 1.633, mentre nel 2013 ne sono stati commessi 502.

Ora, sappiamo benissimo e da decenni che non sarà la razionalità illuministica e, tantomeno, la contabilità statistica a orientare i moti e i sentimenti dell`animo umano, a sedare le angosce collettive e a determinare gli orientamenti e, ancor prima, gli umori delle comunità. Ma, certo, l`ampiezza dello scarto tra alcuni dati di realtà e le elaborazioni fantasmatiche che covano nella mentalità condivisa, fa impressione. E temo che l`opera degli imprenditori politici della paura, pur così rilevante nel piegare a fini elettorali le emozioni dei soggetti più vulnerabili, non sia il fattore prevalente. E, tuttavia, a questo dobbiamo prestare attenzione, richiamati come siamo dall`attualità politico parlamentare. E` di appena due giorni fa l`approvazione da parte del Senato di un disegno di legge che introduce l`autonomo reato di omicidio stradale e che prevede un apparato sanzionatorio abnorme.

(continua a leggere sulla rassegna stampa dei senatori del PD)