Assange, “Rockstar dell’anno”
La “Rockstar dell’anno” eletta da Rolling Stone Italia — dopo Roberto Saviano nel 2008 e Silvio Berlusconi nel 2009 — è Julian Assange. La nomina vale per quel che vale, ma è sicuramente sintomatica della popolarità crescente del fenomeno Wikileaks, ormai definitivamente mainstream (e pop) anche in Italia.
Il rock informatico dell’argentato Assange sarà quello che porteremo con gioia insieme a noi per l’intero 2011. È l’angelo sterminatore di ogni segreto dei poteri marci. È l’Uomo che cadde (dalla Rete) sulla Terra. La sua somiglianza col David Bowie del film di Nicolas Roeg del 1976 (“The Man Who Fell to Earth”) è semplicemente impressionante.
La sua strategia è degna dei migliori fumetti Marvel e dell’intero immaginario del “villain” platinato che mette in pericolo i potenti del pianeta, dagli anni Sessanta a oggi, passando per il cyberpunk di William Gibson e il ciclo di “Matrix”.
Assange è icona come Che Guevara sulle magliette, come Mao per Andy Warhol. È il capo pop della fine della diplomazia e della sicurezza imperiale. Assange è la vera stella rockroll degli Anni Tremila.