Una turista spagnola è morta dopo essere caduta dal parapetto della scalinata di Trinità dei Monti, a Roma

Si è dimesso il direttore della fondazione che organizza gli eventi di Agrigento capitale della cultura 2025

La Papua Nuova Guinea ha bloccato per due giorni Facebook, per limitare disinformazione e pornografia

È morto a 63 anni il co-amministratore delegato di Samsung Electronics, Han Jong-hee

I grandi incendi boschivi in Corea del Sud hanno causato almeno 24 morti

La polizia inglese ha escluso che l’incendio che ha bloccato l’aeroporto di Heathrow sia stato doloso

La Cassazione ha confermato che non si farà un nuovo processo sulla strage di Erba

In Germania è iniziato il processo a Daniela Klette, che fece parte del gruppo terroristico RAF e fu latitante per 30 anni

È stata confermata l’assoluzione di Sepp Blatter e Michel Platini, ex presidenti di FIFA e UEFA coinvolti in un caso di presunte tangenti

Un tribunale giapponese ha imposto lo scioglimento della Chiesa dell’Unificazione

Questo ritratto di Donald Trump è stato tolto dalla sede del governo in Colorado, perché non piaceva al presidente

L’impressionante tiro da fuori campo di Stephen Curry, che in realtà non è riuscito

La spirale luminosa osservata lunedì sera nel cielo sopra l’Europa era probabilmente di un razzo

I video dell’evento di wrestling della WWE che ha fatto il tutto esaurito a Bologna

La prima foto di papa Francesco dall’inizio del suo ricovero

Un aereo di American Airlines ha preso fuoco all’aeroporto di Denver, in Colorado

In un paesino francese si è indagato per anni su un'anomala quantità di casi di sclerosi laterale amiotrofica, arrivando a un sospettato

Cosa può insegnarci un mistero alpino sulla SLA

Nelle selezioni italiane per il Bocuse d'Or, la più importante del mondo, non ci sono colpi di scena o “mistery box” e si valutano anche sprechi e pulizia

Le vere gare di cucina non sono come MasterChef

Oksana Kulabukhova lavora tutti i giorni vicino al fronte: racconta com’è cambiato il suo lavoro con la guerra e perché ha deciso di restare

L’unica ginecologa che visita le pazienti nel Donbas

Nelle classifiche si tiene conto di elementi più ovvi, come il PIL e la salute, e di altri meno prevedibili 

In che modo sono felici i paesi più felici

Quasi in tempo reale per chi la scaricava in inglese, per non aspettare i tempi della tv italiana dove la prima puntata uscì vent'anni fa

Quelli che sottotitolavano “Lost” in Italia

Grand Theft Hamlet è uscito su MUBI dopo aver partecipato e vinto a diversi festival di cinema: il nome fa intuire l'idea che c'è dietro

Un documentario girato dentro un videogioco

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famiglie allargate

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Arianna Cavallo

Da bambina immaginavo che entro i 30 anni avrei avuto dei figli. Poi i 20 anni sono arrivati [Continua]

Ciao, sono la fidanzata di papà

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Catalogo di matrigne più o meno famose della letteratura, da rileggere per la festa della mamma

Madre è chi la madre fa

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Emiliano Ponzi

Siamo sempre in 3, da piccoli quando si parte per la villeggiatura con i genitori e anche dopo, molto dopo [Continua]

Il dizionario dei segni invisibili – F

festa del papà

padri

paternità

L'attore Buster Keaton legge con i suoi due figli Bob e Joe e suo padre Joe Keaton. La foto è del 1925, scelta senza alcun riferimento alle capacità paterne di Keaton. 
(Hulton Archive/Getty Images)

The Keatons

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Non era cattivo Ulisse con Telemaco, solo che non c’era. Come Efraim Calzelunghe, padre di Pippi che fa il pirata nei mari del sud. Per quanto in alcuni casi l’assenza di un padre sia preferibile alla sua presenza, mettere al mondo un figlio e andarsene via quando è ancora bambino per lavoro – dieci anni di assedio a Troia – oppure per andarsene a zonzo per il Mediterraneo dieci anni non è una bella cosa. Ha scritto Massimo Recalcati nel <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8807885506/ref=as_li_qf_sp_asin_il_tl?ie=UTF8&amp;camp=3370&amp;creative=23322&amp;creativeASIN=8807885506&amp;linkCode=as2&amp;tag=ilpo-21">Complesso di Telemaco</a>: «Il desiderio di Telemaco non è solo desiderio nostalgico che il padre ritorni, ma che vi sia “padre”, che possa esservi un senso umano e non animale della Legge, che possa esservi un Altrove, un’Altra Cosa rispetto al godimento incestuoso dei Proci». La tragedia, checché ne dica Recalcati, è che a volte ritornano, e può essere peggio.

Ulisse

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È il prototipo del padre che al figlio chiede tutto, ma quando il figlio fa tutto, gli dice che non è niente. Spesso i padri di questo genere trovano nello sport il terreno in cui esprimersi, obbligando i figli a vendicare i propri fallimenti giovanili. Stanno a bordo campo a insultare i genitori della squadra avversaria, gli arbitri, l’allenatore e specialmente i figli. Quando lo sport non è una via praticabile, le prestazioni sono richieste in altri campi. Nella sua autobiografia Open, Andrè Agassi racconta gli estenuanti allenamenti a cui lo sottoponeva da bambino suo padre Mike, frustrato per non essere riuscito a vincere una medaglia come pugile alle Olimpiadi per l’Iran: il Drago, la macchina capace di sparare 2.500 palle da tennis al giorno, le urla continue, l'insoddisfazione perenne culminata quando Agassi vinse Wimbledon contro Ivanisevic e il padre al telefono lo rimproverò per avere perso il quarto set. La caratteristica principale di padri di questo genere è l'assoluta impermeabilità al dubbio: dopo il successo mondiale del libro, Mike Agassi in un’intervista ha avuto modo di dire: «Mio figlio avrebbe potuto vincere molto di più e giocare molto meglio».

Mike Agassi

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Nella classifica dei pessimi padri, Paul Dombey lotta per le prime posizioni. La sua figura somma due profili di padri tremendi che di solito sono distinti: l’indifferenza totale verso la figlia Florence e la totale proiezione di sé sul figlio Paul, a cui sogna di lasciare la florida ditta di trasporti marittimi che costituisce il suo unico interesse, la Dombey&amp;Son. Paul Dombey appartiene a quella schiera di genitori – una variante light è Tom Buddenbrock con il piccolo Hanno – per cui i figli esistono soltanto come estensioni di sé. Per Dombey la realtà coincide con la ditta: chi non può farne parte come Florence, che è femmina, o non ci riesce come Paul, che è malaticcio, semplicemente non esiste. Dombey nega ai suoi figli, cioè, la vastità del mondo comprimendolo nella scatola asfissiante del proprio lavoro e della propria identità. Il mondo, però, è più grande e potente di qualsiasi volontà paterna. Nel primo capitolo del romanzo – forse il più bel primo capitolo della storia della letteratura – il piccolo Paul Dombey viene al mondo, e sua madre muore di parto, nell’indifferenza del padre troppo proiettato a immaginare il futuro radioso della ditta grazie alla nascita dell’erede. «Così, afferrandosi all’esile sostegno che era tra le sue braccia, la madre si lasciò andare alla deriva sul mare buio e ignoto che avvolge tutto il mondo».

Paul Dombey

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Il padre di Matilda Wormwood è il classico cretino che si crede furbissimo, un piccolo truffatore, più interessato alla tv che alla straordinaria intelligenza di sua figlia che a 5 anni sa già parlare meglio degli adulti. Non che Zinnia Wormwood, la madre di Matilda, sia meglio, impegnata com’è a giocare a Bingo. Per fortuna, a volte i figli e le figlie si vendicano: Matilda sostituisce la lozione per capelli del papà con la tintura biondo platino della mamma, infila il pappagallo di un suo amico nel camino per fargli credere che la casa sia infestata dai fantasmi e gli spalma all’interno del cappello preferito una supercolla in modo da appiccicarglielo alla testa. Bisogna ricordarsi che i padri non si scelgono, capitano, e che a volte possiamo essere migliori di loro. Per fortuna, quando capita, li si può prendere in giro.

Mr Wormwood

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«Era un tipo strano, come se ne incontrano alquanto spesso: non solo il tipo d’uomo abietto e dissoluto, ma anche dissennato; di quei dissennati, però, che sanno sbrigare brillantemente i loro affarucci, ma a quanto sembra soltanto questi». Sulla meschinità del vecchio Fëdor Karamazov, insomma, non c’è un dubbio che sia uno. Eppure, al di là dei suoi difetti, la storia dei Fratelli Karamazov, che come tutti i libri di Dostoevskij è in fondo uno sterminato apologo morale, sostiene che i figli crescono e acquistano cognizione di sé e della propria colpa, soltanto attraverso il parricidio. Che a commettere l’omicidio sia il bastardo epilettico Smerdjakov, il dissoluto Dmitrij, il fanatico Ivan o il santo Alëša, è ininfluente – l’importante è che il padre muoia e che la colpa della sua morte si riverberi sui suoi figli, destinati a essere uccisi a loro volta.

Fëdor Karamazov

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Il barone d’Ombrosa era un uomo noioso, «con la parrucca lunga sulle orecchie alla Luigi XIV, fuori tempo come tante cose sue», ma in fondo non ha fatto niente di grave. La sua colpa è avere insistito che il figlio Cosimo mangiasse una zuppa di lumache. 
«No, e poi no! – fece Cosimo, e respinse il piatto. – Via da questa tavola!  Ma già Cosimo aveva voltato le spalle a tutti noi e stava uscendo dalla sala.  – Dove vai?  Lo vedevamo dalla porta a vetri mentre nel vestibolo prendeva il suo tricorno e il suo spadino.  – Lo so io! – Corse in giardino.  Di lì a poco, dalle finestre, lo vedemmo che s’arrampicava su per l’elce». 
Il barone d’Ombrosa non aveva capito che suo figlio era un tipo testardo, e che dagli alberi non sarebbe sceso mai più. I cattivi padri difficilmente capiscono quando è il momento di cedere o fare finta di niente.

Arminio Piovasco di Rondò

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Il padre di Huck Finn non ha scuse. È sempre ubriaco da far schifo, cerca di impossessarsi dei soldi del figlio, lo picchia a bastonate e mani nude, lo tiene rinchiuso in una capanna nei boschi e una notte tenta perfino di ucciderlo. Tutte le cose peggiori (tranne una) che si possono fare a un figlio, e a un bambino in generale, lui le fa. È l’ubriacone del villaggio – e per un figlio non si sa se sia peggio il fatto in sé o la vergogna che provoca – ed è così stupido da non avere il dubbio che non sia sempre e solo colpa del governo o dei negri. Per fuggire Huck sega un tronco e mette in scena la propria morte, in Mississippi nell’Ottocento c’era questa possibilità. Come per tutti i padri alcolizzati, vale un unico dubbio: se siano pessimi perché bevono o se bevano perché sono pessimi.

Pap Finn

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Larry Decker, il padre di Theo, protagonista e narratore del Cardellino, appartiene all’insieme matematico dei maschi-fregatura, fregatura per le donne e, di più, per i figli che non li hanno scelti. Larry era bello, voleva fare l’attore, sa essere affascinante e sa parlare, ma beve, tira coca, abbruttito dal fallimento, è vanitoso e avido, non sa tenersi un lavoro per il semplice fatto che non ha nessuna voglia di tenerselo. È convinto di essere migliore degli altri e del destino che gli è capitato, e che il modo più diretto di regolare i conti con il mondo sia prendersi quello che il mondo non gli concede. Il suo modo di interagire con la realtà è cercare di fotterla, ma è così fesso che non ci riuscirà mai. Quando la mamma di Theo muore durante un attentato al Metropolitan Museum di New York, Theo si trasferisce in Nevada, a casa del padre e di Xandra, la sua nuova compagna. Ma la ragione della generosità sono i soldi che Theo ha ereditato dalla madre, su cui Larry vuole mettere le mani. La maledizione di avere un padre come Larry Decker è poter diventare come lui.

Larry Decker

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Shakespeare è pieno di cattivi padri, da Re Lear che prima di impazzire fa preferenze tra le figlie, ai patriarchi Montecchi e Capuleti che si oppongono all’amore di Romeo e Giulietta. Ma il più terribile, forse, è il vecchio re Amleto, anche se ha parecchie ragioni per essere arrabbiato. Non è carino essere ucciso dal proprio fratello, per prenderti il trono e la moglie. Ma non è carino neppure apparire al figlio come spettro per chiedergli vendetta, per di più attraverso un chiaro ricatto morale: «Se mai tu amasti il tuo diletto padre tu devi vendicare, Amleto, il turpe, innaturale suo assassinio». Per una richiesta così un figlio può anche impazzire. L’apparizione del padre potrebbe essere un fantasma interiore del figlio, d'accordo. Un fantasma di complesso d'Edipo. Il danno, però, sarebbe lo stesso. Il dramma di Amleto mette in scena l’ambiguità e il potenziale potere distruttivo della funzione paterna, proprio perché è interiorizzata dai figli, e sfugge al controllo dei padri. L’ombra rimane, e le sconfitte dei padri scivolano sui figli. Vale anche per la paternità, la domanda fondamentale: «Esserci o non esserci, questo è il problema».

Re Amleto

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Il signor Ramsay – il cui personaggio è ispirato al padre di Virginia Wolf, Leslie Stephen – ha una caratteristica tipica di molti uomini: occupare il centro emotivo della scena. Ci sono padri – ma anche madri – capaci di infettare con il proprio umore quello di ogni singolo membro della famiglia. Non sono necessarie urla e scenate, neppure una volontà consapevole, basta un po’ di carisma ed egocentrismo. Nel romanzo di Virginia Woolf, però, la colpa del padre è davvero un’inezia. La famiglia è in vacanza sull’isola di Skye nelle Ebridi, e la madre promette al figlio James che il giorno dopo, se si fosse «svegliato al canto del gallo», sarebbero andati in gita al faro. Il padre interviene per dire che forse ci sarà cattivo tempo. La gita non si farà, e per l’eternità il figlio lo riterrà responsabile di quella delusione infantile. Gita al faro, in questo senso, è un romanzo dell’orrore, che induce alla paralisi: racconta che qualunque azione di un padre, anche la più minuscola, può traumatizzare un figlio per sempre. Per un bambino tutto può apparire grande e importante, e i bambini non dimenticano mai.

Mr. Ramsay

Giacomo Papi – <a href="https://twitter.com/giacomopapi"><img src="https://www.ilpost.it/wp-content/themes/ilpost/images/ico_bl_tw.png" />@giacomopapi</a>

Tra quelli più o meno famosi della letteratura, da rileggere per la festa del papà

Padri pessimi e scarsi

Brevi

Mondo

germania

incesto

giove-giunione

Il Consiglio etico tedesco ha chiesto di rivedere la legge che lo punisce con il carcere, riaprendo un dibattito – scientifico, legale, culturale – che va avanti da millenni

L’incesto va depenalizzato?

carrie fisher

cinema

morti 2016

principessa leia

star wars

Carrie Fisher con la madre Debbie Reynolds il 12 febbraio 1972
(Dove/Evening Standard/Getty Images)

Carrie Fisher

Figlia della "coppia preferita d'America", era destinata a essere famosa: ma si meritò la celebrità facendo bene moltissime cose, tra un eccesso e l'altro

Le tante vite di Carrie Fisher

Un’intervista a settimana sulle cose del mondo. Tutti i mercoledì con Eugenio Cau.

Globo

Freedom and Rearmament, with Joseph Stiglitz

Ogni mattina dal lunedì al venerdì, alle 8 circa.

Morning

Ep. 932 – Il cognome della madre e le altre storie di oggi

Un posto dove parlare del mondo, con i libri. Timbuctu è un podcast di Marino Sinibaldi.

Timbuctu

Ep. 298 – Una teocrazia contro le donne (e una donna contro la teocrazia)

Il podcast quotidiano di Matteo Bordone. Tutto quello che non sapevi di voler sapere.

Tienimi Bordone

Risiko, un vecchio film e la segretaria

Una notizia al giorno e le storie che le stanno attorno, ogni pomeriggio per tutto l’inverno. Di Matteo Caccia

Orazio

Ep 72 – Io, mio padre e lo sport

Il Giappone, visto e raccontato da Matteo Bordone e Flavio Parisi

Viaggio a Tokyo

6. Si fa, non si fa

Un podcast sul linguaggio e i suoi cambiamenti, con Vera Gheno, ogni domenica.

Amare parole

Ep. 98 – Attorno al verso di una vecchia canzone di Lucio Corsi

Gli articoli del Post, letti e spiegati da chi li ha scritti

Ascolta

Tutti i modi in cui il Ruanda appoggia il gruppo armato congolese M23

E quindi proviamo a capire come funziona. Ogni venerdì, con Emanuele Menietti e Beatrice Mautino.

BITS