La fine delle parole
«Per i primi mesi io e mio marito ci sentivamo tre volte al giorno. Poi cominciarono a morire le parole. Ma il luogo, la casa, la vita che condividevo con lui mi rimasero attaccati come un arto fantasma. Per un po’ si tennero nascosti, soffocati dalle altre urgenze, ancora inconsapevoli di non esistere più. Oggi che sanno di essere morti, non ne vogliono sapere di arrendersi. A volte mi entrano nella testa come lampi di immagini. Pop.»