Un disco di Perfume Genius
Doveste portarvi un solo artista su un’isola deserta, chi sarebbe?

Doveste portarvi un solo artista su un’isola deserta, chi sarebbe?

Uno scultore che è arrivato alla musica da outsider, ambientandosi bene grazie a un bel po’ di amici

Una sassofonista bolognese che l’ha intitolato come un meme ambientalista, con fatalismo ma anche una certa leggerezza

Una cantante di gospel del Ghana, dove i poliritmi (lo sapete cosa sono?) sono un’arma contro le difficoltà della vita

Un gruppo di Londra che fa musica del presente lavorando sugli strumenti e sul repertorio folk di secoli fa

Cioè un gruppo di giovanissimi produttori venezuelani, che hanno sperimentato sulla cumbia e il reggaeton ispirandosi ai suoni e ai ricordi dei viaggi in pullman

Con un basso a sei corde e altre chitarre suonate come si suonavano negli anni Novanta

Intitolato come un modello di coltello a serramanico prodotto da un’azienda friulana, che però non è rimasta molto contenta

Registrato in un posto molto isolato in Islanda, con una strumentazione essenziale

Tutto cupo e tutto di traverso, e con dei momenti di grande irruenza

Che cresce dopo qualche ascolto, e ha dei versi che fanno girare per strada

Che racconta Gaza senza farlo notare troppo, come è abituato a fare lui

Di una certa dolcezza e di una innegabile asperità a suo modo danese

Una che ha avuto un'infanzia da cantante folk, e infatti è finita a fare proprio quello

Minimalista e improvvisato, di un trio che si vede poco ma quando si vede è produttivo

Una a cui piace stare a metà tra decenni diversi, come va di moda di questi tempi

Uno che ha il talento per raccontare le cose tristi, e i motivi
